Sangano-Bruino-Rivalta-Orbassano-Volvera
Il canale di irrigazione delle
Gerbole di Rivalta
Consorzio irrigatorio
Sangano-Bruino-Rivalta-Orbassano-Volvera
Gent. Signore e Signori,
La Direzione del Consorzio si onora d’invitare la S. V. Ill. a voler
prender parte alla funzione inaugurale del Canale d’Irrigazione
colle acque dei laghi d’Avigliana. E’ assicurato l’intervento
delle Autorità Politiche, Religiose e Civili.
La benedizione delle pompe di sollevamento sulla sponda del lago piccolo verrà
impartita da Sua Ecc. il Vescovo alle ore 10 del 23 settembre (1923)
p.v. In seguito verranno visitate le opere in muratura ed il canale.
Il pranzo inaugurale avrà luogo in Orbassano alle
ore 12 nella villa Gay di Quarti. Una
tranvia speciale partirà da Torino alle ore 8,30,
ripartendo da Trana alle ore 11,30 giungendo ad Orbassano
alle ore 12.
La quota del pranzo è fissata in lire 20.
Si prega di inviare l’adesione non oltre il giorno 17 settembre
alla Sede del Consorzio in Orbassano.
Il Presidente
Avv. Cav. Stefano Bertolini
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Il canale d'irrigazione delle
Gerbole di Rivalta - Sangano - Bruino - Orbassano e Volvera
Generalità. — L'irrigazione,
mezzo sicuro per rendere fertili e generosi i terreni più isteriliti,
venne praticata da tempi tanto remoti che si rende oziosa ogni dimostrazione
sulla sua utilità.
L'Italia ha dato sempre eccellenti prove di saper usufruire delle acque correnti
nelle sue valli; è additato dagli stranieri come vera meraviglia il
Canale Cavour che ha trasformato la valle padana in una delle più ricche
e produttive zone d'Europa. Così altre derivazioni importanti misero
in valore regioni quasi abbandonate dai coloni stessi trattenendo in patria,
braccia che prima erano costrette a cercarsi oltre oceano i mezzi di vita.
Principalmente nell'Italia Settentrionale ed in ispecie nella valle padana
si costruirono nel secolo scorso ingenti opere che permisero colture intensive,
quali le marcite in terreni che già beneficavano di una buona irrigazione,
o che diedero nuova vita a lande e brughiere del tutto incolte.
Nel secolo scorso, come nei tempi più lontani, fin dove giungono i
ricordi della storia, l'opera di irrigazione consisteva in una derivazione
naturale da un corso d'acqua che permetteva di fare assegnamento su una certa
costante disponibilità.
E' indubbio che tali impianti rispondono alle più convenienti esigenze
economiche ed è quindi ovvio che laddove fu possibile praticarli in
gran parte si è provveduto.
Ma vi sono regioni che per la loro posizione altimetrica od orografica in
confronto a quella dei corsi d'acqua e dei bacini circostanti non possono
valersi per caduta naturale delle acque vicine e sono condannati alla siccità,
mentre le acque stesse, non usufruite in alcun modo, si disperdono talvolta
inutilmente raggiungendo i loro naturali serbatoi lacuali o marini. Ma anche
in tali contingenze l'uomo ha trovato i mezzi per vincere la natura.
Lo scorcio del secolo passato ed il febbrile progresso dei primi anni del
nostro, hanno segnato le più vittoriose conquiste nel campo della meccanica
e dell'elettricità, ingigantendo di giorno in giorno il campo di applicazione
delle due scienze sorelle.
Stazione di sollevamento
Cosicché, mentre da un lato sorsero, prima modesti
e poi potenti gli impianti idroelettrici che tendono ad emancipare la nostra
Italia dal tributo allo straniero, dall'altro vennero esperiti i mezzi per
usufruire in ogni ramo dell'attività del carbone bianco, purissima
energia derivata dalla immacolata corona delle Alpi o dalla dorsale del nostro
Appennino.
Ed anche all'irrigazione ed alle opere di bonifica toccò la loro parte.
Sembrerebbe che per un impianto di irrigazione l'elevamento delle acque che
richiede spese ingenti di macchinario e di esercizio, possa riuscire antieconomico
e da scartarsi a priori.
Non vi è nulla di più errato: il fondo irriguo ha tali risorse
e l'incremento del suo reddito è così sicuro da consentire le
più ardite intraprese.
