Sangano

Il Cardinale Luigi Sincero
1870-1936

Il cardinale Luigi Sincero a Sangano

Negli anni '20, fino al 1935, il card. Luigi Sincero, vescovo suburbicario di Palestrina e Segretario della S. Congregazione per la Chiesa Orientale, soggiornò d'estate, a Sangano con il fratello mons. Giuseppe, Canonico di S. Maria Maggiore, nel palazzo del fratello avv. Costante. Fu Segretario del Conclave che elesse Papa Pio XI. La sua opera principale: la codificazione del Codice di Diritto Canonico della Chiesa Orientale.

 

Sua Eminenza il Cardinal Luigi Sincero a Sangano

Una volta d'estate "si andava in campagna", per trovare nella quiete di piccoli paesi contadini, serenità e pace. Sangano, negli anni '20 era un tranquillo borgo agreste, con la sua bella chiesa dedicata ai SS. Martiri Solutore, Avventore ed Ottavio di cui era prevosto, don Giovanni Battista Gioana, di Giaveno, che resse la parrocchia per ben 43 anni. Morì il 1 luglio 1961. Un posto ideale per "andare in campagna", grazie anche al clima che, specie a sera e al mattino, è reso fresco dalla brezza che scende dai monti di Val Sangone e dai boschi della vicina collina morenica da una parte e da quelli che salgono su verso le Prese, dall'altra. La popolazione del comune era di circa 500 abitanti. Sangano ora conta quasi 4000 residenti. Il paese ebbe, negli anni '20 e fino al 1935, ogni estate, un illustre villeggiante, un prelato che da Roma veniva "in campagna": mons. Luigi Sincero. Quasi sempre vi giungeva a fine agosto o ai primi di settembre, trattenendosi per un mese e magari fino ai primi di ottobre. Questo dotto sacerdote, nato a Trino Vercellese il 26 marzo 1870, ricoprì nella Chiesa incarichi di grande prestigio. Continuò a venire anche da Cardinale di S. Romana Chiesa e Vescovo di Palestrina. Compì gli studi ecclesiastici nel seminario arcivescovile di Vercelli, e poi a Roma nel Seminario Lombardo. Giovanissimo, nel 1890, si laureò in filosofia alla Pontificia Accademia S. Tommaso a Roma e, nel 1891, in teologia alla Pontificia Università Gregoriana. Venne ordinato sacerdote nel 1892. Nella sua arcidiocesi fu viceparroco a Caresana e poi coadiutore del Prevosto di Trino Vercellese. Nel 1894, fu nominato vicerettore del Collegio Lombardo a Roma, conseguendo poi brillantemente la laurea in Diritto Canonico alla Gregoriana. In seguito fu canonico teologo della Cattedrale di Vercelli, docente in seminario di teologia dogmatica, storia ecclesiastica, S. Scrittura, Diritto Canonico e Civile. Intanto aggiunse una quarta laurea, in giurisprudenza, presso la Regia Università di Torino. La sua vita di studioso si svolse poi a Roma dal 1908 presso il tribunale della S. Rota, e come consultore di varie congregazioni vaticane (del Concilio, dei Religiosi, dei Seminari ed Università), ed in Segreteria di Stato. Nel 1920 fu promosso assessore della S. Congregazione Concistoriale, organismo che affianca il Sommo Pontefice nella nomina dei vescovi e segue la vita di tutte le diocesi. Nel 1922 ricoprì l'importante incarico di segretario del Conclave nel quale venne eletto Papa, con il nome di Pio XI, il cardinale Achille Ratti, arcivescovo di Milano. Mons. Luigi Sincero, nel concistoro del 23 maggio 1923, venne "creato" Cardinale e gli fu assegnata la diaconia di S. Giorgio in Velabro, basilica che fu poi riportata all'antico splendore grazie ai restauri intrapresi dal cardinale titolare. Nel 1928, fu assegnato all'ordine dei Cardinali "preti", e ricevette la consacrazione episcopale, il 26 gennaio 1929, nella Cappella Sistina dallo stesso Pontefice Pio XI. Nel concistoro del 13 maggio 1933, optò per la sede suburbicaria di Palestrina di cui fu vescovo zelante fino alla morte prematura, avvenuta a Roma il 7 febbraio 1936, a 66 anni. Dopo i solenni funerali nella basilica romana di Sant'Andrea della Valle, la salma fu trasportata a Trino Vercellese, dove riposa nella tomba di famiglia nel cimitero cittadino.

