Sangano - Trana - Piossasco
Il Torrente Sangone e le Bealere
La Fucina di Trana
La Comunità di Piossasco, allo scopo di terminare
ogni questione e assicurare la quantità d'acqua necessaria per
il paese, comperava la Fucina, posta poco sotto Trana, la quale era funzionata
da un canale d'acqua, corrente lungo la sponda destra del Sangone. La
Comunità, padrona di quest'acqua, sperava di non avere più
molestie.
Ecco i documenti dell'archivio comunale, riguardanti questa compera:
«Nel dicembre 1799 il Sindaco Domenico Ferrero è mandato
a Torino in compagnia del Consigliere Pietro Serra per ottenere da' Signori
Maggiori Registranti lo sborso di una somma per convertirla nell'acquisto
della Fucina di Trana».
Nello stesso mese la Fucina viene acquistata «con stipolazione della
vendita fatta dal sig. Conte di Trana, Gromis Carlo, alli Francesco Ollivero,
Gioanni Ferrero, e Felice Nariga, e da questi acquistata per conto della
Comunità».
E nel marzo 1800 a Pinerolo è fatto lo strumento nell'ufficio della
Regia Intendenza, col quale strumento i suddetti «fanno dismissione
della Fucina del ferro alla Comunità».
Rosso=Fucina - Azzurro= Sangone e Bealera della Fucina - Grigio= Strada Pinerolo Susa
ROSSO=Fucina - AZZURRO= Sangone e Bealera della Fucina
- GRIGIO= Strada Pinerolo
Particolare della Fucina mappa Rabbini 1864
Bocca di presa situata in località Roc
Particolare della bocca di presa munita di paratoie situata in località Roc
La presa situata in località Roc
La presa situata in località Roc
La presa situata in località Roc
22 ottobre 1962
Ufficio del Genio Civile Torino
Disciplinare contenente gli obblighi e le condizioni cui dovrà essere vincolata la concessione in via di sanatoria della derivazione d’acqua dal torrente Sangone a mezzo del canale detto della fucina di Trana chiesta dal Comune di Piossasco con istanza 24 giugno 1929.
Art.° 1 - Quantità ed uso dell’acqua
da derivare
La quantità d’acqua da derivare dal torrente Sangone in località
Capoluogo del Comune di Trana potrà variare sino ad un massimo
uguale e non superiore a
moduli 7.50 (litri secondo settecentocinquanta) risultando la quantità
media pari a moduli 6.66 (litri secondo seicentosessantasei).
In ogni caso la portata del canale non potrà eccedere il 40% dell’intera
portata del Sangone al punto di presa.
L’acqua utilizzata per produzione di forza motrice per azionare
una fucina, e per irrigare dalle ore 12 del sabato alle ore 24 della domenica
quando la fucina è inattiva, nel periodo 23 marzo – 8 settembre,
alcuni ettari di prati siti in sinistra del canale nel territorio del
Comune di Trana.
Art.° 2 – Dislivello del pelo d’acqua per la presa e la
restituzione.
Il dislivello costante del pelo d’acqua fra la presa e la restituzione,
tenuto conto dell’innalzamento di m. 0,50 prodotto dalla diga, sarà
di m. 5,50
Art.° 3 – Dislivello e forza nominale in base alla quale è
stabilito il canone
Il dislivello fra i peli morti nei canali a monte e a valle dei meccanismi
motori, sarà di m. 2.90.
In conseguenza la forza nominale in base alla quale è stabilito
il canone sarà pari a HP.25,75 corrispondenti a 18,93 Kw.
Nessun canone è dovuto per l’irrigazione poiché l’uno
per produzione di forza motrice e quello irriguo sono esercitati alternativamente,
per cui si applica soltanto il canone maggiore offerente alla produzione
di f. motr.
Art.° 4 – Luogo e modo di presa dell’acqua
Le opere di presa dell’acqua in destra del torrente Sangone consistenti
in una diga instabile di ciottoli e zolleed in una bocca di presa munita
di paratoie di regolazione saranno mantenute in conformità a progetto
21.12 1929 a firma del geom. Riccardo Toscano, che fa parte integrante
del presente disciplinare.