Impianti di sollevamento di acqua da derivarsi a scopo di irrigazione si costruirono
in Italia in varie località ad es. in Piemonte è da noverarsi
l'impianto di Cigliano che risale al 1883; quello di Cameri; ed attualmente
l’impianto di Mazze recentemente ultimato.
Ciò detto veniamo a parlare dell'impianto di derivazione di acqua dai
laghi di Avigliana. Premettiamo che si tratta di un' opera modesta stante
la esigua disponibilità di acque di cui possono disporre i laghi stessi.
Pur tuttavia riteniamo che il nuovo Canale delle Gerbole di Rivalta e Paesi
limitrofi, possa meritare qualche attenzione da parte di coloro che si interessano
di opere atte a migliorare le condizioni agrologiche delle nostre terre.
Canale allo scoperto
Condizioni agrologiche del territorio delle Gerbole.
— E' qui opportuno, (prima di passare all'esame dei particolari di progetto
e di dispensa delle acque), mettere in rilievo, le condizioni in cui trovansi
attualmente le colture della regione da irrigarsi. Il territorio delle Gerbole
propriamente detto, ha un'area complessiva di circa 2000 Ettari: in tutta
questa vasta regione, il cui terreno è naturalmente fertile, non viene
praticata una vera e propria irrigazione. E' bensì vero che alcune
bealere attraversano la regione: la bealera di Sangano, quella dei Mulini,
la Duranza, e il Biarlasso. Tali canali derivano le acque dal torrente Sangone
il quale, pur avendo un vasto bacino imbrifero, non fa capo nel suo tronco
superiore di raccolta a zone nevose perenni tali da garantire nel periodo
estivo, Quando più occorre praticare l’irrigazione, un costante
deflusso di acque. Si verifica perciò il fatto che soltanto nella primavera,
quando si accumulano le acque delle piogge della stagione a quelle di scioglimento
delle nevi invernali, si può contare sopra una discreta costanza di
portata del Sangone, in modo che qualche risultato, benchè scarso,
è raggiungibile. Cessato tale periodo, che agli scopi della agricoltura
può durare al massimo un mese, e sopraggiunta la stagione estiva, il
torrente si prosciuga completamente e l’unico assegnamento che si può
fare riguarda le improvvise acque temporalesche le quali vengono spesso disputate
tra i contadini senza che sia possibile un'equa e razionale loro distribuzione.
Dato tale stato di cose il terreno delle Gerbole, che non è ingeneroso,
come lo dimostra il fatto degli ottimi risultati quanto riguarda le foraggiere,
e scarsa per le graminacee. Vediamo pertanto che i prati danno un solo taglio,
il maggese, il quale benefica delle acque primaverili, cui si è accennato;
rari i prati che danno un taglio, sia pur povero, di agostano, esclusa la
possibilità di un taglio di terzuolo, e del successivo pascolo autunnale.
Il grano è fra tutte le colture quella che può dare discreti
risultati; non tali vengono raggiunti dal granoturco.
E' esclusa la possibilità di coltivare gli ortaggi ed i secondi prodotti.
La vite ed il gelso vengono pure coltivati con qualche successo. Ma i fondi
privi del prato irriguo, non possono compensare le strenue fatiche di quegli
agricoltori che sulla terra contano per allevare il bestiame, fonte diretta
di benessere per i coloni stessi, o per i centri abitati vicini, cui mancano
il latte ed i prodotti del caseifìcio.
A tale proposito conviene ricordare le condizioni di palese inferiorità
nelle quali si trova la plaga di Torino in confronto alle regioni che godono
dei vantaggi apportati dal Canale Cavour. A Torino si importano ortaggi e
latticini da lontane regioni poiché i territori che la circondano sono
isteriliti dalla mancanza di acqua, ed insufficienti ai bisogni della Città
risultano i prodotti ottenuti.
Orbene benché limitata sia l’estensione della zona che verrà
a fruire dell'irrigazione, trovandosi tale zona alle porte di Torino, è
indubbio, che un vantaggio alla città dovrà derivare. Altri
studi importanti in corso di attuazione giustificano ogni nuova iniziativa
che tenda a togliere il Piemonte dalle condizioni di inferiorità agricola
in cui si trova. Ed il Canale delle Gerbole dovrà portare alla comune
causa il suo non trascurabile contributo.
Fabbricato macchinari
Quantità di acqua disponibile e sua utilizzazione.
— I laghi di Avigliana, di origine glaciale, sono due vasti serbatoi
naturali i quali oltre a raccogliere le acque superficiali scorrenti nel loro
bacino, ricevono acque di sorgenti sotterranee le quali garantiscono un deflusso
continuo pressoché constante ai loro emissari.
