Sangano
Il Cippo Sergio De Vitis
Medaglia d'Oro Valor Militare
Ufficiale Sergio De Vitis
7 aprile 1920 — 26 giugno 1944
Nacque a Lettopalena (Chieti) nel 1920. Iniziò la sua breve vita militare quale allievo dell’Accademia Militare di Modena dalla quale, nel marzo 1942, uscì sottotenente in servizio permanente nel 3° reggimento alpini. Frequentato il corso applicativa alla Scuola di Fanteria di Parma, fu inviato al corso di specializzazione presso la Scuola Centrale Militare di Aosta, quindi, nel luglio 1942, al battaglione “Val Chisone” del IV gruppo alpini “Valli” mobilitato, allora dislocato nel Montenegro. Rientrato in Italia col reparto alla fine dello stesso anno, dopo gli avvenimenti susseguitisi all’armistizio dell’8 settembre, partecipò in Piemonte alla lotta clandestina. Per il valore dimostrato e per le sue doti di comando, venne nominato comandante di una divisione partigiana denominata in seguito Divisione “Sergio De Vitis”.
“Comandante di elette virtù militari, combattente di leggendario valore, in numerosi aspri combattimenti inferiva duri colpi al nemico, catturando interi presidi e facendo cospicuo bottino di materiali da guerra. Durante un audace attacco ad una polveriera, sopraffatto da forze nemiche accorse in rinforzo, sosteneva per quattro ore una impari lotta, costretto a far ripiegare ilk proprio reparto, rimaneva con pochi compagnia proteggere il movimento. Dopo avere strenuamente lottato fino all’ultima cartuccia, cadeva in mezzo ai suoi uomini stretti intorno a lui nell’epica difesa. Il nemico, ammirato da tanto valore, gli dava onorata sepoltura ed inviava il drappo per avvolgere la salma.” Sangano 26 giugno 1944
Formazione= 43° Div De Vitis Brg Magnone, dal 1943 set. 8 al 1944 giu.
26
Grado= Comandante Brg, dal 1943 set. 8 al 1944 giu. 26
Qualifica riconosciuta= Caduto
Eventi= Caduto, Combattimento, 1944-06-26
Vottero Giuseppe di Giovanni |
Villafranca P.te 17-1-1925 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
''' |
Bottino Bruno fu Paolo |
Genova 26-11-1923 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Genova |
De Vitis Sergio di Felice |
Palena 7-4-1920 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Frossasco |
Impionbato Giovanni di Fortunato |
Palmi 1-3-1921 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Palmi |
Nicoletti Stefano di Giuseppe |
S. Pietro in Guarano 3-6-1921 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Cosenza |
Mongelli Pantaleone fu Raffaele |
Melfi Potenza 7-3-1925 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Torino |
Depetris Massimo fu Pietro |
Torino 22-11-1917 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Torino |
Bertucci Mario di Giuseppe |
Vercelli 15-2-1924 |
Bruino 26-6-1944 |
Divisione Autonoma Val Sangone |
Vercelli |
|
Bertucci Mario ———— Bottino Bruno ———— Depetris Massimo
Mongelli Pantaleone ———— Nicoletti Stefano
Impiombato Giovanni ———— Vottero Giuseppe
28 giugno 1944
Traduzione
Al Comune di Bruino
Il Comune di Bruino riceve l’ordine di seppellire i ribelli caduti durante i combattimento al giorno 26.6.44 tale si trovano interno alla polveriera nella Montagna di Sangano.
Il Commissario Prefettizio
3 luglio 1944
Alla Procura di Stato di Torino
Seppellimento di n. 8 sconosciuti nel cimitero
della frazione Sangano
A seguito di ordine ricevuto dal comando Germanico di Airasca
in data 28 6 1944 ho disposto il seppellimento, nel cimitero della frazione
Sangano, di otto salme di sconosciuti caduti nel combattimento svoltosi il
26-6-1944 nei dintorni dei magazzini Militari di Sangano.
IL Commissario Prefettizio
15 luglio al Procuratore di Stato presso il Tribunale C.
e P. di Torino
Compilazione atti di morte
Facendo seguito alla mia nota del 3 luglio c. a. 1181 con
cui si segnalava a codesta Procura che il Comando Germanico di Airasca aveva
disposto il seppellimento di otto salme di sconosciuti caduti nelle operazioni
di rastrellamento operato nel territorio di questo Comune il 26 giugno c.
a. prego impartire disposizioni per l’eventuale compilazione dei relativi
atti di morte, sussistendo la circostanza del mancato riconoscimento delle
otto salme sepolte.