Art.°5 – Regolazione della portata
Affinchè la portata di concessione non possa essere superata e
non entri nella derivazione, fin dalla sua origine, una quantità
di acqua maggiore della concessa, si dovrà costruire poco a valle
delle paratoie all’imboccare del canale uno sfioratore della lunghezza
non inferiore a metri 10 capace di limitare la portata a quella massima
concessa di moduli 7,50.
Art. 6° - Canale di carico
Il canale di carico, della lunghezza di m. 235 sarà mantenuto in
conformità del progetto di massima 21 dicembre 1929, avvertendo
che dovranno prendersi tutte le precauzioni necessarie, che saranno indicate
eventualmente dall’amministrazione, per impedire l’infiltrazione
delle acque ed i frammenti delle sponde.
Art.7° - Luogo e modalità del canale di scarico
Il canale di scarico nel torrente Sangone si eseguirà in località
Loja del Gallo, Comune di Trana, secondo le modalità risultanti
dal progetto che fa parte del presente disciplinare.
Art. 8° - Garanzie da osservarsi
Saranno a carico della ditta concessionaria eseguite e mantenute tutte
le opere necessarie, sia per attraversamenti di strade, canali,scoli e
simili, sia per la difesa della proprietà e del buon regime del
corso d’acqua in dipendenza della concessa derivazione, anche se
il bisogno di dette opere venga accertato in seguito.
Art. 9° - Termine per l’attuazione delle opere
Sotto pena della pronuncia di decadenza ai sensi della lettera f) e del
comma terzo dell’articolo unico della legge 18.10.1942 n.1434, il
Comune concessionario dovrà:
-a) iniziare con adatta organizzazione i lavori dello sfioratore prescritto
all’art. 5 entro 2 mesi dalla data della notificazione da parte
del Genio Civile della avvenuta emissione del decreto di concessione.
-b) condurli a termine entro 6 mesi dalla data predetta.
Art. 10° - Collaudo e termine per la utilizzazione dell’acqua
Eseguita la visita di collaudo, l’ufficio del Genio civile ove non
vi siano eccezioni in contrario potrà autorizzare la continuazione
dell’esercizio della derivazione che dovrà essere fatto cenno
nel relativo certificato.
Ove l’Ufficio riconosca la necessità di maggiori lavori o
di modifiche a quelli eseguiti, dovrà prescrivere nel verbale di
visita un termine per la loro esecuzione e stabilire altresì se,
in pendenza della loro esecuzione, possa o meno attuarsi la derivazione.
Art. 11° - Durata della concessione
Salvo i casi di rinuncia, decadenza o revoca, la concessione per periodo
di anni trenta successivi e continui decorrenti dal 19 febbraio 1947 trattandosi
di antica utensa della quale non fu chiesto in tempo il riconoscimento.
Qualora al termine della concessione persistano i fini della derivazione
e non ostino superiori ragioni di pubblico interesse essa sarà
rinnovata con quelle modificazioni che, per le variate condizioni dei
luoghi o del corso d’acqua si rendessero necessarie.
In mancanza di rinnovazione, come nei casi di decadenza revoca o rinuncia,
lo Stato ha diritto o di ritenere senza compenso le opere costruite nell’alveo,
sulle sponde o sulle arginature del corso d’acqua o di obbligare
il concessionario a rimuoverle ed a eseguire a proprie spese i lavori
per il ripristino dell’alveo, delle sponde e delle arginature nelle
condizioni richieste dal pubblico interesse.
Art.° 12 – Canone
Oltre ai canoni arretrati, di cui al seguente capoverso, il comune concessionario
corrisponderà alle finanze dello Stato, di anno in anno anticipatamente,
dal 1 febbraio 1963, l’annuo canone di lire 24.836= in ragione di
lire 1.312= per chilowat sulla potenza nominale media di Kw. 18.93 anche
se non possa o non voglia far uso in tutto o in parte della concessione,
salvo il diritto di rinuncia ai sensi del penultimo comma dell’art.
unico della legge 18 ottobre 1942 n. 1434.
