La Cappella romanica sul monte San Giorgio - Piossasco
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Monte San Giorgio cappella romanica, abside
Il simbolo del monte San Giorgio Piossasco "peonia officinalis"
La rosa canina
La Croce sul monte Pietraborga Trana
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Curiosità sullo spartiacque Sangano-Trana
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Pratovigero Trana case Barbar
Pratovigero Trana case Barbar
Pratovigero Trana case Barbar
Pratovigero Trana il pozzo del Barbar
La scuola di Pratovigero Trana dietro la Cappella di San Pancrazio,
chiusa nel 1953 circa
La balma ëd Reusa (la balma di Rosa) spartiacque Sangano Piossasco
Sul reale significato di "balma" esistono diverse interpretazioni,
alcuni pensano sia di origine celtica, dal celtico "Bal-men" = pietre
alte, che
si riferisce a grotta, o un masso o roccia sporgente che offre riparo, altri
propendono per l'origine latina, da "valva", (apertura, finestra...).
Spartiacque Piossasco Sangano, la balma ëd Reusa
Spartiacque Piossasco Sangano, la balma ëd Reusa
Territorio di Piossasco
...all'alba partiamo molto presto, e la nostra meta era quella
di raggiungere le Prese (Piossasco), e di lì cercarsi un nuovo rifugio.
Lo abbiamo trovato, e subito ci siamo stabiliti. È un bel posto, non
c'è da lamentarsi e subito lo abbiamo battezzato col nome di «Villa
dell'allegria». Tutt'ora mentre scrivo mi trovo qui dentro, sono solo,
i miei compagni sono fuori in perlustrazione.
Dunque come dicevo, abbiamo trovato questa bella «villetta» dopo
un po' di lavoro, siamo riusciti a costruirvi la facciata che ha l'aspetto
più che altro di un fortino, ma si sta bene. Abbiamo raccolto delle
foglie secche ed abbiamo stabilito la nostra dimora.
la racchetta cm 112
Piossasco versante Colle di Pre - Prese
Ingresso alla grotta località Rociass- profondità mt. 12,30
larg. mt. 1,60 altezza mt. 1,50 circa
Piossasco versante Colle di Pre - Prese
Il monte San Giorgio
La vallata della fontana della Gurajà
La pianura
Il panorama dall'alto della grotta dal monte San Giorgio a Pietraborga
Le Prese di Piossasco viste dalla grotta
Ritrovato rifugio partigiano alle Prese
Una grotta che venne utilizzata come rifugio dai partigiani,
in borgata Prese, sulle alture tra Sangano e Piossasco, è stata ritrovata
dopo numerosi tentativi di ricerca.
Trentanni fa il Comune di Piossasco pubblicò il "Diario di Mario
Davide dopo l'8 settembre - Una scelta partigiana", un dettagliato lavoro
di recupero del "Gruppo di ricerca sulla storia e sulla cultura locale".
Tra gli scritti del 21 settembre 1943 si legge: «La nostra meta era
quella di raggiungere le Prese (di Piossasco, ndr), e di cercarsi un nuovo
rifugio. Lo abbiamo trovato e subito ci siamo stabiliti. È un bel posto,
non c'è da lamentarsi e subito lo abbiamo battezzato col nome di "Villa
dell'allegria". Tutt'ora mentre scrivo mi trovo qui dentro, sono solo,
i miei compagni sono fuori in perlustrazione [...] dopo un po' di lavoro,
siamo riusciti a costruirvi la facciata che ha l'aspetto più che altro
di un fortino, ma si sta bene. Abbiamo raccolto delle foglie secche ed abbiamo
stabilito la nostra dimora».
Da quando Maria Teresa Pasquero - sanganese appassionata di storia locale
e conoscitrice delle montagne che circondano il territorio - ha letto il diario,
non ha mai smesso di cercare «Villa dell'allegria», anche se in
una nota gli albori della ricerca definivano le testimonianze su di essa «confuse
e contraddittorie». La svolta avviene parlando con Romano Andruetto
(nato nel 1938 e deceduto quest'anno 2012), originario di Taburdano, borgata
di Trana, che racconta le sue visite ai parenti, abitanti delle Prese di Piossasco,
nell'immediato dopoguerra e si ricorda di numerose tracce della presenza partigiana
in quei luoghi. Le dice di contattare il piossaschese Luciano Masante che
negli Anni '80 tagliava la legna in zona: lui quasi sicuramente avrebbe potuto
indicarle la grotta.