IL Commissario Prefettizio
18 dicembre 1944 al Procuratore di Stato presso il Tribunale
C. e P. di Torino
Verbale decesso sconosciuti
Fatto d’armi 26-6-1944
Facendo seguito a mie note 3 e 15 luglio 1944, ed a sensi
dell’articolo 144 dell’ordinamento dello stato civile, vi trasmetto
l’allegato processo verbale sulle circostanze che dettero causa alla
morte di otto giovani sconosciuti. Resto in attesa di istruzioni per la eventuale
compilazione degli atti di morte.
IL Commissario Prefettizio
Provincia di Torino
Comune di Bruino
Processo verbale circa il rinvenimento e il seppellimento di n. 8 salme di sconosciuti. (Fatto d’armi: 26 giugno 1944)
L’anno millenovecentoquarantaquattro addì vent’otto
del mese di luglio, il Commissario Prefettizio del Comune di Bruino dietro
ordine del Comando Germanico, procedeva alla ricerca ed al seppellimento di
Partigiani deceduti nel Combattimento svoltosi il 26-6-44 verso le ore 15,
in regione montana Prese di Sangano attorno ai magazzini militari (polveriera)
di Sangano.
Ha proceduto in merito, e da atto: che le salme rinvenute in detta zona sono
state otto, tutte appartenenti a giovani dai 20 ai 30 anni, tutte colpite
da armi da fuoco, e tutte prive di documenti atti all’identificazione
personale.
Che ad ogni caduto lo scrivente a provveduto a togliere un pezzetto di indumento,
(giubba, maglia ecc.) o di un oggetto personale rinvenutogli addosso e che
è custodito nell’Ufficio Comunale, e ciò allo scopo di
eventuale e possibile identificazione delle salme. Che ogni salma e stata
collocata in cassa numerata.
Archivio Storico Comune Bruino
Al C.L.N. di Sangano 1945
Si prega vivamente codesto C.L.N. di prendere conoscenza
e di far conoscere agli incaricati di tutti i partiti il programma cerimonia
De Vitis.
Tutti devono intervenire per dare maggiore solennità nel ricordare
l’eroico Caduto per la causa della libertà.
Il Comitato D.C. di Bruino e Sangano
Domenica 24 giugno
Sarà commemorato il primo anniversario della morte di Sergio De Vitis
e dei suoi compagni d’arme, caduti il 26 giugno 1944 in difesa della
causa della libertà, nell’attacco della polveriera di Sangano.
Si invita pertanto la popolazione e i Partigiani
della vallata a partecipare alla cerimonia dello scoprimento di un cippo ricordo,
che si svolgerà col seguente programma:
Ore 9 Messa nel cimitero di Sangano
Ore 9.40 formazione corteo
Ore 10,15 Scoprimento e Benedizione cippo
Allo scoprimento sarà osservato un minuto di raccoglimento, con segnale di tromba, durante il quale sarà deposta sul cippo una palma.
Comune di Frossasco
Al Sig. Sindaco di Bruino
In riferimento alla richiesta del 5 luglio corr. mese n.
675 di protocollo. Mi pregio trasmetterVi qui di seguito le generalità
complete, lo stato civile e la professione del Patriota: Tenente De Vitis
Sergio di Felice, morto in combattimento contro i tedeschi in codesto Comune
il 26 giugno 1944.
De Vitis Sergio di Felice e di Ellena Valeria, nato a Palena (Chieti) il 7
aprile 1920, e residente in vita a Frossasco, di stato civile celibe, di professione
già tenente R.E. in S.P.E.
La madre del Caduto è Insegnante Elementare, ed il padre è Impiegato
Privato.
Frossasco 20 luglio 1945
Il sindaco Balla avv. Giovanni
Giaveno 3-9-45
Oggetto: Riesumazione salme
Spettabile Sindaco di Bruino
In data 6 settembre alle ore 6.30 si farà la riesumazione
delle salme dei Caduti di Sangano il 26-6-44.
Da Sangano le bare verranno trasportate a Giaveno dove il giorno 8 settembre
alle ore 9 si terrà una solenne funzione, di qui esse verranno tumulate
nell’Ossario del Forno.
Con i migliori saluti
Per la rappresentante U.D.I. Maria Riva
Giaveno 2 settembre 1945
Al Municipio di Bruino
Comunichiamo i dati di Depetris Massimo e di Bertucci Mario,
riconosciuti stamane a Sangano, in seguito alla riesumazione delle due salme.
Depetris Massimo fu Pietro e fu Barone Teresa nato a Torino il 22 novembre
1917 ucciso in combattimento a Sangano il 26 giugno 1944
Bertucci Mario di Giuseppe e di Vercellino Concetta nato a Vercelli il 15
febbraio 1924 ucciso in combattimento a Sangano il 26 giugno 1944
Vi saremo grati se poteste inviare a noi direttamente l’atto di morte,
prima di sabato 8 c.m. data in cui dovremmo consegnarlo alle famiglie.