Al centro il Cardinale Luigi Sincero

L'insigne studioso

Sua Eminenza il card. Luigi Sincero, è ricordato per le sue non comuni doti di intelligenza che gli consentirono di operare nella Chiesa per la soluzione di importanti problemi. Fu segretario della Commissione per l'interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico, e gran parte ebbe nella stesura del Concordato tra la Chiesa e lo Stato Italiano firmato l'11 febbraio 1929 dal card. Gasparri e Mussolini. Ma l'opera grandiosa, per cui ancora è ricordato, è la "codificazione del Codice di Diritto Canonico della Chiesa Orientale" la cui commissione, alla morte del card. Pietro Gasparri, fu chiamato a presiedere, alla quale si dedicò con forte impegno fino agli ultimi giorni della sua vita. Ancor oggi questa sua opera, frutto della sua straordinaria intelligenza, è apprezzata e fonte di consultazione e di studio nelle Università.

 

Lo scudo, dalla forma sagomata, è cosi araldicamente descritto:
Partito da un palo d’argento: nel primo di d’azzurro, al leone d’oro, nel secondo di rosso, alla spada d’argento guarnita d’oro posta in palo; il tutto abbassato sotto il Capo di Malta, che è di rosso alla croce d’argento.
Lo scudo è accollato alla croce biforcata d’argento del Sacro Militare Ordine Sovrano di San Giovanni di Grerusalemme e alla croce trifogliata astile d’oro, il tutto sormontato dal galero di Cardinale di S.R.C. di rosso cordonato d’oro, con trenta fiocchi dello stesso, quindici per parte.
Il motto: SINCERO CORDE SERVIRE DEO, è in lettere romane lapidarie di nero, con le iniziali di rosso, ed è disposto sopra due cartigli al naturale, foderati di rosso, sotto la punta dello scudo moventi dal piede della croce astile.

GQ - GRAPHIC AND HERALDIC DESIGNER - araldica ecclesiastica - Giuseppe Quattrociocchi

http://www.gqaraldica.it/

Lo stemma Cardinalizio del Cardinal Sincero

A Sangano

La sua gentile nipote, signora Giuliana Sincero - Tessera-Chiesa, deceduta nel mese di maggio 1999, pochi mesi prima aveva messo cortesemente a disposizione per questo ricordo del compianto, venerato Suo zio Cardinale, una ricca documentazione. Da essa si ricava come il card. Luigi Sincero era stimato ed apprezzato dal Papa Pio XI, che lo volle suo Legato Pontificio alle manifestazioni a Budapest, in Ungheria, nel mese di agosto del 1930, per il centenario di Sant'Emerico, culminate con l'inaugurazione della grande statua, opera dello scultore Sigismondo Kisfaludy Strobl e con la solenne processione eucaristica sul Danubio. Alle cerimonie erano presenti i cardinali Primati di Ungheria, Seredi, d'Inghilterra, Bourne di Polonia, Hlond, salesiano, il Nunzio Apostolico, mons. Rotta, vescovi ungheresi e di altre nazioni europee. Inoltre intervennero il Reggente dello Stato Horthy e le arciduchesse Isabella, Augusta, Elisabetta, Sofia e Maddalena, il Corpo Diplomatico, autorità civili e militari ed una folla immensa di fedeli. Ma dopo i sempre più numerosi impegni, ricordava la signora Giuliana, "il periodo di riposo estivo a Sangano, che soleva passare con il fratello mons. Giuseppe, insigne studioso del sommo poeta Dante Aligheri (conosceva la Divina Commedia quasi tutta a memoria!), nella casa di mio padre, avv. Costante (suo fratello) era per lui uno dei periodi più attesi e sereni dell'anno". Il palazzo dell'avv. Sincero, si trova nel centro storico di Sangano, nell'attuale via Bert, a due passi dalla parrocchia, circondato da un grande parco. "Al mattino, testimoniò la nipote, diceva la messa in un salottino di casa da noi trasformato in cappella e alla funzione assistevano sempre, alcune donne del paese. Poi, dopo la frugale colazione (una tazza di latte) alla quale partecipavamo anche noi bambine (n.d.r. le nipoti Carolina, Rosalia e Giuliana) recitava il breviario passeggiando lungo il viale. Dopo si sedeva sotto la soffora e riprendeva i suoi studi prediletti. Ogni mattina, con il fratello mons. Giuseppe, Canonico della basilica romana di S.Maria Maggiore, usciva dal palazzo per una passeggiata verso Villarbasse fino al prato dei Gonella. Nell'andata pregavano con il breviario ed al ritorno mons. Giuseppe leggeva brani del "Paradiso" di Dante". Ricordando quei tempi ormai lontani, la compianta signora Giuliana, riandava commossa a quei periodi felici dei soggiorni sanganesi dello zio cardinale, che a Sangano era accolto sempre con tanta deferenza e cordialità, ossequiato dal buon prevosto don Gioana e dai parrocchiani, onorati di avere nel piccolo paese di campagna un ospite così illustre.