Il comune concessionario si riconosce debitore verso lo stato della somma
di lire 200.470= per canoni arretrati dal 1 luglio 1924 trattandosi di
antica utenza per la quale non fu chiesto in tempo utile il riconoscimento
fino al 31 gennaio 1960, e cioè:
-a) Lire 5.718.50 per il periodo dal 1 luglio 1924 al 1 gennaio 1943 in
ragione di lire 12 per cavallo dinamico nominale, sulla potenza nominale
media di HP. 25.75
-b) Lire 1.236,30 per il periodo dal 2 gennaio 1943 al 31 dicembre 1945
in ragione di lire 16.35 per kilovat (ai sensi della legge18 ottobre 1942
n. 426) sulla potenza nominale media di Kw. 18.93 e corrispondenti ad
HP. 25,75,
c) lire 6.209,05 per il periodo dal 1 gennaio 1947 al 31 dicembre 1948
in ragione di lire 164 per Kw. (ai sensi dell’art. 2 del D.C.P.S.
7-1-1947 n. 24) sulla potenza nominale media di Kw.18,93;
-d) lire 162.470 per il periodo dal 1 gennaio 1949 al 31 dicembre 1962
in ragione di lire 656 per Kw. (ai sensi dell’art. 1 della legge
21 gennaio 1949 n. 8) sulla potenza nominale media di Kw. 18,93.
e) lire 24.836 per il periodo dal 1 febbraio 1962 al 31 gennaio 1963
Il Comune concessionario potrà soddisfare tale debito in quel congruo
numero di rate che sarà stabilito dalla autorità competente,
con l’obbligo di corrispondere al Demanio gli interessi di mora.
Detti canoni potranno essere modificati con effetto dal 1 luglio 1924
in relazione alla eventuale variazione della potenza motrice risultante
da accertamenti da effettuare all’atto del collaudo.
Art.13° - Pagamenti e depositi
All’atto della firma del presente disciplinare il Comune concessionario
ha dimostrato con la produzione delle regolari quietanze, di aver effettuato:
a) il versamento presso la cassa depositi e Prestiti della somma di lire
20.000= minimo ammesso dall’articolo 5 della legge 21.12.1961 n.
1501 come da quietanza n. 479 in data 19.10 1962 di posizione 363560 a
titolo di comunicazione a garanzia degli obblighi che viene ad assumere
per effetto della concessione, somma che sarà ove nulla osti, restituita
al termine della concessione medesima;
b) il versamento presso la sezione di Tesoreria di Torino a disciplina
dell’Ufficio del genio Civile di Torino della somma di lire 30.000
come da quietanza n. 38 in data 22.10.1962 per le spese di sorveglianza,
esperimenti di portata, collaudo dei lavori ed altre analoghe dipendenti
dal fatto della concessione;
c) il versamento presso l’ufficio del Registro di (vigilanza) di
Avigliana della somma di lire 50 come prescritto dal secondo comma dell’art.
7 della Legge 11.12.1933 n. 1775, pari al minimo prescritto visto dalla
legge in vigore all’atto della presentazione della domanda 24.6.1929,
come da quietanza n. 038 in data 18.10.1962.
Restano poi a corico del Comune concessionario tutte le spese inerenti
alla concessione per registrazione, copia dei disegni, di atti, di stampe
ecc.
Art. 14° - Richiami a leggi e regolamenti
Oltre alle condizioni contenute nel presente disciplinare la ditta concessionaria
è tenuta alla piena ed esatta osservanza di tutte le disposizioni
del T.U. di leggi 11.12.1933 n. 1775 sulle acque e sugli impianti elettrici
e delle relative norme regolamentari nonché di tutte le prescrizioni
legislative e regolamentari concernenti il buon regime delle acque pubbliche,
l’agricoltura, la pisicoltura, l’industria, l’igiene
e la sicurezza pubblica.
Art. 15° - Domicilio legale
Per ogni effetto di legge il Comune concessionario elegge il proprio domicilio
in Trana.
Torino 22 ottobre 1962
Il Comune concessionario
Il Sindaco F.to Luigi Boursier
Io sottoscritto Dott. Raffaele Ferrari ingegnere del l’Ufficio del Genio Civile di Torino nella espressa qualità di funzionario a ciò delegato, dichiaro che il Sig. Geom. Luigi Boursier, da me personalmente conosciuto, ha firmato in qualità di sindaco del comune di Piossasco, in fine e sul margine di ogni foglio del sopraesteso disciplinare nonché su tutti gli atti di progetto allegato al disciplinare stesso alla presenza mia e dei testimoni Signori Lomanto geom. Antonio e Ramberti Vittorio, aventi i requisiti dalla legge previsti.