Il Lago Grande o dei Capuccini (m. 344,66 sul mare) ha un estensione di circa
96 ettari, il lago piccolo o di San Bartolomeo (m. 353,63) ha un' estensione
di ettari 62 circa.
Per stabilire la quantità di acqua che defluisce dai due laghi vennero
fatte ripetute e periodiche misurazioni le quali permisero di stabilire che
l'emungimento del lago Grande è di circa litri 90 al secondo e quello
del lago Piccolo di litri 80 al secondo. Queste quantità vennero assunte
per stendere la domanda di concessione per 100 giorni consecutivi dal giugno
al settembre, e la concessione venne accordata con decreto in data 10-12-1920.
Il quantitativo di acqua da erogarsi è di moduli 7,1 pari a litri 710
al secondo per un periodo di cento giorni.
Ponte viadotto sul Sangone
A norma del disciplinare, durante le magre invernali della
Dora Riparia, dovrà lasciarsi defluire nella Naviglia il volume costante
di moduli 1,40 sempre quando l'altezza del pelo d'acqua sul Lago Grande sia
tale da permettere l'erogazione di tale volume d'acqua senza il sussidio di
macchine di sollevamento, ma colla sola manovra delle paratorie di scarico.
Ciò posto la produzione annuale di acqua dei due Laghi sarà:
Lago Grande - mc. 2.838,240
Lago Piccolo - mc. 2.522,880
Totale - mc. 5.361,120
Da questo quantitativo deducendo, nella peggiore delle ipotesi, tutto il quantitativo
che può defluire nella magra invernale in ragione di mod. 1,4 per giorni
90 mc. 1.088.640
Si può fare assegnamento sulla rimanenza di mc. 4.272,480
Pur stabilendo in seguito un ordinamento della distribuzione d'acqua, consono
alla varia natura dei terreni e delle colture, in modo da ottenere la esatta
estensione della zona che si può irrigare fissiamo per ora che il turno
di irrigazione sia di giorni 10 e l'erogazione di litri 70 al secondo.
Stabilita un'ora di deflusso per ogni giornata agraria piemontese (mq. 3810)
il quantitativo erogato per giornate dovrà essere mc. 0,07 X 3600 =
mc. 252 e per 10 adacquature mc. 2520.
Essendo la disponibilità di me. 4.272.480 diviso 2.520 si potranno
irrigare giornate: 1695 pari ad ettari 650 circa.
Sala delle macchine
Studio e particolari del progetto. —
Fin dai primi studi destinati a stabilire il modo più conveniente per
trasportare le acque dei laghi di Avigliana alla regione delle Gerbole venne
esaminata la possibilità di ottenere lo scopo mediante un canale derivato
dai laghi per pendenza naturale senza ricorrere ad impianti di sollevamento.
Pur non entrando nella disamina dettagliata delle varie ragioni che resero
inaccettabile tale soluzione, diremo soltanto che con l'attuazione di un tale
progetto si sarebbe dovuta costruire una galleria della lunghezza di Km. 6
in terreno di natura morenica e torbosa, presentante indubbiamente serie difficoltà
di avanzata. La Zona da irrigarsi è separata dal bacino dei laghi dalla
cresta dello spartiacque tra le valli del Sangone e della Dora Riparia. Nella
direzione Laghi-Sangano si incontra una depressione del crinale separanti
le due valli consistente in un vero e proprio colle: la sella di Trana. Si
è quindi progettato di attraversare tale colle in galleria portando
l'acqua ad una quota che renda minimo il percorso in sotterraneo compatibilmente
con il maggior aggravio dovuto agli impianti di sollevamento ed al loro esercizio.
Si addivenne pertanto alla conclusione di elevare le acque alla quota 373,50,
con che dopo un percorso a mezza costa sulla falda morenica a monte della
strada provinciale Pinerolo-Susa, interrotto da qualche tratto in sotterraneo,
si imbocca la galleria di Trana della lunghezza di m. 700 a foro cieco e di
m. 900 cogli accessi in galleria artificiale. Superata la galleria, il canale
si svolge per breve tratto sulla sinistra del Sangone che attraversa poi in
ponte canale della luce di metri 30 per raggiungere la zona irriganda in territorio
di Sangano a circa Km. 6 dall'origine.
L'asta principale prosegue per altri 3 Km. e da essa si dipartono le bealere
secondarie che percorrono in ogni senso tutta la zona cui compete l'irrigazione.
