La bealera Comune o Gambarana da Sangano, Bruino a Piossasco
La Bealera di Bruino anticamente si denominava la Bealera Bergeria
Storia e fotografie
Originale - le sorgenti Baronis area SMAT- Tipo disegno anno 1772 - AST
BLU= Sangone e sorgenti o sorgizi Baronis (area SMAT) – a sx l'imbocco
della Bealera Comune,
a dx l'imbocco della Bealera di Bruino o dei Mulini - GIALLO= Molino vecchio
FRECCIA NERA= indica l'antico molino dell'Abazia distrutto da una piena del
Sangone nel 1706
Particolare originale - AST
A — Bealera di Piossasco su
cui sono li molini dell’Abbazia
B — Bealera Comune di Sangano
C — Bealera
di Bruino su cui erano li molini antichi dell’Abbazia
F — Fontanili o sian sorgenti di Baronis
Particolare dei fontanili o sian sorgenti di Baronis - AST
AZZURRO= fontanili - GIALLO= confine Trana-Sangano
Mappa antica di Sangano anno 1757 - AST
AZZURRO= Bealera comune - NERO= strade - ROSSO= Cappella di San Rocco - BIANCO=
il Molino vecchio
GIALLO= Cascina Bergera, che nel 1490 era posseduta dal Sig.
Antonio Falconieri de Sig.ri di Trana
e si denominava il Colombero
Originale - Mappa antica di Sangano anno 1757 - AST
Colorata - Mappa antica di Sangano anno 1757 - AST
BLU= Fontanili o sorgizi - BIANCO= A sx Cascina Baronis - attualmente area
SMAT
5 settembre 1780
Faciamo partito noi sottosignati, e sottoscritti Agostino Paviolo, e Carlo Olliva come pratici delle formazioni di ficche, alla ficca si deve formare a’ traverso del Torrente Sangone traversante il prato di Michele Franchino esistente nella Regione di Lilla, e gli alberetti o sia Goretti nella regione di Goretti, cioè al di sotto dell’imboccatura della Bealera comune per tramandare l’acqua di detta Bealera al Molino dell’ill.mo Sig. Marchese di San Tomaso a due ruotte, e pei benefici de particolari di questo luogo purchè vi sii acqua sufficiente in detto Torrente, e che la Bealera suddetta di detto Mollino comune anche a tutti particolari sia bene purgata sino al detto torrente sino al scolo vecchio, e detta curatura sarà a carico di detta comunità, o di chi ne è l’impresaro della medesima dichiarando noi sottosti che mancando l’acqua di non esser tenuti a far venire acqua in detta Bealera ne dalle sorgenti, ne da altro luogo ma soltanto della sudetta del torrente Sangone, e detta ficca promettiamo di quella fare nel luogo sovra espresso ed nel basso dell’alveo di detto Torrente di bosco, con pietre messe in buon ordine a forma di scarpa per quell’altezza resterà necessaria, per tramandare l’acqua di detta Bealera al molino suddetto, e della larghezza nel basso di detto alveo per lo meno di un trabucco, e fuori basso soltanto d’una tesa, e promettiamo di dare tanto acqua al molino suddetto fra giorni tre doppo avremo avuto l’aviso da detta Comunità di dar principio alla formazione di detta ficca, e s’obblighiamo solidariamente l’uno verso dell’altro, e l’altro verso dell’uno di adempire tutto quanto sovra mediante ne venghino da detta comunità sborsati per detta formazione di ficca suddetta doppo sarà terminata e collaudata l’opera la somma di lire cinquanta, promettendo inoltre di sostenere detta ficca doppo sarà seguita detta collaudazione, qual dovrà seguire ad ogni semplice nostra richiesta per mezzo d’un perito da eleggere da noi, da detta Comunità, e ciò tutto promettiamo solidamente come stato d’attendere, et osservare sotto obligo, e constituto possessorio dè nostri beni presenti e futuri in forma camerale dat Sangano li cinque settembre mille sette cento ottanta.
Sangano, il Molino Vecchio
sulla Bealera Comune Gambarana
AZZURRO=Bealera - ROSSO=Molino Nuovo – GRIGIO= Strada Comunale Baronis
- AST
Memorie per provare l’identità
della Bealera comune di Sangano
con la Bealera permessa farsi dalla Comunità
per concessione dell’Abate per instrumento 10 maggio 1494
La Bealera denominata Comune, di Sangano, raccorsi (raccogliersi)
che ha li sorgizi
al di la del Sangone verso la Cassina
Baronis, e condottili nel Sangone, si estraeva pochi anni
fa dal torrente Sangone sul principio del territorio di Sangano dove confina
con quello di Trana in distanza di trabucchi 78 circa dalla Cassina del Sig.