F.to Antonio Lomanto – Vittorio Ramberti
Il funzionario delegato
F.to Ing. Raffaele Ferrari
La Fucina dei
Sig.ri Rosso
dal 1844 al 1978
CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA E AGRICOLTURA
TORINO
PREMIAZIONE DELLA FEDELTÀ AL LAVORO E DEL PROGRESSO ECONOMICO
Diploma con medaglia d’oro
conferito
Rosso Stefano - fabbro
Trana Via Roma, 2 – anno 1844
Nel concorso indetto nell’anno 1958 in base al Regolamento approvato
dalla Giunta Camerale in data 22 settembre 1952 (deliberazione n. 442)
Torino 14 dicembre 1958
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA E AGRICOLTURA
TORINO
RADUNO NAZIONALE BOTTEGHE ARTIGIANE CENTENARIE
MEDAGLIA RICORDO CONFERITA
Rosso Stefano
Torino 28 ottobre 1961
Alla medaglia d’oro al merito del lavoro artigiano
Rosso Angelo
Concessagli per il suo cinquantennio di ininterrotta
attività e di attaccamento alla sua fucina dalla quale
seppe ricavare opere esemplari.
A nome della cittadinanza Tranese
l’Amministrazione Comunale
plaudente offre
Trana li 9 ottobre 1960
Il Sindaco Rinaldo Benetto
Circolo Culturale
“Giacomo Brodolini”
Della Val Sangone Giaveno
Premio Oliva Luigi
Alla Fedeltà artigianale della Valsangone
Rosso Remo
Trana 3 settembre 1936
Fabbro fucinatore 1921
- 1978
al lavoro con il maglio
incudine e maglio
il maglio
il maglio in primo piano
Rosso Remo al lavoro con l'incudine
"battere il ferro quando è caldo"
E' noto che il fabbro, per forgiare il ferro deve batterlo
sull'incudine al momento giusto, cioè quando è rovente.
In senso lato il proverbio significa che bisogna approfittare delle occasioni
favorevoli
per poter ottenere, con maggiore sicurezza, ciò che si desidera.
Alla fucina con vecchi e nuovi aratri - anno 1941
Rosso Remo a Esillex - a sinistra
articolo anno
1997
C’era una volta la fucina di Trana
Importante testimonianza di un passato rurale
I ricordi di Adolfo Rosso l’ultimo “fusinè”
PIOSSASCO - Vicenda antica ed affascinante, strettamente
legata ai diritti piossaschesi sull'acqua del Sangone, quella della Fucina
di Trana. “E cosa naturale che un capitale diritto dovessero avere
le signorie di Piossasco e Rivolta sul dominio e possesso dell'acqua del
Sangone” recita un documento del 1882, che definisce il primo dei
due centri citati “potente rivierasca”.
Se già un atto del 1349 sanciva la possibilità data al signore
di Piossasco di derivare una bealera larga dieci piedi, nel 1642 - con
la cessione di uno stabile con oltre cento giornate di terra venne acquistata
altra terza parte d'acqua in corrispettivo.
Ma veniamo alla fucina, divenuta (assieme ai relativi diritti d'acqua)
di proprietà di Piossasco il 28 maggio» 1788 appartenuta
a “certo conte Gromis”.
Oggi l'edificio è abbandonato, ma ha funzionato fino al 1984 sotto
la gestione del famiglia Rosso, i cui discendenti sono ora titolari di
un'officina di macchine agricole sempre a Trana. “Rappresenta una
testimonianza importante del passato rurale del nostro paese, anche se
si trova sul territorio altrui. Vorremmo realizzare i necessari interventi
di restauro e creare un museo attraverso il quale far conoscere anche
alle nuove generazioni una attività che è patrimonio della
nostra tradizione” spiega il sindaco di Piossasco Nino Marocco.