Ponticello sul Rio Sada
Impianti sui Laghi. — Le acque del
lago Grande subiscono un preventivo innalzamento di m. 9,00 dal lago stesso
al lago piccolo nel quale vengono immesse. Sulla sponda est di quest'ultimo
lago si è costruito un secondo impianto il quale innalza le acque complessive
dei due laghi all'asta del canale principale, con una prevalenza di m. 23.
Le acque dei due laghi che defluivano alla Dora Riparia per mezzo dello scaricatore
del lago Grande, la Naviglia verranno convenientemente invasate durante il
periodo decorrente dal termine della stagione di irrigazione (settembre) all'inizio
della stagione nuova (giugno).
Le opere di invaso del lago Grande consisteranno in una diga in terra disposta
in corrispondenza dell'emissario del lago ed avente la lunghezza di circa
100 metri.
Le opere di invaso del lago piccolo consisteranno in una semplice chiusa,
munita di paratoia, collocata all'emissario non essendovi punti di depressione
sulle sponde del lago.
Canale allo scoperto
Sezione del Canale. — La sezione trasversale
del canale è trapezia ed è tale da permettere una portata di
1 mc. al secondo con rivestimento in muratura di pietrame.
Le pendenze del canale variano dall'uno al due per mille.
Impianti di Sollevamento. - Il sollevamento delle acque viene
effettuato mediante impianti di elettropompe centrifughe ad asse orizzontale
per medie pressioni. L'energia viene derivata dalla cabina di smistamento
di Drubiaglio facente parte degli impianti della Azienda Elettrica Municipale
di Torino.
Quivi subisce una prima trasformazione con rapporto 50.000/22.000 volts: dalla
cabina si stacca la linea a 22.000 volts appositamente costruita e della lunghezza
di Km. 6 che porta l'energia alla stazione di sollevamento del lago piccolo.
Dopo una successiva trasformazione da 22.000/500 la corrente passa ad alimentare
i motori dell'impianto.
L'impianto del lago piccolo è costituito da tre gruppi di pompe centrifughe
della portata di litri 250 al secondo ciascuno, accoppiate a motore elettrico
della potenza di 150 H. P.: quello del lago Grande di due gruppi della portata
di litri 200 ciascuno accoppiati a motori elettrici di 60 H. P. ciascuno.
Le tubazioni, tanto di aspirazione che di mandata, sono in ghisa e posate
parte in trincea e parte allo scoperto.
Funzionamento degli impianti. — Quantunque la concessione
del quantitativo d'acqua sia di litri 710 al secondo si è ritenuto
opportuno dare agli impianti una maggior potenzialità potendosi verificare
l'eventualità di chiedere una concessione supplementare di acqua quando
sia ben conosciuto, durante l'esercizio dell'irrigazione, il regime idrico
che verrà a stabilirsi nei due bacini. Si è pertanto fissata
la potenzialità di erogazione in litri 750 al secondo dei quali litri
400 da erogarsi dal lago Grande e litri 350 dal lago piccolo.
I dati del macchinario installato sono i seguenti :
Impianto lago Grande.
Prevalenza manometrica M. 11
Portata al secondo mc. 0.400
Potenza assorbita H. P. 90
Impianti del lago piccolo.
Prevalenza manometrica m. 25
Portata al secondo mc. 0.750
Potenza assorbita HP. 335
Costo dell'opera. - Nel preventivo generale figurano tutte
le spese occorrenti per la costruzione muraria del canale propriamente detto,
del macchinario, sistemazione dei canali secondari, progetto ed espropriazioni.
Vi figurano inoltre L. lOO.OOO corrispondenti al prezzo della concessione
pagata ai proprietari dei laghi per il diritto perpetuo di estrazione di acqua
nella misura fissata dalla convenzione.
L'ammontare di tale preventivo è di L. 2.885.000.
Condizioni riassuntive. - Riportiamo le norme da seguirsi
negli impianti di irrigazione:
a) i terreni sopportano le spese di irrigazione in ragione diretta del valore
che essi conquistano.
b) il costo dell'irrigazione non deve mai superare, nè assorbire per
intero il valore della differenza di produzione tra la coltura asciutta e
la irrigua. Una parte deve costituire il tornaconto dell'agricoltore.
Per quanto riguarda la prima massima è pur noto che nella zona attigua
a quella da irrigarsi e nella quale si pratica l'irrigazione, per mezzo di
altri Consorzi, il valore dei terreni raggiunge spesso il doppio di quello
della zona che ci interessa.