Conte Bergera posta ai confini del detto territorio, et nella regione di Lilla,
ed ora per corrusioni seguite si estrae alquanto più in basso.
Dal suo imbocco ha il suo corso in attinenza a mezza notte del tenimento del
Sig. Conte Bergera di detta Cassina prato alteno e campo di giornate 22.79.6
descritto nel suo cattastro di Sangano del 1757 colli n. 280-281-282 e 283,
indi nella pezza del Sig. Marchese di S. Tomaso di giornate 3.11 di castagneto
prativo con edificio di molino descrito al n. 267 in detto cattastro attinente
pure a mezzanotte al detto tenimento Bergera sino a dove incontra la via detta
di Lilla e la pezza di prato della Sig. Angela Prever di giornate 7.38.10
descritta in detto cattastro col n. 265 ed ivi risvolta verso mezzo giorno
decorrendo tra il suddetto tenimento della Cassina Bergera ed il detto prato
Prever sino all’incontro della strada pubblica denominata di Trana.
Indi decorre al lungo ed a mezza notte d’essa strada di Trana ed a mezzo
giorno di detto prato Prever colla tendenza a levante per la fuga di trabucchi
ventitre, e poi si divide in due bracci uno de quali che è il maggiore
traversa la detta strada indi decorre a mezzo giorno d’essa per la fuga
di trabucchi 18 tendendo da ponente a levante, poi rivolta colla tendenza
da mezzanotte a mezzogiorno in testa della pezza di campo degl’eredi
Sig. Ambrosini descritta nel cattastro col n. 315, dopo la quale posta in
testa della pezza campo dell’Abazia descritta nel cattastro col n. 312
nella regione di Fiarda, e successivamente decorrendo tra le regioni di Fiarda
e della Falconetta sino alla strada denominata di Serena tende dal luogo di
Piossasco a quello di Trana, ivi rivolta verso levante, e prende il suo corso
al lungo della strada di Cumina Lunga, e va poi ad irrigare li beni di quella
parte del territorio nella regione di San Lorenzo, Dorgnano, e Comina Lunga,
nelle quali termina il territorio andando verso la Cassina Gambarana.
L’altro di detti due bracci che si dividono come soura continua a decorrere
colla tendenza verso levante al lungo di detta strada di Trana posta a mezzo
giorno e di detto prato Prever posto a mezza notte d’essa bealera sino
alla Cappella di San Rocco in girando dietro detta Cappella, e traversando
la via detta di Lilla continua il suo corso dalla stessa parte di mezza notte
della detta strada di Trana al luogo della pezza di prato di Gio. Batta Vacchio
fu Pietro, di Gabriel Vachio fu Pietro, e del sig. Avvocato Rocci descritta
nel detto cattastro uguale colli n.n. 253, 252 e 214 sino all’incontro
della prima casa della Villa di Sangano posta da quella parte della strada
con orto di Micheletta Ludovica vedova del fu Sebastiano Ughetto descritto
ne detto cattastro col n. 213 e mezzo, e così per la fuga dal detto
partitore di due bracci sino alla detta prima casa di trabucchi 119 e poi
traversando ivi la detta strada di Trana continua il suo corso verso levante
al lungo ed a mezzo giorno di detta strada al lungo delle case della villa
poste a mezzo giorno di detta strada di Trana sino alla contrada tendente
dalla piazza al Sangone, ed ivi traversando detta contrada dirimpetto alla
casa con orto di Giuseppe Grosso, descritto nel suddetto cattastro col n,
197 ma rivolta colla tendenza da mezza notte a mezzo giorno e decorre tra
la contrada tendente alla piazza ed il detto orto del n. 197 l’orto
di Battista Armando fu Bernardo, il sito del forno comune rovinato, e l’orto
di Gioanni Padoano descritti nel cattastro colli n.n. 196.196 e mezzo e 195,
indi continuando la stessa tendenza passa avanti la porta della Cassina e
del Castello, indi al longo della casa con orto di Giovanni Merlo descritto
nel detto cattastro col n. 194, e al lungo del giardino della casa Parrocchiale
sino a che con un risvolto verso levante introducendosi in esso giardino descritto
nel detto cattastro col n. 193 va dietro a detta casa a sboccare nel fosso
del Castello che serve di peschiera indi fra li beni del Castello passando
in altra peschiera va a bagnare li attigui prati di Pradonio del Castello
o sia dell’Abazia, ed inferiormente ad essi varie pezze di prati di
particolari segnati in detto cattastro colli n.n. 173, 174, 175, 176, 177
nella regione di Pradonio 175, A B C queste ultime tre nella regione di prato
Vacchiero.