Ringraziando
Ufficio U.D.I. Comune di Giaveno
Per la Rappresentante Maria Riva
Giaveno 5 settembre 45
Al Sig. Sindaco di Bruino
Domani 6 settembre, alle ore 6.30 mi troverò al Cimitero
di Sangano per esumare le salme dei Patrioti, seppelliti in quel cimitero,
onde portarle a Giaveno per la cerimonia di saluto 9 andante.
Le sarei grato se oltre ad un incaricato del comune si trovassero sul posto
un paio di sterratori per aiutare il nostro operaio nella pietosa opera della
esumazione.
Grazie
Per il Comandante Falzone
Il Capitano Zanolli Giuseppe
1 novembre 1945
Al Municipio di Palmi
Patriota defunto Impiombato Giovanni
Il vostro concittadino in oggetto è deceduto in questo Comune, frazione
Sangano, il giorno 26 giugno 1944, a seguito di combattimento svoltosi tra
partigiani e tedeschi, nei pressi del Magazzino Militare, siti in Montagna
di Sangano.
Detti Magazzini erano occupati dai tedeschi, i quali avevano in essi deposito
di munizioni, ed altro materiale. Il Comando Partigiani con sede in Giaveno,
ebbe in tale giorno ad ordinare l’attacco a detti magazzini, i quali
furono occupati dai Partigiani
senza perdite, nel mentre sensibili sono state le perdite tedesche. Nel pomeriggio
giunsero però sul luogo forti forze tedesche, che attaccarono le forze
Partigiane che si trovavano in detti magazzini.
È stato appunto nelle ritirata che la retroguardia Partigiana, trovatosi
in tratto di montagna allo scoperto venne colpita da raffiche di mitragliatrice
pesante.
Col vostro concittadino caddero altri sette Partigiani, fra i quali il comandante
della banda: Tenente Sergio De Vitis. Tutti i deceduti presentavano ferite,
per le quali si è certi che la loro sorte è stata istantanea.
Le salme vennero a cura di questo comune, e del Reverendo Parroco della frazione
di Sangano, raccolte e con tutti gli onori possibili in tale epoca, sepolti
nel cimitero di Sangano, dal quale furono poi riesumati e portati nell’Ossario
di Forno di Coazze. Fatta eccezione del Comandante la Banda ten. Sergio De
Vitis, tutti i Caduti sopra citati, sono stati dai Tedeschi spogliati dei
loro averi personali: orologi, denari, portafogli, ecc. tutto è stato
tolto dalle loro tasche.
Sempre a Vostra disposizione per quant’altro possa occorrerVi, distintamente
vi saluto e vi lascio l’incarico di porgere ai famigliari del Patriota
Impiombato Giovanni, le mie sincere condoglianze.
Il Sindaco
6 novembre 1945
Sig. Cancelliere di Tribunale
Patriota defunto Stefano
Nicoletti
Come da intesa da codesto segretario Comunale ed il fratello del Patriota
in oggetto, e con voi, pregiami trasmettervi alcuni particolari del combattimento
tra Partigiani e Tedeschi avvenuto in questo Comune e nel quale trovò
gloriosa morte il Sottotenente Nicoletti.
Il Vostro concittadino in oggetto, è deceduto in questo Comune, frazione
di Sangano il giorno 26 giugno 1944, a seguito di combattimento svoltosi tra
Partigiani e Tedeschi, nei pressi dei magazzini Militari, siti in montagna
di Sangano.
Detti magazzini erano occupati dai Tedeschi, i quali avevano in essi deposito
di munizioni ed altro materiale.
Il Comando Partigiani di Giaveno ebbe in tale giorno da ordinare l’attacco
a detti magazzini, i quali furono occupati dai Partigiani senza perdite, nel
mentre sensibili sono state le perdite tedesche.
Nel pomeriggio giunsero però sul luogo forti forze Tedesche che attaccarono
le forze Partigiane che si trovavano in detti magazzini.
È stato appunto nelle ritirata che la retroguardia Partigiana che trovatosi
in tratto di montagna allo scoperto venne colpita da raffiche di mitragliatrice
pesante.
Col vostro concittadino caddero altri sette Partigiani, fra i quali il comandante
della banda: Tenente Sergio De Vitis.
Tutti i deceduti presentavano ferite, per le quali si è certi che la
loro sorte è stata istantanea.
Le salme vennero a cura di questo comune, e del Reverendo Parroco della frazione
di Sangano, raccolte e con tutti gli onori possibili in tale epoca, sepolti
nel cimitero di Sangano, dal quale furono poi riesumati e portati nell’Ossario
di Forno di Coazze.