Così il prato si paga in ragione di L. 4000 — 6000 per giornata,
laddove il valore dello stesso nel territorio delle Gerbole raggiunge al massimo
le L. 2500.
Pontile di prese sul lago piccolo
Ponte canale sul Sangone
E' quindi pienamente giustificato il costo dell'opera riferito
alla giornata, come sopra risulta.
I risultati dell'applicazione della seconda norma sono ormai chiaramente dimostrati
agli utenti del Consorzio dai confronti che è loro dato di stabilire
fra il reddito delle plaghe da irrigarsi e quelle limitrofe che già
usufruiscono di una razionale irrigazione (Consorzio di Orbassano). Il canone
annuo che 1'utente dovrà versare per ogni giornata di terreno, quale
risulta dalle cifre esposte, è assorbito largamente dal maggior reddito
della produzione.
Costituzione del Consorzio e svolgimento dei lavori.
- Fin dal 1913 alcuni volenterosi agricoltori iniziarono le pratiche inerenti
alla costituzione del Consorzio ed agli studi preliminari dell'opera.
Ottenuta l'approvazione degli studi stessi, il Consorzio venne regolarmente
costituito creando nel suo seno una Direzione composta di 11 membri di cui
un Presidente, un vice presidente, un segretario, e di due consiglieri per
ogni comune del Consorzio. Presidente: Avv. Cav. Stefano Bertolini; Vice presidente
cav. uff. Domenico Tamagnone; Segretario Sig. Luigi Poltronieri. Consiglieri:
Levrino Giuseppe e dott. Ramassotto Giuseppe per Sangano: Bey Paolo e Girard
Giovanni per Bruino; Magnano Emanuele (sostituito in seguito dal fratello
Lorenzo) e Luigi Poltronieri per Rivalta; cav. Domenico Tamagnone e Cottino
Francesco per Orbassano; Audisio Giovanni (sostituito da Favaro Pietro) e
Coalova Stefano per Volvera.
Tale direzione, tuttora immutata, ebbe il più ampio mandato per espletare
le pratiche necessarie ed opportune affinchè l'opera avesse pratica
e completa esecuzione.
L'ing. Natale Penazzo, ideatore dei primi studi, venne incaricato dell'esecuzione
del progetto che ottenne, per il tramite del Genio Civile di Torino, l'approvazione
del Ministero, superate varie opposizioni da coloro che si ritenevano lesi
dall'opera stessa.
In seguito alla concessione furono aperte le sottoscrizioni con regolari atti
notarili: si compilò il catasto ed il campione conformemente alle disposizioni
di legge e si inoltrò al Ministero di Agricoltura la domanda per rendere
esecutorio il catasto e lo Statuto del Consorzio ed ottenere in conseguenza
il Decreto Reale che dà la facoltà di riscuotere i contributi
consorziali con i privilegi e nelle forme fiscali.
Tale Decreto venne emanato, mediante il sollecito interessamento del competente
Ministero, in data 14 luglio 1923 n. 1656 a firma di S. E. De Capitani D'Arzago
Ministro d'Agricoltura.
La Direzione, con tenace volontà, sostenuta dalla fiducia dei soci,
affidò alla S. A. per costruzioni V. Visetti e Figli di Torino l'esecuzione
dell'opera, sotto le cure personali dello stesso comprincipale Geom. Cav.
Luigi Visetti.
Con il concorso pecuniario di alcuni soci e vincoli in proprio dei membri
della Direzione, col versamento delle prime quote e con l'aiuto materiale
della stessa Impresa, alli 2 gennaio 1922 si iniziarono i lavori, sotto la
direzione dell'ing. Ettore Coccino.
Proseguiti con vigoria, fermezza ed inappuntabilità tecnica, si
ottenne che nel mese di luglio del 1923 l'acqua dei laghi di Avigliana venisse
a bagnare le terre che da tanti anni la attendevano come novella forza rigeneratrice.
IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO - Avv. Stefano Bertolini
LA DIREZIONE DEI LAVORI - Ing Natale Penazzo - Ing. Ettore Coccino
N. B. = Va ricordato che il macchinario
è tutto di fabbricazione italiana. Le pompe vennero fornite dalla Ditta
A. Cerpelli di Spezia; il macchinario elettrico dal Tecnomasio Italiano Brown-Boveri
di Milano; i trasformatori dalla « San Giorgio » di Sestri Ponente:
curò l'apparecchiatura elettrica la Ditta Ing. Olivetti e Morera di
Torino.