 

Il Card. Sincero a Sangano con le nipoti Carolina, Rosalia e Giuliana Sincero

Arrivava a Sangano quasi sempre dopo aver passato qualche giorno al Santuario della Madonna della Guardia alla Cisa, tra le montagne che amava. Là in quel caro santuario, una lapide ricorda "che la Madonna della Guardia lo ebbe fervido nella devozione al suo santuario, sollecito nel dirne le vicende e le grazie, filiale nel cogliervi materni celesti conforti". Un'altra lapide a Roma, in S.Giorgio in Velabro, lo rievoca con gratitudine come cardinale diacono titolare di quella splendida basilica di cui promosse sapienti restauri inaugurati dalla visita di Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele III. Sangano fu sempre nel suo cuore. Gli ricordava i momenti veramente sereni che per tanti anni, lasciato per un breve periodo gli alti impegni presso la Curia Romana, poteva godere in questo piccolo, ameno borgo della Val Sangone, nella casa del fratello, attorniato dalla festosa corona delle sue care nipoti. E Sangano era onorata dalla porpora di questo cardinale, che ammirava passeggiare con semplicità per le sue strade, felice di accarezzare i bambini che incontrava e di scambiare due parole con la semplice gente del borgo. Una signora di Sangano, Maria Teresa Levrino, di antica famiglia sanganese, ricorda ancora con gioia di aver ricevuto con altri ragazzi, la S. Cresima da Sua Eminenza il card. Sincero, assistito dal prevosto don Gioana, nella chiesa parrocchiale il 2 ottobre 1932.
E' stato un grande studioso ed un pastore d'anime "dal cuore largo e generoso" come cardinale-vescovo di Palestrina, testimoniò il suo vescovo ausiliare, mons. Bernardo Bertoglio, "dando speciale impulso alla vita religiosa, alla predicazione, al catechismo degli adulti e dei fanciulli, all'opera dei "Ritiri di perseveranza", all'Azione Cattolica e alle vocazioni ecclesiastiche".
Veramente ha onorato il Sacro Collegio dei Cardinali e la Chiesa che ha servito con il suo ingegno, la sua dottrina e la sua saggezza, ma - soprattutto - con la fedeltà al motto che campeggia nel suo stemma cardinalizio, "Sincero corde servire Deo", "ha " servito Dio con cuore sincero".

La Valsusa
Settimanale della Val di Susa e Val Sangone
Di Abele Bergeretti
Elaborazione propria

 

Il Cardinale Luigi Sincero negli alti uffici di Roma

(Dall'elogio funebre letto da S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Cesarini, Assessore della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale, nella Diaconia di S. Giorgio in Velabro, il 10 marzo 1936, durante il solenne funerale di trigesima).