Fatta eccezione del Comandante la Banda ten. Sergio De Vitis, tutti i Caduti
sopra citati, sono stati dai Tedeschi spogliati dei loro averi personali:
orologi, denari, portafogli, ecc. tutto è stato tolto dalle loro tasche.
Il Segretario Comunale di Bruino Sig. Colombo Geom. Giacomo, che ha proceduto
col Rev. Parroco di Sangano (Don Gioana G.B.) alla raccolta e seppellimento
dei caduti precisa che il S. Ten. Nicoletti da lui conosciuto ad Orbassano,
presentava solo un grosso foro, (causato da alcuni proiettili di mitragliatrice)
alla testa, e più precisamente nell’orecchio destro, il cui padiglione
auricolare era quasi del tutto scomparso.
Per eventuali necessità vi informo che l’estratto dell’atto
di morte è stato trasmesso al Comune di Cosenza….
Il Sindaco
Archivio Storico Comune Bruino
C. L. N. CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA’
DIVISIONE AUTONOMA DELLA VAL SANGONE
”SERGIO DE VITIS”
9 novembre 1944
Si autorizza Rosa Brusin Ambrogio a trasportare
q.li 10 di farina da Orbassano a Coazze.
Detta farina é per la popolazione civile di Coazze.
Il Comandante della Polizia
Nicoletta Franco
Un episodio della Resistenza in Val
Sangone - 26 giugno 1944 -
L’attacco alla Polveriera di Sangano-
Cronaca degli eventi
Il gruppo partigiano comandato dal tenente degli Alpini Sergio De Vitis fu
l’artefice di una clamorosa azione nel territorio di Sangano, avendo
cercato di occupare la Polveriera, utilizzata come deposito d’armi dalle
truppe tedesche.
Dopo il primo grande rastrellamento del l0 Maggio 1944, la vallata aveva perduto
gran parte delle armi. Si rese necessario provvederne altre; De Vitis preparò
il piano di attacco e attese il momento più opportuno per agire.
Lo scopo di tale azione era: portare via il più possibile armi e munizioni,
minare e distruggere la polveriera per liberarsi dai Tedeschi in quel punto
importante della valle.
Infatti, dopo aver atteso che le sentinelle smontassero, alle 7,15 del mattino
i partigiani appostati e pronti all’attacco entrarono nel capannone
principale, dove alloggiavano i Tedeschi, che in quel momento dormivano, e
li fecero prigionieri, iniziando subito dopo a caricare su un camion tutte
le armi e gli esplosivi rinvenuti.
L’operazione sembrava perfettamente riuscita: 17 prigionieri utili per
gli scambi, armi e munizioni recuperate e in partenza per i rifugi, quando
un imprevisto attacco nazi-fascista nella zona di Avigliana costrinse il comando
partigiano ad impartire l’ordine di ripiegamento.
Che cosa era successo? Ricostruendo in seguito gli avvenimenti, grazie alle
testimonianze incrociate di appartenenti ai diversi gruppi, sappiamo che tale
operazione era stata preparata attentamente dal De Vitis che odiava perdere
vite umane e dagli altri comandanti: infatti dalla parte di Sangano, e precisamente
alla Stazione di Trana, vigilava il Tenente Campana (Felice Cordero di Pamparato,
impiccato poi nel mese di Agosto a Giaveno) con i suoi uomini; alla Stazione
di Avigliana vi era il Tenente Fassino; a Rivoli avrebbero dovuto esserci
i Partigiani della VaI Susa per impedire al treno di Torino di raggiungere
Avigliana.
Invece quelli della VaI Susa non c'erano, o meglio dovettero ripiegare in
seguito ad un attacco tedesco: Fassino si vide arrivare un treno carico di
fascisti e tedeschi, che insieme ai suoi uomini cercò di affrontare
combattendo con coraggio, ma venne ferito e fatto prigioniero, mentre i suoi
uomini si dispersero.
Così la strada Avigliana-Trana restò aperta al traffico. A Campana
giunse l'ordine di sbarrare la strada del ponte di Trana con le carrozze ferroviarie
per rallentare un eventuale_passaggio dei camion tedeschi, quindi di ritirarsi.
Al De Vitis non arrivò alcuna notizia di quanto accadeva e nessuno
gli portò l'ordine di ritirarsi; infatti alla polveriera si continuò
a lavorare senza timore, facendo la spola con l’unico camion a disposizione
e istituendo un servizio di vigilanza forse un po’ superficiale. Ad
ulteriore sfortuna il movimento dell’automezzo fu osservato da un tedesco
che stava per andare in licenza e che, insospettito, diede l’allarme
una volta giunto al comando tedesco di Torino. Fu avvertito anche Pinerolo,
e le autoblinde e i camion pieni di fascisti e tedeschi raggiunsero la strada
sottostante la Polveriera ed iniziò il combattimento poco dopo le 14.