L'Azienda Elettrica Municipale di Torino attese con lodevole impegno e celerità
alla posa della linea a 22000 volts della lunghezza di Km. 6 con palificate
a traliccio delle Officine di Savigliano.
ISTITUTO GRAFICO BERTELLO & COMP. BORGO S. DALMAZZO MCMXXIII
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Il ponte canale sul Sangone a Trana
Il ponte canale sul Sangone a Trana
Il ponte canale sul Sangone a Trana, visto dall'alto
“A - Tipo esponente la estensione della valle denominata
la valle dei laghi di Avigliana
e delle colline e monti laterali ed in essa valle pendenti e corso dell’acquedotto
detto la Naviglia che serve di emissario o sia scaricatore di detti laghi
(…)”
Disegno a china ed acquarello (103 cm x 66,5 cm), firmato Pietro Petrino,
scala trabucchi 800.
Il disegno rappresenta il rilievo della valle dei laghi di Avigliana.
Il disegno accompagna la relazione di progetto per la costruzione del ponte
canale
sulla Naviglia di Avigliana in ASCR,FBR, lavori, fald. 40, fasc. 4 ASCR, FBR,
Disegni, dis. 18
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Una vasta terra arricchita
da nuove opere d'irrigazione
Ieri, ai laghi di Avigliana, si è inaugurata con solennità l'opera d'irrigazione destinata a fertilizzare la vasta plaga denominata la Gerbola di Rivalta. I lavori di esecuzione dell'opera, auspicatissima dalle popolazioni dei Comuni di Rivalta, Sangano, Bruino. Orbassano e Volvera, che si sono costituiti in Consorzio per assicurare all'impresa i capitali occorrenti, si possono ritenere ultimati, che già nel luglio scorso l'acqua dei laghi di Avigliana ha irrigato le terre, che da molti anni attendevano di essere vivificate. Il territorio della Gerbola, che ha un'estensione di 'circa 2000 ettari, è naturalmente fertile, ma, a causa della mancanza d'acque, dà una produzione veramente esigua per quanto riguarda le foraggere e le graminacee, le quali danno un solo taglio; il maggese, che benefica delle piogge primaverili: la coltivazione del granoturco è il più degli anni stentata, mentre ogni possibilità di coltivare gli ortaggi ed i secondi prodotti è esclusa. L'opera di irrigazione inaugurata ieri, e che viene ad animare le colture in tutta la vasta regione, ha una cronistoria, che testimonia della vigoria e della fermezza colla quale i promotori hanno condotto in porto la benefica impresa. Fin dal'1913 alcuni intelligenti agricoltori iniziarono le pratiche per la costituzione del Consorzio irriguo e per gli studi preliminari dell'opera. L'iniziativa si concluse anni dopo, con la nomina della Direzione del Consorzio e con l'incarico all'ing. Natale Pennazzo, che aveva ideato i primi studi, dell'elaborazione, del progetto, che dopo aver percorso le rituali tappe burocratiche, ottenne infine l'approvazione del Ministero, non senza la vivace opposizione di chi si ritenne leso dalla realizzazione del progetto stesso. I lavori vennero intrapresi il 2 gennaio dello scorso anno, dalla Società anonima per costruzioni V. Visetti, di Torino, sotto la direzione dell'ingegnere Ettore Goccino, ed il 15 luglio scorso un decreto del ministro d'Agricoltura, on. De Capitani, dava al Consorzio promotore dell'opera, riconoscimento legale, autorizzandolo a riscuotere i contributi, con i privilegi e nelle forme fiscali.
