1680 - 1685
Bruino - Sangano
Il Castello dei Conti Malines
L’anno del Signore nostro corrente mille
sei cento ottanta, et alle dodici del mese di maggio in Bruino
giudizialmente avanti noi Simone Ambrosio Ducal Nodaro di Piosasco, Luogotenente
nell’Officio di Podestà di Bruino per l’Ill.mo Sig. Conte
Gio Batta Piosasco Procuratore Agente dell’Ill.mo Sig. Conte di Bruino,
et in questa parte specialmente Deputato dall’Ecc.mo Real Senato, come
per rescritto delli sette maggio corrente in buona forma spedito, sigillato,
e sottoscritto Fraylino; et con presenza, et intervento di Matteo Panietto
interveniente per il fisco personalmente costituita Giacoma vedova del fu
Michele Prene, in ultimo luogo la quale querelandosi significa, espone, e
denunzia vero come segue, mediante suo giuramento prestato, toccate corporalmente
le scritture ne mani di me sudetto, e sottoscritto luogotenente et in ciò
specialmente deputato. Cioè la mattina del primo giorno del corrente
mese, mandai, Michele mio figliolo a veder in un mio prato, Regione della
Transazione, sotto le coerenze delli Sig.ri Prevosto del Villar, e di quello
di Bruino Ill.mo Sig. Conte di questo luogo, et Sig.
Gio Michele Del Ponte se alle volte per esser il primo
del mese, che si piantano gli May, se vi fossero persone di
si poco giudizio, che andassero tagliar qualche pianta di rovere per averne
delle belle per far un May, come in
effetto trovai, che colla u’erano Antonio Picco, Steffano Anderueto,
et altro, che non conosco, quali avevano un’appia alle mani per caduno,
che tagliavano la più bella pianta di rovere, che abbi in detto Prato
di grossezza di bracciata d’uomo longa circa venticinque piedi, et esso
le disse di lasciarla, ma non valsero, mi viene a chiamare, onde di compagnia
di Margarita mia figliola collà mi portai, e osservai, che li suddetti
Picco, Anderueto, e altro che non conosco, che tagliavano detta pianta di
rovere, sendo li Gio Luiggi Ruffinatto di Sangano armato d’Archibuggio,
e fucile, Steffano Mora, con una Carabina
e fucile e Giovanni
figliolo di Gio Pietro Gattino con un’Archibugggio
e fucile, e molti altri di Sangano,
e la maggior parte armati, sovenendomi anche Pietro Figliolo di Giacomo Rosso,
con una pistola e fucile, e dolendomi con essi tutti del poco rispetto che
portavano ad’una porera donna vedova di volerli pigliar il più
bello rovere che aveva di valor d’una doppia; mi dissero velo pagheremo,
le replicai averne di bisogno per far accomodar miei casiamenti; et il Gio
Luiggi Ruffinato disse, che tagliassero, et il simile disse detto Antonio
Picco, poiche non volete lo paghiamo bisogna che se lo pigliamo, continuando
a tagliare. Volevo impedirli, mi diede con la punta
dell’archibuggio a fucile che aveva alle mani nelle coste
dal canto destro si gagliardamente, che mi ha piegato due coste vedendomi
immobile, che mi ha convenuto andar il giobbia or
passato in Avigliana a farmi medicare dal Cirugico
di Mochie, il quale si chiama Giacomo, esso mi medicò
mettendomi un cirotto dicendomi, che mi avevano dato una buona botta, quando
ancora il cirotto applicato, come V.S. può veder, intanto gionse il
M. Ill. Sig. Michele Arcangelo Radicati Agente dell’Ill.mo Sig. Conte
di questo luogo, con altri di Bruino, che li fecero desister di finir di tagliar
tal mio arbore, dicendoli il Ruffinato, il quale e
l’Abà di Sangano al detto Sig. Radicati che piu
tosto le dasse una archibugiata, che di non lasciarli pigliar detto albero
per far un May, e lvi le rispose che andasse a farsela dare da chi voleva
per non voler lvi far tal cosa, ma voleva solo si lasciasse il Role di detta
povera donna, come lasciarono, avendolo però tagliato più de
mezo, avendomi convenuto farlo tagliar per non lasciarlo andare in perdizione,
di più depongo aver inteso da Francesco Bremando di Sangano, che il
sudetto Ruffinato Abà con altri, poiché non anno potuto aver
il rovere, hanno pigliato e portato via dall’alteno
della gran Torna di Monsiu di Bruino un’arbore di ceresa di cresciuta
per far la ponta al May, che poi hanno tagliato come ho veduto
nel prato della vedova Cravotta poco discosto dal mio prato, avendolo veduto
io tagliar e portar a Sangano, sendo un bell’arbore di rovere di grossezza
di bracciata, et questo facendo perciò instanza se ne pigliano le dovute
informazioni et castigarsi e punitesi ad esempio d’altri, e massime
per il porto dell’armi, battiture, et opere di fatto altrimenti.