La battaglia durò per tutto il pomeriggio, poi, verso le 17, De Vitis
ordinò alla sua squadra di ripiegare e rimase sul costone verso Sangano
con un pugno di fedelissimi a proteggere la ritirata. Il fuoco tedesco si
fece sempre più intenso e ravvicinato finchè 8 uomini, compreso
il comandante, furono uccisi ed altri presi prigionieri.
Testimonianze di
abitanti di Sangano
Se il racconto precedente era basato su testimonianze, ricordi, scritti di
persone che hanno partecipato alla guerriglia partigiana e che avevano coscientemente
effettuato una scelta di vita, quelle che seguono sono le testimonianze di
persone che vivevano a Sangano in quegli anni ed erano troppo giovani o disinformati
per prendere seriamente posizione. Ovviamente anche l’età o la
famiglia influivano su alcuni comportamenti o idee.
Abbiamo trovato quattro sanganesi ancora viventi e di buona memoria che all’epoca
dell’attacco alla polveriera erano ragazzi, poco più che adolescenti
e lavoravano nei campi o in altre attività legate al mondo contadino.
Tuttavia due di loro non sono stati da noi direttamente intervistati, in quanto
i loro ricordi ci sono stati riportati da precedenti interviste o da alcuni
di noi che li avevano sentiti parlare tempo fa.
I loro dati anagrafici sono i seguenti:
Nome, Cognome e data di nascita:
Virgilio Bonino: 12 aprile 1928
Ferro Giovanni: 10 ottobre 1925
Ruffino Leonilda: 14 aprile 1925
Nicola Umberto: 27 giugno 1931
L’unica donna testimone è la signora Leonilda Ruffino, la quale
era una ragazza di 19 anni, spensierata e allegra, nonostante i tempi difficili,
ma già più coinvolta di altri, in quanto suo fratello era un
soldato catturato sulla costa jugoslava e deportato in Germania e alcuni suoi
coetanei di Sangano erano partigiani in Val Chisone.
Lei ci ha raccontato come fosse naturale per la sua famiglia essere dalla
parte o aiutare i resistenti, in quanto in loro vedevano il loro parente sofferente
in un campo di prigionia e, comunque, dei ragazzi che combattevano un esercito
straniero e un regime (quello mussoliniano) avverso.
Più giovane (quindicenne), ma ben più operativo era,invece,
Umberto Nicola, detto “Bertino”, figlio dei proprietari dell’osteria
del Gallo sulla piazza di Sangano. Questo ragazzo insospettabile, sempre disponibile
e veloce, fungeva da staffetta, porta-ordini tra i vari comandi partigiani
della vallata ed era a conoscenza spesso di importanti progetti per azioni
partigiane.
In occasione dell’assalto alla polveriera, Bertino era rimasto in paese,
come era stato raccomandato dai capi, ma alla fine dello scontro andò
con altri uomini a recuperare le salme. Più volte intervistato da ricercatori
locali e dagli studenti delle scuole primarie e medie di Sangano, egli ha
rappresentato una fonte sicura di informazioni, ma la sua salute ora precaria
non gli ha permesso di partecipare alla nostra ricerca.
La seguente è la trascrizione dell’intervista effettuata nel
febbraio 2007 a Virgilio Bonino e Giovanni Ferro dalla nostra classe: di tale
evento abbiamo anche la video ripresa a memoria futura.
Negli anni 1943-44 dove si trovava e qual era la sua occupazione?
Virgilio Bonino: Abitavo a Sangano con la mia famiglia che possedeva una fattoria.
Io mi occupavo di portare al pascolo le bestie. Ero solo un ragazzo e non
ero a conoscenza delle vicende politiche che avvenivano in Italia. La guerra
era vissuta da me e dai miei coetanei come momento di paura che speravamo
finisse presto.
Ferro Giovanni: Vivevo a Sangano e la mia occupazione consisteva nell’aiutare
la mia famiglia nei campi e nei lavori domestici; avendo diciotto anni riuscivo
a contribuire econimocamente anche nei momenti più difficili della
guerra.
Com’ era composta la sua famiglia? Alcuni membri di essa erano partigiani
o militari?
Virgilio Bonino: Nella mia famiglia eravamo 2 fratelli e una sorella, io ero
il più piccolo, avevo 15 anni. Vivevamo con i nostri genitori. Nessuno
di noi era un partigiano ma mio fratello era stato in Africa a combattere
e vi rimase 4 o 5 anni. Venne imprigionato, tuttavia riuscì a tornare
a casa nel ’46.
Ferro Giovanni: Vivevo a Sangano con mia sorella e i miei genitori, nessuno
della nostra famiglia era un militare.