Ascentiones in corde suo disposuit. (Salmo LXXXVI, 6)
Roma, sagace nel riconoscere i mezzi che Dio le suscita per l'esplicazione del glorioso mandato, riebbe Luigi Sincero quale Uditore di Rota nel 1908. Non a me è possibile; dire quello che'gli fu nelle assise severe della Rota nelle frequenti consultazioni rese a quasi tutti i Dicasteri ecclesiastici, nella Segreteria della Pontificia Commissione per l'interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico, nell'ufficio di Vicario Capitolare a S. Marco, a S. Maria in Via Lata, a S. Lorenzo in Damaso, nello zelo del sacro ministero, svolto senz'ombra di sussiego, come fosse un sollievo al rigore degli studi e alle responsabilità degli uffici. Attesto soltanto — e molti lo possono attestare con me — che del suo ingegno acutissimo, della sua prodigiosa memoria, della sua coltura illuminata e illuminante, della sua resistenza al lavoro, ancora oggi si palla con ammirazione da quanti gli furono vicini in quegli anni.
L'ascensione continuava. E il 1920 lo vide Assessore della Sacra Congregazione Concistoriale. Vi rimase poco, ma subito ne colse — secondo narrano ì suoi dipendenti di allora — la delicata importanza e la ricca fecondità di bene. E fu in qualità di Segretario che partecipò al Conclave onde avemmo Papa Pio XI, gloriosamente regnante. Nulla disse mai, e nulla avrebbe potuto dire, di quello che l'animo suo avesse provato nel raccoglimento solenne di quei giorni; ma forse non saremmo lontani dal vero a pensare che la sua fedeltà al Papato, la sua devozione al Vicario di Cristo abbiano trovato — in questa partecipazione al Conclave assegnatagli dalla Provvidenza Divina — un nuovo motivo, più trepido e più intimo, una nuova intelligenza, più chiara e più lontana, un nuovo amore, più forte e più ardente, della grandezza e della gloria che a tutta la Chiesa discende dai Successori di Pietro.
Era ancora nel cuore che si disponeva alle sublimi ascensioni.
Il Concistoro del 23 maggio 1923 lo insigni dello splendore della Porpora. Aveva quasi cinquantatre anni : maturità vigilante, sagacia prudente. Non mutò: era sempre il cuore che folgorava e conquideva al di là della Porpora. E oserei dire che forse lo additò all'attenzione del Papa, per la nomina a Pro Segretario della Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale — vivente ancora il Cardinale Tacci, — più la generosità del suo cuore che non la stessa ricchezza del suo ingegno.
L'Oriente ha bisogno, sopra tutto, di essere amato. Vano sarebbe ogni sforzo, per conoscerlo, intenderlo, penetrarlo, se non si accompagnasse alle migliori sollecitudini di un cuore che ama.
Il Cardinale Sincero amò l'Oriente. E crebbe, via via, in questo amore. Se una testimonianza gli può essere resa — da chi ha vissuto con lui quasi sei anni, nella collaborazione in una responsabilità che a volte può sembrare immane — è quella ch'egli studiava le questioni orientali meno per dare loro una soluzione immediata che per preparare loro un ulteriore sviluppo, tutto teso nella preoccupazione santa di non compromettere, per desiderio di un facile successo nell'oggi, le conquiste venture all'unità della Chiesa. Sappiamo noi, che gli fummo vicini, quante volte egli sostasse nel deliberare un provvedimento apparentemente da nulla, presentendo che avrebbe potuto sorgerne un ostacolo al ritorno dei dissidenti: non di rado i fatti gli davano ragione.
Troppe cose sarebbero a dire, troppe a narrare, e troppi segreti, che vanno ancora mantenuti, si dovrebbero svelare, se io volessi lumeggiare compiutamente l'opera del Card. Luigi Sincero quale Segretario della S. C. per la Chiesa Orientale. Ma è l'Oriente stesso che parla in sua lode, per voce dei Patriarchi, dei Metropoliti, dei Vescovi, del clero, dei fedeli di ogni rito, l'Oriente che oggi fervidamente esulta nella Porpora del Cardinale Ignazio Tappuni, Patriarca Siro d'Antiochia, come ne esultò il Card. Sincero, che l'aveva desi-derata e attesa. Ora, che l'opera terrena del Card. Luigi Sincero è finita, ora si sente, come forse ancora non si era riusciti a sentirlo, di che amore avvampasse per l'Oriente il grande Cardinale. In lui non era un facile entusiasmo acceso di fronte a un documento, in contatto con una relazione, nel rapporto con una persona che gli giungesse dall'Oriente o dell'Oriente lo intrattenesse. Era, invece, la convinzione radicata che il Signore avesse riservato a questi tempi nostri la responsabilità, e la gioia insieme, di curare le sorti delle comunità cattoliche orientali così che vivano una vita generosa di ideali cristiani e servano, nella purezza inalterata del rito, nella dedizione più filiale al Romano Pontefice, quale ponte fra il Cattolicesimo e i dissidenti. Quante volte, a notte fonda, la sua sollecitudine lo teneva desto e, l'indomani, un breve foglio, con la sua scrittura minuta e nervosa, consegnava alla nostra Congregazione, il frutto delle sue preoccupazioni e delle sue speranze! Quante volte nella sua parola lenta sorgevano accenti improvvisi di contenuta eloquenza, per tracciare le linee di tutto un programma da svilupparsi negli anni, per segnare le mete cui già tendeva col desiderio d'apostolo! E quando le note meste — immancabili in questo frequente lagrimar delle cose — venivano a disilludere una sua speranza, a osteggiare una sua azione, a svisare un suo atto, l'indignazione si placava nella preghiera, il dolore si confortava nella fiducia: di lì a poco aveva ripreso a sperare, a confidare, negli uomini e nelle cose.
Era ancora il cuore che lo riadduceva in alto.
Ma il suo era amore prudente e vigilante. Voleva governare non con le facili improvvisazioni di un'ora, ma con le meditate esperienze che approfondiscono prima di decidere e di agire. S'accorse che la disciplina canonica di Oriente risentiva, nelle sue varietà e nelle sue incertezze, di tutto un susseguirsi di dominii, di legislazioni, di civiltà. II suo spirito, che voleva essere eminentemente pratico e realizzatore, si dolse, allora, che gli mancasse uno strumento adatto al disciplinato governo delle Chiese d'Oriente. Non tardò, però, molto a scoprirlo. Il Santo Padre, così saggio nel cogliere gl'inespressi bisogni dei suoi figli, decise che si preparasse la Codificazione Canonica Orientale, sotto la presidenza del venerando Cardinale Pietro Gasparri. E il Card. Luigi Sincero vi cooperò, prima, vi presiedette, poi — alla morte del Gasparri — con un mirabile fervore. Seguiva, incitava, rincuorava, affrettava, tutto volendo conoscere di quanto avesse rapporto alla Codificazione. Si sarebbe detto che ne era geloso, come di una creatura sua. L'aveva portata nel cuore, continuava a crescerla col cuore. In questi ultimi tempi, poi — forse presago, senza neppure volerlo dire a se stesso — sembrava non volesse sostare: «bisogna condurla a termine, bisogna far presto» andava dicendo ai suoi collaboratori immediati. Dava tutto il suo ingegno perche la Codificazione procedesse su le linee segnate dalla volontà del Papa. Veramente la viveva come una cosa sua. E se una cosa parve volere mestamente difendere dall'incalzare del male che gli veniva, all'ultimo, indebolendo le forze, fu proprio la Codificazione Canonica Orientale. Certo, deve averla raccolta nel cuore, all'atto della sua ascensione finale!

