Piossasco
Congregazione dell'Angelo custode
Inviate a Grugliasco a Don Giacomo Perino Pievano
Compagnia o Congregazione dell'Angelo custode
E’ una Compagnia fra Ecclesiastici, a scopo unicamente
spirituale; alla morte di un Confratello, ciascuno degli altri ha l’impegno
di celebrare o far celebrare Messe per il Defunto.
Ogni anno la Compagnia fa la sua festa con l’intervento di un buon numero
di Confratelli, i quali dopo una solenne funzione in Chiesa, tengono assemblea,
nella quale viene data relazione morale e finanziaria della situazione della
Compagnia, e quindi consumano insieme il pranzo.
La detta festa annuale non si celebra negli anni 1691-92-93-94-95-96 per il
seguente motivo: “attesi li torbidi allora vigenti della guerra”.
Così pure nel 1706 “a cagione della guerra e pericolo di essere
li Confratelli dai soldati insultati”. Così ancora negli anni
1708-09-10-11, “stante la pioggia e attese le sparse truppe pel Piemonte”.
Nel 1848 fu deciso dai Confratelli della Congregazione “di prescindere
dal celebrare la festa e di adunarsi in Piossasco essendo pericoloso d’esser
insultati dai Demagogi e loro satelliti, ed il Governo vedeva di mal occhio
tali riunioni”.
In quell’anno 1848, dal Consiglio direttivo fu decretata una somma (£.
150) da destinarsi alle famiglie “dei militi che pugnavano nei Campi
Lombardi per la santa causa dell’Italiana indipendenza ”.
Nel 1854 non si fece la festa “per motivo del colera”.
La Compagnia dell’Angelo Custode (o Tutelare) venne canonicamente eretta
nella Parrocchia di San Vito, nel 1682 e il giorno otto ottobre di quell’anno
si tenne la prima riunione di congrega dei Confratelli per la nomina del Rettore
e degli altri “officiali”, cioè Dirigenti, alla presenza
del reverendissimo Giovanni Battista Giordano, canonico penitenziere della
Cattedrale di Torino, delegato per questo dall’Arcivescovo.
Dalla votazione segreta risultò Rettore il Vicario Foraneo di San Vito
Don Lorenzo Stuerdo e sottorettore il rev. Don Pietrino Boasso, prevosto di
Cumiana; Tesoriere il rev. Don Paolo Bruno; Segretario il Segretario Comunale
di Piossasco Sig. Francesco Maria Bugnis.
Nei primi tempi della Compagnia potevano iscriversi anche i “laici”
che fossero Conti o Nobili o Personalità distinte, per cui troviamo
fra i Confratelli numerosi Conti di Piossasco. Troviamo anche il nome di Vito
Borgiato, che era l’eremita di San Valeriano.
La Compagnia nell’anno di fondazione contava 108 iscritti. L’elenco
inizia con il nome di Sua Eccellenza Mons. Michele Beggiamo, Arcivescovo di
Torino, seguito da alcuni Canonici della Metropolitana di Torino e da un gran
numero di Parroci.
Ma il personaggio che più onora la compagnia è certamente San
Giuseppe Benedetto Cottolengo, che si iscrisse alla Compagnia nel 1818. Allora
era Canonico del Corpus Domini di Torino.
Nella Canonica di San Vito, nella sala delle riunioni della Compagnia sono
esposti ritratti di Vescovi, Arcivescovi Cardinali, iscritti alla Compagnia:
sono opera del pittore Maletti di Cumiana.
La Compagnia celebrava la sua festa annuale l’ultimo martedì
di agosto; ma non è più come nei tempi passati, quando la popolazione
considerava questa festa come fosse di precetto, e accorreva, partecipando
anche alla Processione Eucaristica. Persino dai paesi circonvicini si accorreva
a questa festa.
Dal libro:
Storia civile e religiosa di Piossasco
Giuseppe Fornelli
Alzani, 1965.
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L'edificio attuale è la risultanza della fusione,
avvenuta nei secoli, di tre cappelle contigue, legate a diverse confraternite
religiose: dello Spirito Santo, del SS. Nome di Gesù e di S. Elisabetta.
Della cappella dello Spirito Santo, che sorgeva a destra della scalinata d'ingresso,
rimangono soltanto un piccolo spiazzo e la parete laterale, che attualmente
forma un tutt'uno con la facciata; il fatto che si trattasse di una parete
interna è testimoniato dall'acquasantiera infissa nel muro e dai resti
di affreschi quattrocenteschi.