Come si giudicava la situazione storica, che cosa si diceva della guerra nel
paese di Sangano?
Sangano era un paesino piccolo, allora aveva solo 300 abitanti, e quindi giungevano
poche informazioni riguardo la guerra, si era ignoranti in materia di politica.
Il cibo era razionato e l’unico modo per sopravvivere era quello di
affidarsi al mercato nero, poiché i beni alimentari garantiti dalla
tessera erano insufficienti per la vita quotidiana. Era infatti uso comune
comprare alimenti al mercato nero che si basava sul commercio clandestino
non regolamentato dalle autorità fasciste. Nella nostra fattoria (Virgilio
Bonino), quando arrivavano le autorità a confiscare il cibo che superava
i limiti consentiti dalla legge, riuscivamo sempre a nasconderne molto nei
magazzini, con il quale potevamo nutrirci a sufficienza e in più ricavarne
qualcosa dalla vendita sul mercato nero. Dovevamo stare molto attenti ai ladri
che spinti dalla fame entravano nelle case e nei magazzini alla ricerca di
viveri.
Com’erano i rapporti coi soldati tedeschi stanziati alla Polveriera?
Tra civili e tedeschi si era instaurata una convivenza pacifica, questi ultimi
si comportavano civilmente con la popolazione e dovendo lavorare alla polveriera
talvolta davano lavoro alle persone, aiutandole quindi nei difficili momenti
della guerra. Inoltre, a differenza dei partigiani, pagavano la merce presa.
Si può quindi affermare che la popolazione di Sangano non era contraria
all’occupazione. Va però detto che i partigiani di stanza a Sangano
erano provenienti da Frossasco mentre a Cumiana operavano le forze antifasciste
sanganesi.
Che cosa si ricorda dell’assalto partigiano alla Polveriera del 26 giugno
1994?
Virgilio Bonino: Quella mattina ero al pascolo e incontrai un gruppo di partigiani
che stavano recandosi alla polveriera, uno di questi passando mi disse di
portare via il gregge dai paraggi della polveriera. Tornai subito a casa e
da lì riuscii a vedere tutto ciò che avveniva nel versante della
montagna dove essa era situata. I tedeschi infatti avevano disboscato gran
parte della collina per potersi meglio difendere dagli attacchi nemici. Questo
mi garantì una buona visuale degli avvenimenti in corso. Alle 7:45
iniziò una sparatoria che dopo poco finì e ne seguì un
lungo silenzio. Subito dopo arrivarono a casa nostra dei partigiani che ci
chiesero del cibo. Scoprimmo poi che la polveriera era stata conquistata.
Era però una vittoria temporanea poiché nel pomeriggio arrivarono
i rinforzi tedeschi con le autoblinde mandate dal comando di Torino. Nell’attacco
alla polveriera del mattino i partigiani non si erano accorti che un soldato
tedesco era riuscito a scappare e si era recato a Torino con la “sciunfetta”(il
vecchio treno a vapore che univa Giaveno con Torino) a dare l’allarme.
Ferro Giovanni: Durante gli attacchi io e la mia famiglia scappavamo da Sangano
per rifugiarci sulle vicine colline di Villarbasse, lontani dagli attacchi,
quindi non posso dire niente di preciso su quella giornata, solo per sentito
dire da altri.
Ci può fornire qualche notizia sulla morte di De Vitis e dei suoi compagni?
Eravamo solo due ragazzi e non eravamo a conoscenza delle vicende politiche
che avevano luogo in quel periodo in Italia; inoltre non conoscevamo Sergio
De Vitis, poiché nelle nostre famiglie non c’erano partigiani
o persone legate a loro. La popolazione seppe della sua morte solo quando,
ritirando i corpi dal campo di battaglia, si identificò il corpo del
De Vitis, che alcuni di Sangano conoscevano.
Virgilio Bonino: Io,dopo la fine della sparatoria, dopo che i tedeschi se
ne erano andati, volevo andare a vedere che cosa era successo, ma mio padre
me lo ha impedito. Poi sono riuscito a scappare e ho visto i corpi dei partigiani
morti che mi hanno fatto molta impressione. Tre giorni li hanno lasciati senza
sepoltura!
Come venne vissuto l’episodio da parte della popolazione di Sangano?
Quali furono i sentimenti sia verso i tedeschi sia verso i partigiani?
Dopo l’attacco alla Polveriera i tedeschi ripresero il controllo e ritornò
lo situazione di prima. L’attacco non fu ben visto da parte dei civili
poiché i tedeschi si vendicarono con rastrellamenti sulla popolazione.