 

10 aprila 1926 La Santità di nostro Signore si è benignamente degnata di nominare
l’Emo e Rev.mo Signor Cardinale

Luigi Sincero

Protettore della Congregazione delle Suore dei S.S. Nomi di Gesù e di Maria
e la cui Casa-Madre trovasi a Hochelaga (Diocesi di Montreal-Canadà).
Tanto si partecipa allo stesso E.mo Signor Cardinale, per sua intelligenza e norma,
avvertendolo in pari tempo che sono stati impartiti alla Cancelleria dei Brevi Apostolici
gli ordini opportuni per la spedizione del Breve relativo alla suddetta nomina.

Card. Gasparri

Ingrandimento del timbro in ceralacca

Da sinistra Rosalia Sincero-Domenico Sincero-Giuliana Sincero
Margherita Sincero-Monsignor Giuseppe Sincero
Cardinale Luigi Sincero-Carolina Sincero-Carlo Besostri

Il Cardinale Luigi Sincero a Sangano

 

Al centro il Cardinale Luigi Sincero

 

Le feste cattoliche di Budapest
la popolarità del Cardinale Sincero

Budapest, 21 notte.
Le feste per il Congresso Eucaristico hanno fatto accorrere a Budapest una massa di forestieri superiore a quella che si riverso nella capitale ungherese nel 1896 celebrandosi il millennio dell'esistenza dell'Ungheria. Ad occhio e croce sono giunti in città da ogni parte d'Europa circa 500 mila persone di ogni condizione sociale a rango, preti, pellegrini, curiosi, personaggi politici a via dicendo. L'attenzione generale si rivolge verso il Legato Pontificio, Cardinal Sincero, la cui figura carismatica è già diventata popolare. Alto e imponente il Cardinale in porpora ovunque appaia desta l'interesse più vivo e quando passa per la vie di Budapest nella sua macchina aperta la gente si ferma e si toglie il cappello per salutarlo.
Un grandissimo numero di pellegrini e molti alti prelati sona arrivati. dall'Austria e dalla Germania. L'Arcivescovo di Celonia ha portato seco delle reliquie diventate da secoli proprietà tedesca. I 600 pellegrini tirolesi capitanati dal Vescovo di Linz Johannes Maria Gfoellner e dal principe vescovo Wolf Dietrich sono arrivati con una gigantesca croce dorata che per trasportarla ci vogliono diciotto persone. I portatori vestono i caratteristici costumi nazionali e quando passano per le vie cantano inni liturgici che sono sempre applauditi.

Dall’archivio storico de La Stampa - 22 agosto 1930

 

Pag 1 - 2

 

Maria Teresa Pasquero Andruetto