Punti di fatto tendenti alla verificazione del Tipo dimostrativo del corso
della bealera Comune e dell’Abazia di Sangano delli 28 febbraio 1784
sottosto dal detto Ingegnere Gino prodotto nella causa dell’Abazia e
la Comunità di Sangano in comparsa delli
2° - Che l’antica Bealera di detto molino ossia molini menzionata
nell’instromento 10 maggio 1494 decorreva nella regione di Novaretto
3° - Che la regione allora denominata di Novaretto è quella stessa
che ora resta compresa nella regione di Lilla e comprendeva li beni esistenti
tra la strada di Trana e mezzodì il Sangone o il Rivasso a mezzanotte,
la strada tendente dalla Villa di Sangano al Sangone o sia le case esistenti
in detta parte della villa al levante, e la strada di Lilla e le fini di Trana
a ponente, e si denominava promiscuamente di Lilla e di Novaretto
3° - Che anticamente si avanti che dopo il 1494 l’Abazia aveva un
mulino con due ruote giranti poco lontano dal Sangone e nel sito in cui si
vede designato in esso tipo, cioè nella parte verso mezzanotte del
campo dell’Abazia designato col n. di mappa 180 in attinenza superiormente
della Bealera ora denominata di Bruino e ne rimangono ancora dà vestigi
de muri d’esso
4° - Che non poteva dalla regione di Novaretto decorrere veruna bealera
al detto molino farlo girare se non nel cavo ancor esistente e tortuoso denominato
Rivasso per la situazione più elevata non meno de beni di detta regione
posti a mezzo giorno di detto Rivasso, che degli altri intermedi tra detta
regione di Novaretto e li detti molini
5° - Che non vi è alcuna vestigia d’altro antico cavo nella
regione di Novaretto che possa esser servito per Bealera di detto molino fuorchè
il suddetto denominato Rivasso
6° Che l’acqua decorrente in detto Rivasso proviene dalla bealera
denominata Comune ed anche da scolatizzi di fonti che bagnano con essa Bealera,
e ricade poi infine nella suddetta Bealera denominata di Bruino dove questa
attraversa la suddetta strada detta del Sangone superiormente al sito in cui
esisteva il detto molino dell’Abazia e tale Bealera potrebbe servire
al giro del medesimo se questo fosse ancora in piedi
7° - Che dal detto cavo antico ora denominato Rivasso l’acqua non
poteva ne può andar a ricadere nel fosso del Castello circondante esso
Castello.
8° - Che per conseguenza la Bealera che veniva in detto fosso del castello
derivata dal Sangone era una Bealera diversa dalla suddetta Bealera antica
del Molino e tutt’al piùpoteva esser comune colla medesima l’imbocco
al Sangone con dividersi però da essa al principio del detto Rivasso
9° - Che allora si derivava dal Sangone nella regione di Lilla al principio
del territorio verso Trana colla sua ficca mantenuta dall’Abazia una
Bealera la quale decorreva per la regione di Lilla Novaretto poi nella Villa
di Sangano.
10° - Che la detta Bealera era propria dell’Abazia, e gli Abati
pro tempore disponevano liberamente dell’acqua d’essa non solamente
per uso de’ prati dell’Abazia inferiormente al Castello denominati
prati del Signore ossia Prato Domini ora Pradonio, ma anche concedersi solo
ai particolari per bagnar i loro beni, mediante un fitto o sia pagare per
l’adaquaggio, e togliendogliela in caso di mancamento o finito il tempo
per cui era stata conceduta.
11° - Che la detta Bealera si denominava bealera del sig. Abate, Bealera
del Castello di Sangano, Bealera dei prati del Signore cioè del padrone
feudatario del luogo, che è l’abatedi San solutore maggiore di
Torino, Bealera dei prati del Castello e Bealera di Prato Donio.