I.T.C. Blaise Pascal di Giaveno
Area di Progetto
Classe IV H indirizzo scientifico
Anno scolastico 2007/08
Docente coordinatrice: Prof.ssa Silvia
Ajmerito
3 luglio 1983
L'Amministrazione Comunale in collaborazione con il Gruppo Alpini di Sangano ha commemorato il 3/7/1983 i caduti nei combattimenti alla polveriera di Sangano del 26 luglio 1944, presenti autorità Civili e Militari e Religiose. Il cippo eretto nel Comune di Sangano a ricordo di Sergio De Vitis - Bertucci Mario - De Petris Massimo - Mongelli Pantaleone - Bottino Bruno - Impiombato Giovanni - Nicoletti Stefano - Vottero Giuseppe. Sono stati resi onori a tutti i caduti ed internati di tutte le guerre.
A Sangano si ricordano i caduti
Gli Alpini e i Partigiani di Sangano commemorano domani presso il Cippo della Polveriera i caduti durante il combattimento svoltosi a Sangano, Avigliana e Trana il 26 giugno del 44. Hanno dato la vita il Comandante Sergio De Vitis (medaglia d’oro al Valor Militare) che insieme a sette partigiani fermò la controffensiva tedesca e Guerrino Niccolai (medaglia d’oro) che si sacrificò di portare in salvo il suo comandante, Eugenio Fassino gravemente ferito. A Trana, sul ponte del Sangone, il Comandante Felice Cordero di Pamparato riuscì a fermare per tre ore i tedeschi.
Dall’archivio storico La Stampa – 2 luglio 1983
Album frossaschesi
Anno scolastico 1928-29
1929 - Sergio, Maria e mamma Valeria
1933 - Tessera del Fanciullo Cattolico
Sergio a Frossasco luglio 1934
1938 in giardino
1938 al mulino di Frossasco
1938 Frossasco - Con Maria e papà Felice
1939 ...mi congratulo per il buon esito della visita militare.....Zio Cino
1940 - 83° corso REX Modena
1940 dettaglio - Sergio al centro in prima fila
1941 - Asiago
1941 - Asiago
1942 al Montenegro
1942 a Frossasco
1943 a Frossasco nel giardino di via Pascarenghi
Settembre 1943 - La lunga marcia con i piedi piagati
L'attacco alla Polveriera, con lo scopo di reperire armi
e munizioni, rientrava nel piano di un'azione combinata da tutte le formazioni
partigiane della Val Sangone e della Val di Susa. Alla data stabilita le varie
Bande operarono nelle rispettive zone, come previsto; la formazione "Sergio
De Vitis" attaccò e occupò la Polveriera senza nessuna
perdita; i Tedeschi lasciarono 17 prigionieri, armamenti e viveri. Un gruppo
di compagni trasferì i prigionieri negli accampamenti di Forno di Coazze,
altri rimasero a minare la zona per distruggere definitivamente la Polveriera.
Ma nel pomeriggio una colonna di autocarri e autoblindo proveniente da Bruino
raggiunse la collina: circa 200-300 uomini, tedeschi e fascisti, scesero dai
mezzi per iniziare il combattimento. Quando la pressione nemica si fece più
forte, Sergio ordinò ai suoi di superare la cresta della collina verso
Piossasco, rimanendo con pochi uomini a proteggere la ritirata. I sopravvissuti
di quel terribile giorno raccontarono che Sergio avrebbe potuto salvarsi,
ma rimase fino all'ultimo a difendere i suoi ragazzi. Morirono otto Partigiani,
altri furono fatti prigionieri.
Da grande idealista, morì come desiderava. Era solito dire: "È
bello morire in un campo di grano con una pallottola in fronte".
Tra i caduti c'era Stefano Nicoletti, partigiano per soli tre giorni, morto
da eroe. Era Tenente dell'Esercito che aveva aderito alla Repubblica di Salò
ed era il terrore di Orbassano, che presidiava con il suo distaccamento. Colpito
dal fatto che nessuno della popolazione, neppure dietro lauto compenso, tradisse
Sergio (su cui pendeva una taglia), volle conoscerlo. Tramite il Cappellano
dei Partigiani e Vice Parroco di Orbassano, don Ettore Gaia, Nicoletti lo
incontrò, discusse con lui e dopo poco lo raggiunse in montagna; tre
giorni dopo morì, con la testa appoggiata ai piedi di Sergio.
I Tedeschi lasciarono i corpi insepolti per tre giorni, poi diedero ordine di recuperarli per seppellirli in una fossa comune. Quando seppero che tra i caduti vi era Sergio ordinarono di seppellirlo in una fossa propria e mandarono un drappo tricolore per avvolgerlo, volendo così dimostrare rispetto per un uomo che non si era lasciato tentare dalle loro lusinghiere proposte; infatti gli avevano offerto gradi più elevati, rapida carriera, denaro e sicurezza per i suoi famigliari se fosse passato dalla loro parte, ma Sergio sempre rifiutò. Mai avrebbe rinnegato la sua Patria, nel cui rispetto e amore era cresciuto e per la quale era disposto a dare la vita.