Adolfo Rosso (fratello di Remo), classe 1912, a forgiare attrezzi ha passato
una vita e può vantare il titolo di "ultimo fusinè",
avendo detto basta solo nel 1984.
Aprirono la dinastia i suoi antenati, nel 1842: e per oltre un secolo
la fucina di Trana è stata punto di riferimento per tanti agricoltori
di Piossasco, Orbassano, dei centri della Valsangone e di numerosi altri
Comuni. Si facevano badili, picconi, falci, scuri, roncole, ma anche aratri.
Sarebbe bello vedere ancora questo arzillo ottantacinquenne, con nel proprio
passato anche cinque anni di guerra nei Balcani, armeggiare attorno ai
due magli, alla berta (con la quale veniva creato l'occhio del piccone)
ed alla mola, tutte attrezzature rimaste nel locale unico e alimentate
dall'acqua del Sangone.
“Ho incominciato giovanissimo sulla orme di mio padre. Alla domenica
eravamo presenti con un banco in diversi Comuni, a Piossasco e a Orbassano,
ma anche a Cumiana e poi Torre Pellice, quando acquistai un camion uno
di quelli impiegati nella guerra d'Africa. E naturalmente non si mancava
alle fiere. Tra i nostri clienti avevamo anche una ditta che si occupava
della manutenzione delle rotaie dei tram a Torino, cui servivano i picconi:
al direttore lavori non importava pagare anche una lira in più:
con un attrezzo senza punta si fa più fatica e meno lavoro”.
Produzione significativa, se ad esempio si pensa che i già negli
Anni '30 si realizzavano 24 scuri e 30 roncole alla settimana, ognuna
venduta al prezzo di dieci lire, con incremento in autunno quando si tagliava
legna. Una forca costava due lire e mezza. I manici degli attrezzi provenivano
da due segherie, una torinese e l'altra cumianese. “Da noi passavano
anche diversi giovani apprendisti: per cominciare si dava loro un pezzettino
con cui realizzare un piccolo cuneo da incastrare e far star fermo l'attrezzo”.
E c'è chi, diventato col tempo abile manutentore, ha più
volte detto grazie ai Rosso per quello "stage" ante litteram.
La parabola di decadenza di tutti questi tipi di fucina è stata
comune, anche se quella di Trana è durata maggiormente rispetto
alle altre presenti in Valsangone.
Ma adesso un'arte è definitivamente scomparsa. Adolfo Rosso ci
congeda con una frase che non sa di retorica del passato: “Certo,
oggi quest'attività non ha più senso. Ma materiale resistente
come quello di un tempo...”.
Aldo Peinetti
La fucina con il canale - anno 1997
“Le risorse culturali e paesaggistiche del territorio: una valorizzazione a rete”
Candidatura per
il progetto “Valorizzazione della cultura dell'acqua
nei territori del Sangone e dei Laghi di Avigliana”
descrizioni delle iniziative
Descrizione del contesto territoriale
Il contesto territoriale di riferimento è quello compreso nel bacino
del torrente Sangone e nel bacino dei laghi di Avigliana.
I Comuni coinvolti nei processi di governance territoriale attivati con
i Contratti di Fiume e di Lago sono complessivamente 18:
Beinasco, Bruino, Coazze, Giaveno, Moncalieri, Nichelino, Orbassano, Piossasco,
Reano, Rivalta di Torino, Sangano, Torino, Trana, Valgioie, Villarbasse,
Volvera per il Sangone, ai quali si aggiungono Avigliana e Sant’Ambrogio
per i laghi di Avigliana, dove è nuovamente coinvolto anche Trana.
I due territori sono contigui e si intersecano sul territorio di Trana
e sono dunque caratterizzati da un’unitarietà territoriale
che si vuole implementare attraverso i processi in atto. Il bacino del
Sangone è molto interessante in quanto comprende uno dei corsi
d’acqua maggiormente compromessi dal punto di vista qualitativo
e quantitativo e pertanto necessita di recupero ambientale, ma è
anche ricco di testimonianze storiche dell’uso delle acque per ogni
fine, vista l’elevata eterogeneità degli utilizzi, per raggiungere
occorre non operare sulla sensibilizzazione della cultura dell’acqua
e sull’ampliamento delle possibilità fruitive anche attraverso
il potenziamento del turismo “dolce” (rete di piste ciclabili,
agriturismi, ecc...). Si da infatti per assodato che una maggiore conoscenza
del territorio e della sua storia porti ad una maggiore considerazione
e protezione dello stesso. Al fine della presente candidatura si effettua
uno zoom territoriale su alcuni Comuni che hanno già a disposizione
punti espositivi nei quali collocare materiale divulgativo e storico culturale
sull’argomento “acqua” e che possono rappresentare un
primo nucleo della rete da ampliare successivamente con ulteriori risorse.