12° - Che la detta Bealera propria dell’Abazia aveva lo stesso corso
che ora ha la Bealera denominata Comune sino a dove questa attraversa la strada
di Trana nel sito designato nel Tipo colla lettera D al lato
di mezzogiorno del prato segnato col n. 265 della Sig. Angela Prever in distanza
di trabucchi 25 circa dal principio d’esso prato ossia dall’angolo
tra mezzo giorno e ponente d’esso prato.
13° - Che la medesima Bealera propria dell’Abazia dal detto sito
segnato D in giù aveva lo stesso che ha presentemente
la Bealera contesa dalla Comunità sino al suo sbocco nel fosso del
Castello nel modo che è designato in detto tipo.
14° - Che l’alveo di detta Bealera inferiormente al detto sito segnato
D e d’una larghezza proporzionata ad una Bealera e
non d’un semplice fosso destinato a ricevere scolatizi.
15° - Che il detto alveo in detto sito D ora altresì
della stessa larghezza di cui è inferiormente e solamente fu ristretto
nel suo imbocco ivi a detto sito D a ricordo dio come con
il piantamento di due pietre in forma di bocchetto di concetto dell’affittavole
dell’Abazia con avergli lasciata la stessa apertura che ha ancora adesso
d’oncie otto liprandi circa senza venire posta ne colonne di modo che
l’acqua della Bealera Comune possa così liberamente per esso
alveo e non si può impedire che vi decorra salvo con otturarevolta
per volta che si voglia impedire con sassi o fascine il detto bocchetto.
16° - Che la cassina ora posseduta dal Sig. Conte Bergera
colli beni adesso adiacenti e la stessa e medesima che nel 1490
e tempo susseguente era posseduta dal Sig. Antonio Falconieri de Sig.ri
di Trana e si denominava il Colombero, e fu dal
medesimo riconosciuta enfiteotica semovente da essa Abazia e descritta per
situata nelle fini di Sangano nella regione di Montecalvetto e consistente
in un ayrale e suoi edifici cioè dal colmo della casa o sia dell’ayrale
in giù verso Sangano con un forno con una pezza di alteno campo e prato
simultenente a detti edifici di giornate 23 circa a cui coerenziano allora
la strada pubblica, vale a dire la strada pubblica di Trana tendente da Sangano
a Trana a mezzogiorno gli eredi di Pietro Tigleti e Giovanni Tigleti val a
dire il prato Prever suddetto a levante, esso Sig. Falconieri per il residuo
del suo tenimento situato sulle fini di Trana a ponente certa via Vicinale
e Francesco Giacomo e Lanzeroto De Rosa vale a dire la via di Lilla e li fratelli
Rosa figli del fu Gioanni Rosa a mezzanotte.
Memorie per la causa della Comunità di Sangano per l’acqua
L’Abazia di Sangano fondata circa il 1005 da Gezone
Vescovo di Torino colla donazione fra le altre cose del luogo, e territorio
e chiesa di Sangano con amplissime espressioni indicanti la solidaria pertinenza
di tutti i beni, acque, molini che ha sempre da allora in poi posseduto solidariamente
il feudo di Sangano.
Possedeva ivi tra gli altri effetti ritenuti uniti alla sua Mensa un Molino,
di cui ne rimangono le vestigia ne’ muri rovinati, in attiguità
d’un suo campo, ora denominato del Trucchetto sulla sponda della Bealera
ora denominata di Bruino, la
quale si estraeva dal Torrente Sangone al guado della strada tendente al Villar
di Basse, e dopo il suo passaggio a lato di dette rovine
del Molino decorre da ponente a levante costeggiando in detto campo del Trucchetto
poi entra in mezzo ai beni dell’Abazia tra l’alteno della Braida
e i prati di Pradonio e serve all’irrigamento d’una parte d’essi
prati tutti dell’Abazia, ma non può irrigarli tutti per difetto,
del necessario declivio riguardo ad una parte d’essi, indi rivolta verso
mezzo giorno e prosegue il suo corso verso il luogo di Bruino somministrando
però dell’acqua all’irrigamento d’alcuni beni nella
regione del Devesio e nel tenimento della transazione.
Questa Bealera ora detta di Bruino
anticamente si denominava
la Bealera Bergeria, e si prendeva sotto li molini di
Sangano, ed era tenuta dalli Consignori di Rivalta in enfiteusi dall’Abazia
coll’obbligo del canone d’un turone d’oro rotondo, ed ora
è posseduta dal Sig.