La cerimonia inaugurale
Ieri mattina, di buon tempo, un trenino delle Secondarie ha trasportato da Torino sino in prossimità dei laghi un folto stuolo di Autorità e di tecnici, invitati alla cerimonia inaugurale. Il convoglio ha attraversato Orbassano imbandierata e festante, ed è arrivato a Trana, mentre le popolazioni della vasta plaga si davano convegno sulla sponda del lago piccolo di Avigliana, fronteggiante la strada provinciale Trana-Avigliana, dove è installata la centrale di sollevamento dell'acqua. Erra la festa loro, dei valligiani della Gerbola, e l'entusiasmo vivissimo si confondeva con un legittimo e spiegabile orgoglio. Alle 10 pubblico ed Autorità sono raccolti attorno al massiccio fabbricato della stazione di sollevamento. I vessilli delle Associazioni fanno corona al gruppo cospicuo delle personalità convenute, che al loro arrivo sono state accolte dal suono degli inni per parte della banda musicale di Orbassano. Sono presenti i sindaci dei Comuni della plaga, cav. uff. Tamagnone, di Orbassano; signor Bei di Bruino: signor Gallo, di Sangano; ingegnere Sclaverano, di Rivalla, il .cav. Morelli, in rappresentanza del Prefetto di Torino, l'on. Facta, il grand'uff. Cattaneo, ex sindaco di Torino, l'on. Fino, l'on. Marconcini, il vescovo di Susa, mons. Rossi, l'ingegnere Debenedetti, il comm. Bonaudo, il comm. Bocca, in rappresentanza della città di Torino e della Cassa di risparmio, gli ingegneri Pennazzo e Coccino, cui e dovuta l'opera inaugurata, l'avv. cav. Bertolini, presidente del Consorzio irriguo, il costruttore cav. Visetti, e molti altri. Rende gli onori il manipolo fascista locale, S. E. il vescovo di Susa, mons. Rossi, benedice i macchinari della centrale e le acque del lago, e pronuncia schiette parole, invocando sulle terre, rianimate dall'opera dell'ingegno umano, le benedizioni divine. Quindi l'avv. Bardanzellu, oratore designato dalla Direzione del Consorzio, tesse con eloquenza la celebrazione della poderosa opera irrigua, auspicando all'avvenire della vasta plaga. La cerimonia è finita ed i convenuti intraprendono la visita delle opere e del canale: sopra alcune automobili la numerosa comitiva risale fino al lago grande di Avigliana.
La nuova opera irrigua
Il bellissimo specchio di acqua, detto Lago Grande o dei
Cappuccini, cui torno torno si profilano le appena accennate creste di basse
collinette, ha una estensione di 90 ettari, mentre il lago piccolo, o di San
Bartolomeo, ha una estensione di 62 ettari circa. Entrambi sono di origine
glaciale ed oltre a raccogliere le acque superficiali, scorrenti nel loro
bacino, ricevono, acque di sorgenti sotterranee che garantiscono un deflusso
costante. Gli ideatori dell'opera, scartato un primo progetto, col quale,
per trasportare le acque dei laghi alla regione della Gerbola, si sarebbe
dovuto costruire una galleria della lunghezza di 6 Km. in terreno di natura
morenica e torbosa e quindi di difficile attuazione, se si pensa anche che
la valle dei laghi è separata da quella irriganda da un vero e proprio
colle (la sella di Trana), progettarono d'attraversare tale colle in galleria,
portando l'acqua ad una quota che rendesse minimo il percorso in sotterraneo.
Le acque vennero così elevate ad una quota maggiore, e dopo un percorso
a mezza costa, sulla falda morenica a monte della strada provinciale Pinerolo-Susa,
vennero convogliate nella galleria di Trana, della lunghezza di 700 metri,
dopo di che le acque stesse imboccano il canale. Questo si svolge per breve
traitto sulla sinistra del torrente Sangone che attraversa, poco oltre Trana,
in ponte-canale e raggiungo la zona irriganda in territorio di Sangano, a
quasi 6 Km. dall'origine. Il canale, che ha una portata di 1 metro cubo al
secondo ed è rivestito con muratura di pietrame, si prolunga poi ancora
di altri:3 Km. per alimentare le bealere, secondarie e lo percorrono tutta
la zona irrigata. Sulla sponda del lago piccolo e stato costruito un impianto
di elettro-pompe centrifughe, che innalza le acque dei due specchi all'Imbocco
del canale, con una prevalenza sul lago di ben 25 metri. L'impianto di sollevamento
è azionato dall'energia derivata dalle cabine dell'Azienda Elettrica
Municipale di Torino, la quale sotto la direzione dell'ing. Brunetti, fu costruita
una linea della lunghezza di 6 Km. e 22.000 volts.