Beni coinvolti
Tutti i beni da valorizzare direttamente attraverso questa richiesta di
finanziamento sono di proprietà pubblica ed in particolare:
- la “Fucina di Trana”, per la quale si prevede la parziale
ristrutturazione, è di proprietà del Comune di Piossasco
ed è localizzata sulla sponda destra del torrente Sangone in territorio
di Trana, immediatamente a valle del ponte della SP 589; la struttura
è completamente dismessa, attualmente non agibile. Trana è
infatti punto d'unione tra i territori in quanto facente parte sia del
bacino del Sangone sia del bacino dei Laghi di Avigliana, e dunque coinvolta
in entrambi i processi . La fucina è di proprietà del Comune
di Piossasco già dal 1788.
- I punti di riferimento di questo primo nucleo di museo diffuso sono
tutti di proprietà pubblica e verranno messi a disposizione per
l’esposizione permanente o temporanea di materiali di divulgazione
storica e di informazioni sulla rete di conoscenza territoriale della
cultura dell’acqua, per aumentare al massimo la possibilità
di conoscenza di tutti gli altri riferimenti sul territorio. In particolare
il materiale (pannelli, bacheche...) potrà essere esposto, oltre
che nella Fucina, in luoghi significativi in ciascun Comune, come l’Incubatoio
di valle (sito a Trana e finalizzato all’attività di ripopolamento
ittico), nel Complesso del Monastero (ex Abbazia benedettina) e del Mulino
(situato sulle due bealere di Villarbasse e di Orbassano) e nel centro
sportivo sulle sponde del Sangone (già riqualificate con gli interventi
di Corona Verde 1) in Rivalta di Torino, presso la Casa Comunale e presso
la biblioteca di Bruino (in attesa di realizzare nel futuro una struttura
didattica sulle sponde del Sangone), presso l’ex mulino di Piossasco
già ristrutturato a cura del Comune per
fini didattici e presso il vivaio forestale comunale del Parco Provinciale
Monte San Giorgio, dove si vorrebbe sviluppare il tematismo della riqualificazione
delle sponde dei corsi d’acqua con specie vegetali autoctone, presso
l’ecomuseo della pesca sulle sponde del Lago Piccolo di Avigliana
e presso la struttura della sede dell’ex ente parco naturale dei
Laghi di Avigliana (oggi annesso al Parco Naturale delle Alpi Cozie) e
presso il museo del Dinamitificio Nobel siti prosse le sponde del Lago
Grande di Avigliana. Nel futuro si intende ampliare progressivamente la
rete dei punti della cultura dell’acqua anche agli altri Comuni
del territorio sopra indicati.
3) Descrizione delle attività
- Ristrutturazione parziale dell’edificio della Fucina di Trana,
finalizzata al raggiungimento di una condizione di agibilità del
volume dell'edificio in passato utilizzato per le attività lavorative,
per l'utilizzo come centro di documentazione storico – culturale
(centro di documentazione storica sulla cultura locale dell'acqua), punto
informativo (a cura dei volontari già attivi presso il Comune di
Trana) ed espositivo, anche valorizzando le vecchie attrezzature di lavoro
ancora presenti nella struttura. Sarà anche sede per la divulgazione
delle progettualità di riqualificazione in itinere sul territorio.
- Realizzazione del progetto di valorizzazione dell'intero sistema di
rete sul terrritorio.