Noi Luogotenente, et in ciò specialmente deputato, vista la sudetta
querela, et essa admessa in quanto sii di ragione, e non altrimenti ordiniamo
tuogliersi le dovute informazioni, acciò li
delinquenti venghino puniti, e castigati ad esempio d’altri, et siano
più riverenti alla giustizia. Di più concediamo
testimoniali al sudetto interveniente per il Fisco siccome avendo fatto scoprir
la veste di detta donna, e camiggia dal canto destro attinente alla spalla
si trova un cerotto attaccato di larghezza di un palmo, et cinto il corpo
d’una faccia, non avendo fatto levar il cerotto
per il dolore, che causa a detta donna, et il che sarebbe
stato con danno grande della medesima, dichiarando essa donna che gli è
stato dato tal colpo dal detto Ruffinato del che tutto se ne concede teste
al detto interveniente per il Fisco.
Sopra le generali interrogata ha risposto sono d’età
d’anni quarantotto, vedova suddetta, possedo in beni il valor di lire
cento, et illetterata ha fatto il seguente segno, segno della Giacoma Previa,
segno di Matteo Panietto, intervueniente per il fisco manualmente sottoscritto
Ambrosio
L’anno suddetto mille sei cento ottanta, et alle dodici del mese di
Maggio in Bruino giudizialmente avanti noi Simone Ambrosio Ducal Nodaro Luogotenente
nell’Officio di Podestà del presente luogo per l’Ill.mo
Sig. Conte Gio Batta Piosasco, Procuratore
agente dell’Ill.mo Conte di questo luogo, il quale si trova absente
in questa parte deputato dall’Ecc.mo Real Senato, come constano lettere
in data delli sette del corrente, in buona forma spedite, sigillate, e sottoste
Freylino, et con presenza, et intervento di Matteo Panietto. Interveniente
per il fisco, s’e esaminato Michele Tonda di Bruino, il quale mediante
suo giuramento prestato toccate corporalmente le
scritture nelle mani di me sudetto, et sottoscritto Ducal
Nodaro, luogotenente , et in ciò deputato informato.
Ha deposto vero come segue, cioè la mattina di mercore or passato primo
giorno del corrente mese mia Madre Giacoma mi mandò al nostro prato
detto della Transazione in coerenza delli Sig.ri Prevosti del Villar
di Basse, et di questo luogo, l’Ill.mo Conte di
questo luogo, et li Sig.ri Gio Michele Pont del Villar per governare li alberi
di Rovere esistenti in tal prato per dubbio che aveva gliene andassero tagliare
per far un May, per esserli delle piante belle di Rovere, steti al quando,
indi viddi venir Gio Luiggi Ruffinatto di Sangano armato
d’Archibuggio a fucile Abà di Sangano, Pietro
Gattino armato con pistola a fucile, Pietro Rosso con un’appia, Andrea
Bremando con una pistola a fucile, Steffano Anderueto, Martino Picco con una
carabina a fucile, Antonio Picco con un’appia, et altri, de quali non
mi ricordo de loro nomi, so però esser tutti di Sangano, li quali si
avvicinarono ad una pianta de nostri Roveri e la più bella, ciò
veduto, e che la volevano tagliar per far un May, vensi a Bruino ad avisar
mia madre, dicendoli però alli sudetti di non tagliar detto Rovere,
e mi dissero di non, e avvisata detta mia madre tornai di compagnia de Margarita
mia sorella a detto prato, e viddimo, che Antonio Picco, et Steffano, e Michele
Mora con appia alla mano, e tagliavano tal rovere le dissimo di lasciar star
nostro Arbore avendone di bisogno per fabricare, con tutto questo non lasciavano
di tagliar, il detto Ruffinato, Antonio Picco e altri dicevano lo avrebbero
pagato, le dissi di non, e volendo mia Madre Giacoma diffendere, detto Gio
Luiggi Ruffinato Abà li diede della bocca dell’Archibuggio del
quale del quale era armato nelle coste dal canto destro, che quasi la gettò
per terra, che li piegò alcune coste, che li ha convenuto andar farsi
medicar dal Cirugico di Mocchie, il
quale li ha messo un cirotto alla parte offesa, dicendoli che li avevano dato
una buona botta, la mentre tagliavano tal Rovere, gionse il M.r Ill.mo Sig,
Conte di questo luogo, et altri, che fecero tralasciar di fornir di tagliar