La spesa preventivata per la costruzione della imponente opera ò di
2.885.000 lire: secondo i calcoli fatti e le disponibilità di acqua,
sarà possibile irrigare, durante l'intera campagna agraria, 650 ettari
di terreno Compiuta la visita alle opere, autorità e tecnici sono ritornati
ad Orbassano per il banchetto, bandito nella Villa Gay di Quarti; gli orbassanesi
hanno voluto raccogliersi attorno ai promotori dell'opera ed alle autorità
che l'hanno inaugurata, e al banchetto hanno partecipalo più di settecento
persone. Al levar delle mense hanno parlato, applauditissimi, l'avv. Bertolini,
presidente del Consorzio, l'avv. gr. uff. Cattaneo, il sindaco dì Orbassano
cav. Tamagnone e da ultimo l’ing. Pennazzo. Gli oratori hanno messo
in rilievo l'importanza dell'opera, dei cui benefici potrà avvantaggiarsi
anche Torino, che si vedrà in avvenire rifornita di prodotti orticoli
e latticini, ed il carattere utilissimo di propaganda che l'inaugurazione
di ieri viene ad assumere per quanti si interessano di opere irrigue, atte
a migliorare le condizioni agrologiche delle nostre terre. Alla cerimonia
avevano aderito il ministro per l'Economia Nazionale on. Corbino, l'on. Giolitti
ì senatori Boselli, Teofilo Rossi, Rebaudengo, Ferrero di Cambiano,
Frola, Agnelli, gli on. Bertone, Stella, Villabruna, Olivetti, Quilico, Montù,
Bouvier, De Capitani, il barone La Via per Torino, nonché Enti ed Associazioni.
La Stampa 24 settembre 1923
Esercizio 1942
Esercizio 1947
A
Sangano dopo una notte di ricerche Morto in un canale con la testa spaccata il cadavere trovato ad an chilometro e mezzo di distanza dal luogo dove sarebbe caduto - La perizia stabilirà oggi se si tratta di aggressione |
Un operaio di Sangano, Tranquillo Martinasso, di 53 anni, dimorante alla periferia del paese in via Merlino 9, insieme alla moglie Giuseppina Pastore, di 56 anni, è stato ieri mattina trovato nell'alveo di un canale d'irrigazione, in località Pradonio, a 500 metri dall'abitato. Nella testa dello sventurato si apriva un'ampia ferita, l'osso del cranio era spaccato, sangue coagulato gli imbrattava i lineamenti. Nella tasca interna del cappotto era il portafogli con poche centinaia di lire. La salma era impigliata in due grossi sassi. Nessun segno di violenza sulle altre parti del corpo. Dopo una prima visita del locale medico condotto, 1 carabinieri avvertivano la Procura di Torino. Il sostituto procuratore dott. Caccia, recatosi poco dopo sul posto, ordinava l'autopsia del cadavere che verrà eseguita nella giornata di oggi. Lo prime indagini effettuate dai carabinieri di Orbassano hanno accertato che il Martinasso, tornato dal lavoro, sabato sera, dal Deposito Militare - Munizioni di Sangano, presso cui era occupato da quindici anni, aveva cenato con la moglie. Usciva alle 20 per recarsi alla trattoria Accastello. Qui si tratteneva a giocare a carte e a bere con gli amici. Alle 22.30 si avviava verso casa, solo: aveva bevuto un bicchiere e non era affatto alterato. A casa la moglie lo attendeva, sempre più in ansia, sino alla mezzanotte. A quest'ora, si recò in paese a chiedere notizie. La scomparsa del Martinasso, molto noto e stimato, mise tutti in allarme. Si iniziarono, nella stessa notte, le ricerche; ma solo alle 9,30 di ieri mattina il nipote dello sventurato, un suo compagno di lavoro Giovanni Bonino, di 48 anni, e un amico il 26enne Giuseppe Ruffino, scoprivano il cadavere nel canale. Il canale chiamato «del laghi», scorre, incassato in un alveo di cemento; l'acqua ha un livello di dieci centimetri, ma è rapida e vorticosa; il fondo è molto viscido. Il Martinasso, nel tornare a casa dall'osteria Accastello, doveva attraversare un ponticello. Proprio vicino ad una spalletta di questo ponte, in un tratto dove la sponda è costeggiata da una bassa siepe di sempreverde, sono state notate le impronte caratteristiche di qualcuno che, slittando sul terreno bagnato, scivolò nel canale. Resta, da accertare come il Martinasso si sia prodotto l'ampio squarcio al capo, causa della sua morte. La perizia potrà dire oggi se la ferita e dovuta semplicemente alla caduta o se è stata, provocata da altri con un corpo contundente: in questo caso verrebbe confermata l'ipotesi di una aggressione. La rapida corrente, unita al fondo viscidissimo, spiegano a sufficienza il fatto che il cadavere sia stato trovato ad un chilometro e mezzo dal punto in cui è piombato nell'acqua. Tranquillo Martinasso, 63 anni
Stampasera 12 dicembre 1955
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Maria Teresa Pasquero Andruetto