- Raccolta del materiale e della documentazione storica già in
possesso delle amministrazioni locali (vecchie fotografie di usi delle
acque per energia, pesca, lavoro, agricoltura, turismo..., cartografie
storiche del territorio e delle sue acque, cartoline storiche, pubblicazioni
tematiche storiche ed attuali, documentari, ....) e valorizzazione degli
stessi attraverso allestimenti, ristampe, bacheche, materiale interattivo
da localizzare nei diversi punti della rete. A questo materiale si unisce
quello che si sta provvedendo a raccogliere attraverso il progetto INFEA
“IDRA” oggi in atto (che prevede una sensibilizzazione diffusa
sugli argomenti legati al Sangone ed ai laghi di Avigliana.
- Inserimento nei siti web istituzionali degli enti coinvolti di un’apposita
sezione web dedicata alla rete sulla cultura dell’acqua. Ogni pagina
sarà riconoscibile in tutti i diversi siti e sarà linkata
a tutte le altre della rete ed aggiornata periodicamente anche con i futuri
“nuovi ingressi” di punti e Comuni nel museo diffuso.
- Attività di sensibilizzazione e di divulgazione volte attraverso
il coinvolgimento del mondo scolastico locale (anche al fine di creare
una fruizione attiva e costante nel futuro dei punti della rete) e della
cittadinanza con incontri nelle biblioteche.
Tutti gli interventi saranno coordinati dal Comune di Trana, Ente capofila,
che sarà responsabile degli appalti specifici per le attività
previste. I Comuni di Avigliana, Bruino, Piossasco e Rivalta di Torino
metteranno a disposizione tutto il materiale storico-culturale in proprio
possesso e si attiveranno per procurarne eventualmente di nuovo e metteranno
a disposizione una porzione interna o esterna delle strutture sopra indicate
come punti di appoggio della rete. La Provincia di Torino garantirà
supporto (in termini di ore lavoro) al capofila nel coordinamento delle
attività e metterà a disposizione il materiale in proprio
possesso per il progetto.
- L’intero progetto è caratterizzato da una stretta interrelazione
degli interventi tra loro e con l’idea guida, in quanto sono tutti
finalizzati allo sviluppo di un sistema di rete per la promozione e sensibilizzazione
sulla cultura dell’acqua di questi territori.
anno 2011
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Trana, una proposta
turistica e culturale
«Il fiume che diede ricchezza merita un Museo diffuso»
TRANA - Realizzare un Museo diffuso sull'utilizzo dell'acqua
è un progetto caro a Luigi Monge, consigliere comunale tranese
con delega all'Ambiente. «il torrente Sangone ha un percorso in
alcuni punti molto critico, ma - dice - lungo il suo letto si possono
trovare diverse testimonianze più o meno recenti sull'uso delle
sue acque».
L'idea è quella di recuperare e rendere visitabili i manufatti
in disuso e collegarli con gli altri presenti sul territorio. Ad esempio,
a Trana si trovano la presa del canale artificiale del Sangonetto e, all'ingresso
del paese, una fucina per la lavorazione dei metalli, di proprietà
del Comune di Piossasco, alimentata ad acqua tramite un'apposita canalizzazione.
Proprio la fucina potrebbe diventare il centro del museo: nonostante l'attività
si sia interrotta da decenni, i macchinari al suo interno sono in buono
stato di conservazione e con un'operazione di tornare a funzionare ed
essere resi visibili in sicurezza tramite vetrate.
Per rendere nuovamente fruibile questa struttura occorrerebbe un apposito
progetto da concertare in accordo con il Comune proprietario. Altri centri
di interesse del Museo diffuso potrebbero essere l'incubatoio di valle,
l'ex-mulino di Piossasco, il mulino sulle bealere di Villarbasse e di
Orbassano, l’Ecomuseo della pesca presso il Lago Piccolo o l'acquedotto
sotterraneo di Sangano. Sarebbe possibile visitare tutti questi luoghi
anche a "impatto zero", usufruendo delle piste ciclabili del
progetto "Corona verde": si è infatti in attesa che vengano
stanziati i fondi per la loro realizzazione. Al termine dei lavori, Trana
diventerà uno snodo di collegamento tra le piste ciclabili della
bassa e dell'alta Val Sangone, della pianura di Piossasco e verso i laghi
di Avigliana.
l'Eco del Chisone 2013 - Luca
Cerutti
La fucina oggi
Il pozzo della fucina
Maria Teresa Pasquero Andruetto