Individuarla è stata un'impresa: si trova infatti in un luogo impervio
con numerosi massi enormi denominato, in espressione dialettale dispregiativa,
dei Rociass. Da lì, ancora oggi, nonostante il bosco sia incolto e
fitto, si domina la valle e si possono osservare, senza essere visti, tutte
le sue vie di comunicazione e la ex-polveriera di Sangano, perché la
visuale spazia dal Monte Pietra Borga al San Giorgio.
Se Mario fosse ancora in vita, avrebbe compiuto 90 anni da poco più
di un mese. Il ritrovamento del suo rifugio partigiano è un simbolico
e doveroso omaggio ad un uomo che ha perso la vita per la libertà dell'Italia.
Figlio di Mattia e Luigia Garello, Mario Davide, nome di battaglia Biondo,
nacque il 17 giugno 1922 a Piossasco, secondo di sette figli di una famiglia
contadina. Fu ucciso a ventun anni durante un rastrellamento il 10 maggio
1944 a Borgata Ruata (Coazze). La sua salma riposa nell'ossario di Forno di
Coazze.
Luca Cerutti
l'eco del chisone mercoledì 18 luglio 2012
"In quella grotta visse Mario Davide"
VAL SANGONE - «Si, quella è davvero "Villa
dell'Allegria"». L'ha riconosciuta, Eraldo Davide, fratello di
Mario, il partigiano piossaschese giustiziato dai tedeschi il 10 maggio 1944
a 21 anni. Quella grotta ritrovata in borgata Prese, sulle alture tra Sangano
e Piossasco ("L'Eco" ne parlò a luglio) «fu davvero
uno degli ultimi rifugi di mio fratello».
L’Ecoha incontrato Eraldo Davide nella sua casa a Piossasco; il ritratto
di Mario è ben visibile sulla credenza in soggiorno e lui guardandolo
esclama: «È un bene che qualcuno si ricordi di queste vicende,
perchè solo la memoria può evitare che succedano ancora».
I ricordi sono ancora nitidi: “Dopo l’esecuzione dissero ai miei
genitori che Mario era stato ferito a piedi andarono da Piossasco a Bruino,
poi col treno fino a Giaveno infine nuovamente a piedi, raggiunsero Borgata
Ruata (Coazze) per cercare il luogo dov'era stato sepolto». Eraldo aveva
11 anni, essendo nato nel 1933.
“Giunti sul posto, una ragazzina li sentì parlare del "biondo
di Piossasco" -prosegue e li accompagnò al luogo dove venne tumulato.
Una persona anziana, chiamata dai tedeschi per la sepoltura, gli aveva messo
una corona del rosario fra le mani e lo aveva sepolto sotto un sottile strato
di terra. Prima che ciò avvenisse, i militari avevano infierito sul
cadavere».
Nella "Villa dell'Allegria" Mario aveva vissuto gli ultimi giorni
di libertà: «un paio di mesi prima che morisse lo vidi per l'ultima
volta, insieme a due dei suoi compagni. Avevo 11 anni, ogni due giorni scendevo
dalle Prese di Piossasco a valle, passando dai dirupi “Rubatabò",
per andare a cercare rifornimenti: i bambini davano meno nell'occhio. Impiegavo
mezz'ora per scendere di corsa e 40 minuti per salire con lo zaino pieno».
Prosegue: «Io rimanevo in borgata (faceva garzone presso gli zìi
che abitavano alle "Case Garello") e i partigiani scendevano per
ritirare i viveri».
Eraldo descrive l'ultima azione di suo fratello: «Era stato minato il
ponte di Sangonetto a Coazze, ma l’innesco non ha funzionato e lui è
tornato indietro per accendere le micce per farlo saltare. Con la squadra
è stato sorpreso dai tedeschi, si è difeso usando le bombe e
il moschetto, finché non è stato catturato e giustiziato».
Luca Cerutti
l'eco del chisone mercoledì 24 ottobre 2012
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Maria Teresa Pasquero Andruetto