Collezione di vecchie cartoline
Piossasco ed il suo territorio
Cappella romanica di San Giorgio (viaggiata
1942)
situata sul monte omonimo ora parco montano
Cappella della Madonna della Neve Frazione
Prese (viaggiata 1941)
"dietro la cappella vi sono i ruderi dell'antica scuola della frazione,
in funzione fino agli anni venti"
Retro — Al Soldato Giovanni Ruffino
3° Reggimento Alpini Compagnia
Comando Reggimentale Posta Militare (111)
Saluti e ricordi tua sorella Camilla ciau ciau 31 agosto 1941
Cappella della Madonna della Neve Frazione Prese - particolare
Cappella di San Valeriano (viaggiata
1937)
Venne distrutta nel bombardamento del 19 luglio 1944 dai Tedeschi
ricostruita nel 1947
Cappella San Valeriano - particolare
Facciata della Chiesa della Confraternita (affreschi del sec. XV)
Cappella Madonna dei Fiori (Frazione Cappella)
Cappella Madonna delle Grazie (Prarosto)
Cappella di Sant'Antero al Campetto
Cappella di San Bernardino
Cappella dell'Assunta Cascina del Priore
Cappella San Martino Frazione Paperia
Cappella dell'Immacolata Frazione Marchile
Chiesa Parrocchiale di San Francesco (viaggiata 1903)
Strada Provinciale Pinerolo Susa (viaggiata 1917)
Ponte Vecchio (viaggiata 1944)
Scuole Comunali (viaggiata 1917)
Scuole Comunali (viaggiata 1916)
Chiesa della Confraternita (viaggiata 1904)
Chiesa Parrocchiale di San Francesco (viaggiata 1922)
Ai caduti della Marsaglia (viaggiata 1913)
1693 - 21 ottobre - 1913
Piossasco - Bruino - Orbassano - Volvera
Interno Chiesa Parrocchiale San Francesco (viaggiata 1917)
Saluti da Piossasco (viaggiata 1904)
Particolare della Cantina del Ponte Nuovo (viaggiata 1904)
Delle varie "piòle" di Piossasco, ho già
dato notizia in un capitolo del mio libro: "Vecchia Piossasco dai mille
volti". Vorrei ora soffermarmi, a parlare dell'osteria gestita dai miei
nonni, situata dove adesso sorge la mia casa.
Nel cortile, che era più basso della strada, c'era un pergolato, sotto
il quale d'estate erano poste le tavole, per gli avventori e c'erano pure
alcune grosse gabbie con uccelli vari. Sovente venivano a mangiare i meccanici
della Fiat, che provavano le macchine sul rettilineo Piossasco-Bruino.
Alcuni cacciatori portavano la selvaggina appena uccisa alla nonna, che era
una cuoca provetta e poi arrivavano a cena con la famiglia, ad assaggiare
le loro prede venatorie. I nonni aprivano alle sei del mattino e la sera non
c'era orario di chiusura: si lasciava aperto, finché continuava ad
esserci gente.
Non c'era nessun giorno di riposo e non si facevano ferie. Alla Madonna del
Carmine e alle altre feste piossaschesi, l'osteria era affollatissima fino
all'inverosimile e non si trovava un posto a sedere. Questo succedeva pure,
quando avevano luogo la fiera di Pinerolo e i vari mercati nei luoghi vicini,
perché la gente, al ritorno si fermava dai nonni.
La trattoria era frequentata da persone, che venivano da fuori e dai soliti
clienti locali. Fra questi ultimi c'erano i pensionati, che trascorrevano
colà l'intero pomeriggio, sorseggiando un caffé.
C'era poi un signore, che aveva un calesse, condotto da un bel cavallino bianco
e tutte le mattine si fermava, a prendere "un bicchierino" al bancone
e immediatamente ripartiva.
C'era sempre, a mangiare, un impiegato del Comune, delicato di stomaco e la
cuoca cucinava un pranzo adatto a lui. Cera poi il solito cliente, che veniva,
a bere un "grapìn" e, quando la nonna lo vedeva arrivare,
prima che costui aprisse bocca, subito diceva alla cameriera, di preparargli
il "grapìn". Fra le tante chiacchiere, che facevano gli avventori,
c'era chi raccontava di un nobile, abitante a San Vito, che la sera si vestiva
con una pelle d'orso e andava, a spaventare la gente e si parlava pure di
un tale, che circolava con un mantello nero e col volto coperto, per far paura
alle ragazze. C'era poi chi raccontava di un altro nobile, soprannominato
"il Contino", che era diventato cieco e che aveva perso tutti i
suoi averi. Si guadagnava da vivere, andando a cantare canzoni, da lui composte,
accompagnato da una donna, nei cortili e nelle piazze.
Allorché c'erano con molti commensali, venivano alcune Piossaschesi,
a lavorare e servivano a tavola e tali banchetti avevano luogo sovente: quello
dei coscritti, degli ufficiali e vari altri. Due o tre volte all'osteria del
Ponte Nuovo venne un ospite d'eccezione: nientemeno che Umberto di Savoia,
coi suoi ufficiali.
Una delle volte, in cui ci fu questo importante commensale, avvertirono i
nonni, che con lui c'era un giovane graduato con un tic, che gli faceva contrarre
la bocca e pareva, che ridesse e che quindi, chi serviva a tavola, non ci
facesse caso. Ogni tanto arrivava un camion, a portare biancheria per l'albergo.
Le giornate dei nonni, gran lavoratori, erano veramente piene e non avevano
mai un minuto di riposo.
Dal libro: "La Piossasco dei nostri nonni" di Miranda Cruto
Saluti da Piossasco
A sinistra l'antica Fabbrica Vini Vermout e Liquori
Fratelli Reinaudi
Stazione Tranviaria (viaggiata 1905)
Chiesa Parrocchiale di San Francesco (viaggiata 1902)
Chiesa Parrocchiale di San Francesco (viaggiata 1901)
Chiesa Parrocchiale di San Francesco
Particolare dell'antico pozzo
Stazione Tranvia (viaggiata 1913)
Stazione (viaggiata 1915)
Arrivo Tranvai (viaggiata 1911)
Chiesa Parrocchiale di San Vito
Via San Vito e Borgata Piazza (viaggiata 1918)
Maria Teresa Pasquero Andruetto