Conte Malines feudatario di Bruino, il quale pochi anni
fa fece giudicialmente annullare tutti li bocchetti che erano aperti su una
bealera nel territorio di Sangano, fuorchè quelli dell’Abazia,
e quello del Devesio di cui sopra si è fatta menzione, e quello che
nel tenimento della transazione serve ai beni del medesimo tenimento. Non
sapendosi il modo in cui sia passata detta Bealera al Sig. Conte di Bruino,
ne in contradditorio di chi abbia ottenuto tale otturamento.
Inferiormente alla detta Bealera di Bruino si estraeva altra bealera anticamente
denominata la Girauda, detta poi in appresso bealera della transazione, ed
ultimamente Bealera dei Padri della Novalesa, li quali possedono nel tenimento
della transazione una Cassina detta dell’Ora con giornate 100 circa
beni enfiteotici semoventi dell’Abazia, e questa si trova che altre
volte la tenevano anche in enfiteusi come soura li Consignori di Rivalta al
fitto di dodici denari Genovini da pagarsi all’Abazia , e si prendeva
sotto la fine de molini di Rivalta, ed ora si prende all’altro guado
del Sangone nella regione del Devesio, altre volte Vado di Vayr dove la strada
da Bruino tendente al Villar di Basse traversa il Sangone, alquanto inferiormente
a dove esisteva la ficca divertente l’acqua del sangone per condurla
ai molini di Rivalta come si ricava da atti di lite, tra detti Padri. e Consignori
e Comunità di Rivalta.
Per impinguarla detta Bealera Bergeria
li Sig.ri di Rivalta godevano altresì in enfiteusi dall’Abazia
col peso del canone d’un grosso uno scolatore, che si prendeva sotto
i pratio di Pradonio, col quale l’acqua discendeva dal detto prato si
conduceva al Sangone e nel Sangone o si è alterato notabilissimamente
lo stato de terreni per le corrosioni del Sangone, giacchè non può
dubitarsi che la Bealera ora di Bruino fosse la Bergeria.
Per far girar il suo molino antico suddetto l’Abazia estraeva dal Sangone
una Bealera de’ Molini, la quale non si può ubicare precisamente
dove usciva affatto dal Sangone, ma facendo questo diversi bracci si cominciava
a prendere dal primo braccio o sia dal più vicino alla scarena raccogliendo
ivi anche l’acqua de sorgizi superiori che in esso cadevano i quali
erano come sono ancora vicino alla Cassina Baronis e dirimpetto alla fabbrica
che allora vi era in una vigna del Sig. Giorgio Feyditi de Consignori di Coazze,
facendo una ficca in esso primo braccio, e quindi per mezzo di successivi
cavi e fiche conducendo l’acqua negl’altri bracci del Sangone
e nuovamente estraendola da essi, venivasi finalmente ad estrarre da tutto
l’alveo del Sangone tutta l’acqua d’esso torrente insieme
alla suddetta dei sorgizi, e per via d’un cavo o sia bealeraformata
fra mezzo ai beni posti nella regione di Lilla superiormente al Molino si
conduceva ad esso Molino.
Il sito preciso, in cui esistesse l’imbocco di questa Bealera de Molini
dell’Abazia, non si èpuò accertare, ma certamente era
inferiore all’imbocco della bealera ora denominata Comune, perché
questa si dimandò dalla Comunità, e si accordò dall’Abata
Amedeo Romagnano nel 1493, che si potesse formare superiormente, e con patto
che da essa in certi tempi s’introducesse l’acqua nella detta
Bealera de’ Molini e assai verosimile che il cavo d’essa Bealera
de Molini fosse quella che ancora esiste nella regione di Lilla e si denominasse
Rivasso il quale a ponente comunica colla detta Bealera Comune e va a comunicare
a levante colla detta Bealera di Bruino avanti che giunga al detto Molino
convien però pensare, che non fosse molto inferiormente il detto imbocco,
e successivo cavo, a quello della Bealera Comune, poiché doveva derivarsi
da esso un’altra Bealera denominata del Castello o sia del Sig. Abate,
ed anche della Villa, la quale si trova dai consegnamenti del 1477, e 1394
che già esisteva allora, e decorreva come decorre ancor adesso, al
lungo della regione di Lilla, ed in quella del Novereto, e nella villa di
Sangano, che va poi a sboccare nel fosso che circonda il castello e serve
di peschiera indi va in altra Peschiera inferiore dell’Abazia e poi
a bagnare li prati di Pradonio d’essa Abazia cioè quella parte
che non può bagnarsi colla Bealera di Bruino, indi anche l’altra
parte.