tal’Arbore, avendolo però già tagliato più di mezzo,
dicendo il Ruffinato al detto Sig. Radicati, che più presto di lasciar
tal rovere, voleva li dasse una archibugiata, e ivi le rispose, che andasse
farsela dare d’altri, che non voleva far quello, in tanto fece lasciar
il nostro, e andarono in altro Prato della vedova Signora Brigida Cravotta
poco discosto dal nostro, e tagliarono la più bella pianta, che avesse
in tal suo Prato, e quella portarono via a Sangano per far un May . Di più
aver sentito dir da Francesco Bremando di Sangano, che vense a comprar la
Rusca del nostro Rovere a casa nostra, che li sudetto di Sangano erano andati
detto giorno a tagliar nell’alteno della gran torna delll’Ill.mo
Sig. Conte di questo Luogo, finaggio di Bruino un’arbore di ceresa di
crescita per far la ponta al May, e quella portata a Sangano, et questo è
quanto e pura verità sopra li generali interrogato.
Ha risposto io son nativo di Bruino, d’età d’anni
venti figlio nubile, possedo in bni la porzione de beni spettantemi del fu
mio padre di valor di lire Cento, e più, et illetterato ha fatto il
seguente segno, segno di Michele Tonda, segno di Michele Panietto Interveniente
manualmente sottoscritto Ambrosio
Più s’è esaminata Margarita Previa di Bruino, la quale
mediante suo giuramento prestato toccate corporalmente, le scritture nelle
mani di me sudetto, et sottoscritto Ducal Nodaro, e Luogotenente, et in ciò
specialmente deputato dall’Ecc.mo Senato, et con presenza, et intervento
di cui sopra per il Fisco, informata ha deposto vero come segue; Cioè
mercore or passato primo giorno del corrente mese, sendo in casa nostra in
Bruino di compagnia di Giacoma mia madre, qui venise Michele mio fratello
ad avvisarne, che li di Sangano erano nel nostro prato della Transazione,
che volevano tagliar il più bello Arbore di rovere che avemo in tal
prato per far un May della grossezza d’uomo e grande; Detta mia madre,
et io andassimo subito a veder, e trovassimo esserli Gio Luiggi Ruffinato
armato d’Archibuggio a fucile, Antonio Picco, Steffano e Michele Mora,
essi avevano un’Appia caduno alle mani, che tagliavano detto nostro
Arbore di rovere, sendo assistiti dal detto Ruffinato armato come sopra, Pietro
Gattino armato con pistola a fucile alla mano, Pietro Rosso con un’appia,
Andrea Bremando con pistola a fucile alla mano, et una forcha di ferro, Steffano
Mora con una carabina a fucile, Steffano Mora con una carabina a fucile, Steffano
Andervetto, Martino Picco con una carabina a fucile, et altri de quali non
so loro nomi, so però esser di Sangano li quali Antonio Picco, Mora
e Gattino tagliavano come sovra detto Arbore mia madre le disse di lasciar
star detto Arbore, sono una povera donna, il detto Gio Luiggi Ruffinato e
altri dicevano le avevano pagato, mia madre le rispose che ne aveva di bisogno,
e vedendo che non consentiva, esso, et detto Picco dissero tagliate, che vogliamo
si tagli, come facevano, e volendo detta mia Madre impedir, il detto Ruffinato
le diede della bocca di suo Archibuggio un colpo ben gagliardo nelle coste,
che la gettò quasi a terra, facendo continuar a tagliar,
indi gionse il Sig. Michele Arcangelo Radicati Agente dell’Ill.mo Sig.
Conte di questo luogo, M.r Michele Colletto, et altri, quali
fecero lasciar detto arbore, et immediatamente li medemi andarono tagliar
altro rovere grosso di cresciuta, e grande nel prato di Signora Brigida Cravotta
del Villar, qual tagliato portarono via a Sangano, et averv inteso da Francesco
Bremando pur di Sangano, venuto a casa nostra, che quelli di Sangano avevano
tagliato una pianta di ceresa di crescita per far la ponta del May, e portata
via nel finaggio di Bruino, avendo poi indi inteso per il luogo di Bruino,
che l’hanno tagliata in un Alteno dell’Ill.mo Sig. Conte di questo
luogo alla gran Torna, et che era un bell’arbore di crescita, et questo
è.
