Paesi nella storia
Bruino - Giaveno - Orbassano - Sangano

 

Bruino - Giaveno - Orbassano - Sangano

Centenario prima guerra mondiale
2014 — 2018

Il Progetto Paesi nella Storia nasce per riportare alla Memoria e divulgare momenti di Vita che hanno coinvolto le cittadine di Orbassano, Bruino, Sangano e Giaveno. Storie locali che si inseriscono all’interno della Storia nazionale. Testimonianze, luoghi, oggetti, ricordi, che danno la possibilità a chi non c’era di conoscere, di riflettere, di crescere.
Un Progetto che ha preso il via con la Mostra itinerante “Il mitragliamento del Trenino Torino - Giaveno” e che vuole proseguire e creare una rete di Memoria e di Cultura.
Il 2015 sarà l’anno in cui si ricorderanno i 100 anni dall’inizio della Prima Guerra Mondiale e si festeggerà 70°Anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, due eventi che ci permetteranno di progettare e realizzare momenti di riflessione, di festa, di ricordo, guardando al Passato per migliorare il Futuro.
La Storia è passata anche da qui, le nostre comunità hanno partecipato a questi eventi e il nostro compito sarà quello di restituire la giusta importanza a ciò che è stato.

Chiara Becchio

 

 

*w*— Sangano —*w*

 

la nostra storia

 

Parenti e autorità

Contadina: Sono Lorella, vivo dei prodotti del mio campo e del mio orto e soffro per mio figlio partito per la guerra. Noi, in paese, ne sentiamo parlare, ci arrivano i racconti dei soldati dal fronte, della sofferenza e di chi non tornerà più. Eppure sono solo echi lontani, nel Veneto, dicono. È troppo distante e ci auguriamo che i soldati non arrivino fin qua. In quelle terre ci saranno madri come me che pregheranno ogni giorno per la salvezza dei loro figli ed altre piangeranno perché non hanno potuto più riabbracciarli. La mancanza di mio figlio si fa sentire anche nei lavori contadini: sono braccia in meno e il raccolto quest’anno è buono. Qui, in campagna, la vita continua nonostante la guerra: mio marito ed io fatichiamo per guadagnarci il pane quotidiano tutto il giorno. Al tramonto vado in chiesa e prego il Signore, perché mi riporti presto mio figlio a casa sano e salvo, quando questa guerra lontana e non nostra finirà. Abbiamo bisogno di lui, da soli accudire le bestie e il campo è sempre più difficile. Siamo vecchi e siamo costretti a piangere per le giovani vite che ci lasciano prima di noi. Non è giusto. Non dovrebbe essere così.

 

 

Soldato ferito: Sono Erminio, sono un soldato. Grazie all’aiuto delle Crocerossine sono ancora vivo. Prima che un proiettile di artiglieria mi ferisse, la mia postazione era in prima linea, in trincea con la mia baionetta pronta a uccidere il nemico che avanzava e il terrore di essere io a morire. Ero sulle alture di Vodil, dove si combatteva ogni giorno per guadagnare qualche metro di terra, tra sacchi di sabbia, cecchini, freddo, pioggia, fango e successivamente si batteva in ritirata dopo pochi giorni. Mi reputo fortunato rispetto ai miei compagni di trincea, perché sono tornato a casa, vicino alla mia famiglia anche se solo per il tempo della convalescenza. Non so quanti miei compagni d’armi saranno vivi e quanti, invece, avranno perso la vita per quest’abominio. No, no, nessuno può davvero sapere quanta sofferenza e atrocità si patiscano in guerra, al fronte, in luoghi estranei. Eppure, nemici ed amici cadono sotto i colpi di mortaio seguendo gli ordini di chi sta in alto. Chissà chi ha ragione… E i nostri cari patiscono insieme a noi.

 

Crocerossina: Mi chiamo Elisa e sono una Crocerossina. Ho vent’anni e la guerra ha portato mio fratello maggiore in trincea, da qualche parte nel Veneto. Ci sono tanti giovani come lui che tornano dal fronte, feriti, addirittura con gli arti mancanti e con le sofferenze della violenza nei loro occhi. Insieme ad altre mie amiche abbiamo deciso di prodigarci per alleviare i giorni che questi soldati passano in ospedale. Vestiamo di bianco, con una croce rossa sul petto dalla parte del cuore e un velo. Siamo donne, giovani e anche belle, ma siamo anche capaci di curare, assistere e pulire il corpo martoriato di un uomo. Lo medichiamo e gli somministriamo le medicine necessarie, purtroppo troppo spesso lo accompagniamo nei suoi ultimi istanti, mentre ci stringe la mano piangendo ed invocando la mamma ad accoglierlo fra le sue braccia. Quando mi prendo cura di un malato, mi auguro che se mai dovesse accadere anche a mio fratello ci sia un’infermiera come me che gli sta accanto. Quando finirà questa guerra?