Si prendeva l’acqua per il Molino e come infra cioè con una ficca
in mira della casa del Sig. Giorgio di Coazze ed una casa degli eredi di Sebastiano
Baronis poste nella costera e vigne dei sorgizi, qual di la si conduceva nel
Sangone, dove facevasi dall’Abazia e dalla Comunità una fica
nell’alveo d’esso fiume, e con tal ficca prendeva l’acqua
d’esso Sangone con predetta acqua de sorgizi e conduceva esse acque
in altro piccol braccio del Sangone, ed in questo fatta altra ficca si conducevano
tutte esse acque in altro braccio del Sangone, e prendeva tutte quattro esse
acque per via d’un’altra ficca formata dove si dice in Lilla coerenti
certi da rosa, e la conduceva tutte sino a certo altro sito ivi vicino, e
distante un tiro di picciola pietra dal detto ultimo braccio, cioè
ad un luogo dove sono due schiansoire anche denominate in lilla delle quali
schiansoire una conduce parte de detta acqua ai prati della comunità
ed uomini di Sangano, e l’altra conduce l’altra parte cioè
la metà di detta acqua ad adacquare i prati dell’Abazia quale
metà cioè quella che discorreva ai detti prati dell’Abazia
il molinaro d’essa Abazia quando ne aveva bisogno la prendeva, e la
conduceva per uno scolatore o sia Bealera ivi vicino ad esse schiansoire nel
predetto ultimo braccio del Sangone, e la quale schiansoira conducente e divertente
la metà dell’acqua predetta ai prati della Comunità di
Sangano e superiormente alla suddetta divertente l’altra metà
ai prati e molini dell’Abazia, e tende e discorre verso il luogo di
Sangano a mezzo giorno, e nel predetto ultimo braccio del Sangone mediante
un’altra ficca, che faceva, prendeva e conduceva da’ suoi Molinari
la predetta acqua ivi divertente
Come disse per una Bealera discorrente ad essi molini di lungo in lungo vicino
ai beni d’alcuni di Sangano cioè cominciando da esso ultimo braccio
del Sangone sino al fondo di Chiaffredo da Udrieto alias Molli, indi vicino
ad altro alteno di Mattia Venisio e successivamente sino ad esso Molino dell’Abazia.
Ed in sostanza nel modo soura deposto prendeva e conduceva tutte la acque
del Sangone e di detti sorgizi che tener poteva mediante dette ficche ne luoghi
predisposti.
La suddetta metà dell’acqua per i prati della Comunità
si divertiva ad essi con la suddetta schiansoira superiore solamente quando
li molini dell’abazia abbondavano d’altra acqua, ma se questi
ne avevano bisogno divertivano anche detta metà al Molino.
Senza data
Imbocco e scaricatore Bealera Comune Gambarana febbraio 2013
Imbocco e scaricatore Bealera Comune Gambarana maggio 2013
Scaricatore Bealera Comune Gambarana maggio 2013
Imbocco e scaricatore bealera
Comune - febbraio 2014 |
Scaricatore bealera Comune - febbraio
2014 |
Scaricatore e imbocco Bealera Comune Gambarana e scaricatore - alluvione novembre 2016
Imbocco Bealera Comune Gambarana - alluvione novembre 2016
maggio 2018
Sangano - samboira uso antichissimo ancora vigente ricevevano l'acqua dal
mezzogiorno del sabato
al mezzogiorno della domenica per non lasciare senza forsa motrice per lungo
tempo il Molino Vecchio
nella foto di destra si vede il fosso della samboira che bagnava i prati di
Lilla
Sangano - la Bealera Comune Gambarana al Molino
Vecchio
Anno 1757 Sig. Carrone Ill.mo Marchese di San Tommaso Torino
Sangano - la Bealera Comune Gambarana al Molino
Vecchio
Anno 1757 Sig. Carrone Ill.mo Marchese di San Tommaso Torino
Sangano - la Bealera Comune Gambarana al Molino Vecchio
Sangano - la Bealera Comune Gamberana al Molino Vecchio
Sangano - la Bealera Comune o Gambarana verso Bruino
Sangano - la Bealera Comune o Gambarana verso Bruino
Il fiume Sangone, ricordato anche
da Pavese, offre un rifugio dal caldo
Il mare dietro casa per chi resta
Comodo arrivarci e vicino al posto di lavoro, “ma una volta era più
pulito”
«Andò invece il giorno dopo negli stessi boschi,
per una lunga strada polverosa e, raggiunto il Sangone per dei sentieri molto
più a monte che non fosse mai risalito con la barca trovò un
ristagno chiaro e tranquillo, chiuso fra sterpi e cespugli, il luogo gli piacque,
e si spogliò in mutandine, si bagnò, si stese al sole, fumò
guardando il cielo tra i salici - trascorse un'ora indimenticabile. Ci tornò
con la bicicletta ben presto, e se ne fece - era il mese di luglio - un'abitudine”.