La cappella del SS. Nome di Gesù è la più grande, con
il portale che si affaccia su via San Vito: venne restaurata nel 1778, mentre
la decorazione degli interni risale al 1825. La cappella di S. Elisabetta,
che si apre all'interno, a destra del portale, ha una pianta quadrata con
volte a crociera; l'ingresso e il limite anteriore di questa cappella sono
sottolineati da un ampio arco poggiante su due colonnine in stile romanico.
Un tempo tutta la parete di fondo della cappella era occupata da affreschi
databili alla prima metà del Quattrocento, di cui oggi sono visibili
oggi solo alcuni frammenti: la figura del Padre Eterno che presenta il Cristo
Crocifisso, e la colomba dello Spirito Santo sul braccio della croce.
A destra della Trinità si erge una bellissima figura - forse San Giacomo
Maggiore - purtroppo senza volto, che colpisce per i colori e la morbidezza
del panneggio. Nella parte sovrastante si può leggere, sulla destra,
un affresco più tardo, venuto a sovrapporsi al precedente, che raffigura
una Dormitio Virginis. Sulla sinistra, i pochi frammenti rimasti fanno pensare
alla scena dell'Assunzione.
All'esterno, sulla destra della facciata, vi sono alcuni resti di affreschi:
una Annunciazione con le figure dell'Arcangelo Gabriele e della Vergine verso
cui vola una bianca colomba.
Sulla lesena sinistra compare una decorazione con motivi vegetali fra cui
si legge, in lettere gotiche, il motto "De bien en mieux" (appartenente
alla famiglia dei Tana di Chieri ) sotto il quale si collocano lo stemma scolpito
in marmo della famiglia De Buri e l'immagine di un giovane santo martire recante
la palma.
A cura di Gian Franco Martinatto
Dal libro: Piossasco Storia e beni artistici – maggio 2001
Affreschi all'interno della Confraternita la - Dormitio Virginis ( F.C. )
Particolare della Crocifissione ( F.C. )
Calcolo dell’orologiere Carlo Martina per la formazione di un orologio grosso di ferro da campanile proporzionato per una campana di peso rubi 45 circa
1° Le due prime ruote quella del movimento, quella
della suoneria saranno di grandezza once dodici, in tredici le altre seconde
ruote in proporzionata degradazione, formate di buon ferro di Aosta.
2° Li alberi saranno di buon ferro di Giaveno tutti
li pivo torniti e polliti tutti li suoi grani di ottone di getto, dove devono
aggirarsi li medesimi.
3° Tutti li pignoni delle ruote saranno di dentatura
di acciaio ben polliti.
4° Il castello delle ruote saranno quattro collane
di ferro in quadrattura montanti lamine incastrate in dette collane, il
tutto di buon ferro di Aosta.
5° Detto orologio resterà montato ore ventiquattro,
in trenta si rimonterà con sua manivella, albero e pignone.
6° Detto suonerà l’ora, ripetizione d’essa,
la mezzora.
7° Provederà le corde nuove di canapa fina per
la parte delli due movimenti.
8° Obbligandosi l’orologiere di collocare detto
orologio sul detto luogo girante e suonante, garantirlo per anni tre salvo
ragione se farà difetto del orologio oppure di chi ne avrà
avuta la direzione.
9° Sarà carico della Comune le spese del mastro
falegname, e Mastro da muro ed ogni altro lavoro, condotto del orologio
sul detto luogo
10° Obbligandosi l’orologiere per la formazione
di un buono orologio farne in tutte le regole dell’arte di darlo ad
opera collocata mediante il pagamento compreso l’orologio vecchio.
11° Si inticiperanno nella stipulazione del contratto
le altre ( ? ) subito collocato, e collocato detto orologio sul detto luogo
12° Obbligandosi l’orologiere di formare detto
orologio fra mesi sei avranno principio dopo la stipulazione del contratto.
Carlo Martina Orologiaio
Archivio Comune Piossasco
Caffe Ristorante Tramways
esercito da
Pognante Mattia
Pognante Mattia
rivenditore della Gazzetta del Popolo
31 gennaio 1910
Lavorazione di carne suina
specialità
Olii, Salumi, Formaggi, Conserve, Generi di Riviera, Riso e Granaglie
Giovanni BoursierMacelleria
Via Montebello, 6
macelleria
Germena Giovanni
vitello bue sanato
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Borgi Arturo
Macelleria da vitello e sanato
di Andruetto Marcello
Piazza S. Francesco
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Maria Teresa Pasquero Andruetto