La tomba provvisoria di Sergio al cimitero di Sangano con i fiori di Frossasco
Folla al cimitero di Sangano
Giaveno 8 settembre 1945 - Esequie di Sergio e 54 partigiani
prima del trasferimento delle salme all'Ossario di Forno di Coazze
Il Certificato al Patriota rilasciato dal maresciallo H. R. Alexander, comandante in capo delle Forze Alleate in Italia, conferito ai Patrioti Italiani nel nome dei governi e dei popoli delle Nazioni Unite
Consegna Medaglia d'Oro al Valor Militare a Felice De Vitis
Maestra Valeria De Vitis
Maestra Maria De Vitis, anno scolstico 1958-59
Il 1° ottobre 2006 venne inaugurato il "Sentiero
De Vitis",
un percorso che dal paese di Sangano conduce alla Borgata Prese
5 giugno 2016 Sangano
Gruppo Alpini di Frossasco
La storia del Gruppo Alpini di Frossasco inizia il 7 ottobre
1930 quando 46 congedati vollero creare questo sodalizio che per alcuni anni,
forte di una quarantina di elementi, contribuì a rinsaldare quei vincoli
di amicizia che hanno legato e legano tutt'ora coloro che hanno indossato
il capello alpino.
Il primo capogruppo fu Leone Comba, uomo di grande saggezza e di indiscussa
qualità. Il regime e la parentesi bellica che portò molti frosschesi
ad indossare il medesimo copricapo, copricapo che i più fortunati portarono
a casa mentre per altri fu il compagno dell' ultimo viaggio, non favorì
certo il proseguimento dell' opera del gruppo.
Nel 1958 vi fu un tentativo di far rinascere un Gruppo sotto la sezione di
Torino: non sorti l'effetto sperato dai promotori, mentre ebbe più
successo quello operato due anni dopo quando, con una toccante manifestazione
alpina, venne ricostituito il Gruppo come parte della sezione di Pinerolo.
Capogruppo venne eletto Aldo Comba, sostituito nel 1968 da Assunto Bianciot.
A lui succedettero nel 1971 Giovanni Cassio e nel 1973 Gino Emanuele Bianciotto,
il cui mandato fu caratterizzato dalla realizzazione del monumento ai Caduti,
che ancor oggi fa bella mostra di sé nella piazza antistante la chiesa
parrocchiale, inaugurato il 4 novembre 1974. Nel 1978 venne eletto capogruppo
Carlo Agliodo, coetaneo e amico d'infanzia di Sergio De Vitis, che ne resse
le sorti per 24 anni, quando espresse il desiderio di essere sostituito. Ad
Agliodo succedette nel 2002 Marco Motta e nel 2012 Claudio Gaido.
Il Gruppo Alpini di Frossasco si è sempre distinto per la collaborazione
con le amministrazioni pubbliche e le altre associazioni presenti sul territorio
comunale. Ne è esempio - tra gli altri - il dono del labaro che nel
1976 l'ANA di Frossasco fece all'AVIS comunale. A sua volta l'ANA ha ricevuto
tanta collaborazione, come nel 1994 quando proprio un frossaschese donò
al Gruppo (e quindi all'intero paese) una nuova aquila per il monumento, ad
un anno dal giorno in cui era stata rubata. Come non ricordare poi il contributo,
in lavoro e denaro, che il Gruppo ha profuso per il restauro della cappella
di San Sisto a significare il radicamento degli alpini di Frossasco e il valore
che il Gruppo riveste nel tessuto sociale della comunità.
Nelle intenzioni del Gruppo, i festeggiamenti per questo 85° devono servire
anche per far comprendere a chi sta ancora alla porta quanto sia importante
il volontariato. Una scelta che, indipendentemente dal settore a cui si rivolge,
é molto più appagante e dà molta più soddisfazione
di tante ore passate davanti alla televisione o bighellonando senza uno scopo.
Ma questa soddisfazione non la si può percepire se non ci si cimenta;
"provare per credere" diceva tempo fa un istrione televisivo. E
gli alpini sono e possono diventare sempre di più un esempio di servizio
alla collettività.
Ringraziamenti
Luciana Genero, coordinatrice del progetto, ringrazia di cuore chi ha condiviso
e si è appassionato all'idea, dando un contributo fondamentale alla
realizzazione:
le sorelle Silvana (Panina), Marinella e Gabriella Rigois De Vitis;
Fabrizio Pignatelli;
il Gruppo Alpini di Frossasco;
alcuni frossaschesi con i loro ricordi.
Maria Teresa Pasquero Andruetto