Dialoghi a cura di Giulia Gino

 

La guerra è incominciata - la chiamata è arrivata. - l’euforia del momento - nelle famiglie porta - tanto scontento.
Tra padri e figli - si rincorrono i bisbigli.
Le mamme piangono - fanno i calzini - da mettere nei piedi - di quei soldatini.
Giovani e vecchi - lasciano il paese - per forse non tornare - nelle loro case.
La tristezza di - questi momenti - avvicina molte genti - giù dai monti
su dal piano sono - arrivati fino a Sangano
tutti assieme per ricordare chi a casa - deve ancora tornare

Silvia Martinasso


Il Sindaco legge la cronaca del tempo

3 Dicembre 1919
Per iniziativa del Comune e di un comitato di generosi oblatori si solennizzò domenica la memoria dei soldati Sanganesi caduti.
Fu giornata di care ricordanze e di fervidi suffragi in cui la religione santificava ed abbelliva l'amore di patria.
Al solenne funerale cui prese parte in corpo il comune, assisteva tanta folla quanto ne poteva capire la chiesa parrocchiale; numerosissimi pure gli intervenuti alla funzione della sera. Eseguì inappuntabilmente scelta musica la "Schola Cantorum" della Parrocchia della Crocetta di Torino invitata graziosamente dalla munificenza della famiglia Giusiana.
Dopo la solenne benedizione la folla si riversò sulla piazza ed assistette allo scoprimento della artistica lapide fatta su disegno dell'ing. Giacomo Caroglio. Assisteva un picchetto armato, presenziava pure S. E. il generale Do e il cap. Boeris e prestava servizio la banda musicale della Società Cattolica di Giaveno.
L'oratore Capitano Giuseppe Giusiana, con discorso patriottico e cristiano, rievocando la memoria dei Caduti di Sangano, illustrò maestrevolmente l'alto ed efficace contributo portato alla vittoria delle nostre armi dai soldati contadini, la riconoscenza che a questi deve la Nazione, e la preziosa cooperazione che la Società attende dalla loro cristiana rettitudine per la risoluzione dei gravi problemi dell'avvenire.

Dal libro
Campo San Giorgio
Capitano Dot. Giuseppe Giusiana

 

Liliana Maino nipote del caduto Ruffino Antonio ringrazia per la commemorazione

Gruppo con i costumi dell'epoca, a destra Don Gianni Parroco di Sangano

La benedizione ai partecipanti da parte di Don Gianni in partenza per Bruino

 

*w*— Bruino —*w*

 

 

Un alpino legge i nomi dei Caduti

A riconoscente ricordo
dei Caduti di Bruino
nella guerra 1915-1918
Municipio e popolo
Pognante Bartolo – Valfrè Giovanni – Actis Goretta Giovanni
Bert Celso – Bertolotto Filippo – Camandona Carlo
Cellone Placido – Cerutti Leandro – Nivoli Celestino
Maina Giuseppe – Margas Basilio – Valfrè Francesco
Valfrè Michele – Scaglia Giovanni – Designa Luigi
Turina Emilio
Bruino 11 novembre 1919

 

Graziella Beltramino

Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Veglia di Giuseppe Ungaretti

C’è un corpo in poltiglia
con crespe di faccia, affiorante
sul lezzo dell’aria sbranata.
Frode la terra.
Forsennato non piango:
affar di chi può, e del fango.
Però se ritorni,
tu, uomo, di guerra
a chi ignora non dire;
non dire la cosa, ove l’uomo
e la vita s’intendono ancora.
Ma afferra la donna
una notte, dopo un gorgo di baci,
se tornare potrai;
soffiale che nulla del mondo
redimerà ciò che è perso
di noi, i putrefatti di qui;
stringile il cuore a strozzarla:
e se t’ama, lo capirai nella vita
più tardi, o giammai.

Voce di Vedetta morta
di Clemente Rebora
1 gennaio 1917

 

Il Coro Rocciavre' Di Bruino

 

 

Il discorso del Sindaco di Bruino Cesare Riccardo

La sosta con ristoro

Partenza per Orbassano

 

*w*— Orbassano —*w*

 

 

AI SUOI PRODI EROICAMENTE CADUTI
PER LA RINNOVATA GRANDEZZA DELLA PATRIA IMMORTALMENTE VIVI
NELLA MEMORIA NELLA RICONOSCENZA NELLA GLORIA
ORBASSANO FEDELE
PER IMPERITURA TESTIMONIANZA CONSACRA
MCMXV———MCMXVIII

 

Il discorso del Presidente della Società Cattolica Operaia di M.S. San Giuseppe Sig. Piercarlo Barberis

 

 

 

 

 

Fotografie Orbassano Fabrizio Prest

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Maria Teresa Pasquero Andruetto