Così scriveva Cesare Pavese, fra il 1941 e il 1942 nel racconto "La
famiglia", che venne pubblicato da Einaudi circa un decennio più
tardi. Oggi come allora le circostanze non sono mutate: i luoghi dove è
possibile immergersi nel Sangone, dalla Fontana Mura, dove sorge nei pressi
del Colle della Roussa, a Moncalieri, dove confluisce nel Po, sono numerosi
e frequentati.
A Sangano il più conosciuto è quello dove sorgeva la diga, oggi
semidistrutta dalle piene, da cui nasceva la bealera artificiale della Gamberana.
Qui ogni giorno in tanti arrivano per bagnarsi e rinfrescarsi e, nei fine
settimana, il luogo è meta dei “merenderos”.
Giovanni lavora a turni in una fabbrica metalmeccanica: “Frequento questo
posto da quando ero ragazzo, l'acqua è pulita, è tranquillo
e qualche sabato ci vengo con i miei amici”. A qualche decina di metri
c'è Francesca, cassiera part-time in un piccolo supermercato: “Per
andare In Liguria devo aspettare il mio giorno libero e spendere almeno 30
euro soltanto per l'autostrada, poi servono i soldi per il gasolio, la spiaggia
e il cibo; qui mi abbronzo gratis e posso starci fino a 20 minuti prima dell'inizio
del lavoro”. Nei pressi del ponte di Trana, immersi nel torrente fino
alle coscie incontriamo Paolo e Alessandro; sono qui per pescare. Poco più
in su un gruppo di ragazzini della scuola media di Sangano in bicicletta:
i genitori sanno che si trovano qui, dicono, e ci vengono per fare il bagno
tutti i giorni dopo aver giocato a calcio. Antonella e Federico sono pensionati:
“Una volta, forse, c'era più pulizia rispetto per gli altri:
spesso si accendono fuochi, non si pulisce e si lasciano bottiglie e immondizia
in giro”. Aron e Dana, marito e moglie che arrivano da Rivalta in bicicletta,
rumeni (ci tengono a farlo sapere) da circa un decennio in Italia, non hanno
alternative: “Siamo qui perché non possiamo andare in vacanza”;
sono gli unici, tra le decine di persone ircontrate, che ci hanno chiesto
se volevamo pranzare e dividere una birra con loro.
L'Eco del Chisone mercoledì 22 agosto 2018
Luca Cerutti
La diga vecchia della bealera Comune Gamberana - febbraio 2014
Agosto 2018
Agosto 2018
Agosto 2018
La
Bealera di Bruino anticamente si denominava la
Bealera Bergeria
Piano Topografico del Comune di Sangano - AST
AZZURRO=Imbocco e Bealera dei Molini
Piano Topografico del Comune di Bruino - AST
AZZURRO= Bealera de Molini
Bruino- Mappa Napoleonica, AZZURRO= Bealera dei Molini e fossato del Castello
Sangano mappa rabbini anno 1864 - AZZURRO= imbocco e Bealera di Bruino
Cartina anno 1902 - AZZURRO= imbocco Bealera di Bruino - MARRONE= strada e ponte Sangano-Villarbasse
Bruino - Mappa napoleonica AZZURRO= Bealera detta la Duranza - ROSSO= Cascina Lora
Sangano - imbocco della bealera di Bruino detta dei Mulini, anticamente Bealera Bergeria
Canale della Bealera di Bruino detta dei Mulini, anticamente Bealera Bergeria
Sangano - il ponte che attraversa Via Villarbasse
Sangano - dopo il ponte
Sangano - Regione Braida
Maria Teresa Pasquero Andruetto