Sopra le generali interrogata
Ha risposto io sono nativa di Bruino d’età d’anni venti
figlia nubile valgono mie doti lire cento e più, et illetterata ha
fatto il seguente segno, segno di Margarita segno di Matteo Panietto interveniente
manualmente sottoscritto Ambrosio.
Più l’esaminato Pietro Tonda di Bruino, il quale mediante suo
giuramento prestato, toccate corporalmente le scritture nelle mani di me sudetto,
et sottoscritto deputato, et luogotenente, informato ha deposto vero come
segue. Cioè la mattina del mercore primo giorno del corrente mese di
maggio intesi che il Sig. Abà di Sangano Gio Luiggi Ruffinato, con
altri erano nel prato della vedova Giacoma Previa alla transazione in coerenza
delli Sig.ri Prevosti del Villar di Basse, e di Bruino, e beni del Castello
di questo luogo, che tagliavano una delle più belle piante di rovere,
che fosse in detto prato per far un May ove andai di compagnia d’altri,
massime del Sig. Michel Arcangelo Radicati, M.r Michele Colletto, Giuseppe
Mussino, Domenico Armando, e altri ove giunti viddi Antonio Picco, et Steffano
Anderuetto che tagliavano con un’appia, che avevano per caduno, la più
bella pianta di rovere, che fosse in detto prato di grossezza di bracciata
d’uomo grande di piedi venti quattro, arbore di cresciuta. Le disse
di lasciar star tal’erbore per esser d’una povera donna, che ne
ha bisogno per accomodar sua casa; Il Gio Luiggi Ruffinato Abà disse
che volevasi tagliasse, e l’averia pagato, et io, e l’altri dissimo
la lasciassero, replicò che l’avrebbero pagato. Intanto faceva
tagliar dal Picco, l’Anderuetto lasciò star, in tanto la detta
Giacoma si lamentò, che detto Ruffinato Abà il aveva dato un
colpo con la ponta dell’Archibuggio a fucile
che n’era armato come viddi nelle coste che
le faceva ben male, e piegatoli le coste.
Il Sig. Michele Arcangelo Agente dell’Ill.mo Sig. Conte
di questo luogo li fece lasciar detto rovere, però era più di
mezzo tagliato il Ruffinato le disse, che più tosto non portasse via
detto rovere voleva li dasse un’archibuggiata, sendoli anche di sua
compagnia Michele, et Steffano Mora, qual Steffano aveva aveva una carabina
a fucile, Giovanni Gattino con un’appia, Antonio Picco con appia, Pietro
Rosso una carabina a fucile, Andrea Bremando con una pistola a fucile, Martino
Picco, et altri, de quali non mi ricordo. Il quale Gio Luiggi Ruffinato, mentre
detto Sig. Michele voleva facesse ha lasciar di tagliar, si rivoltò
verso detto Sig. Michele con il fucile, facendo segno di sparagli una archibugiata,
indi si partirono dal detto prato, et andarono in quello della vedova Sig.ra
Brigida Cravotta del Villar poco discosto dal sudetto, e tagliarono, e portarono
via un’arbore di grossezza di bracciata d’uomo molto longo per
far un May e lo portarono a Sangano, indi mentre li di Bruino erano al vespro
sono andati come ho inteso in un alteno dell’Ill.mo Sig. Conte di questo
luogo, finaggio di questo luogo, et ivi aver tagliato un bell’arbore
di ceresa di crescita, è portato a Sangano, e fattone la ponta al May,
il che ho inteso da più di Bruino, detto l’alteno di Gran Torna.
Depongo saper che detta vedova Giacoma
è andata a farsi medicar dal Cirugico
di Mocchie, il quale le ha detto che
li avevano piegato tre coste, e datto una botta, che li mette un cerotto e
legato con una fascia, quale ancor oggi dì tiene, e si lamenta che
li fa male, e questo e quanto Sopra le generali interrogato
A risposto io sono nativo di Bruino d’età d’anni trenta,
lavorante di campagna, possedo in beni il valor di lire cento, e più,
et illetterato ha fatto il seguente segno, segno di Pietro Tonda, segno del
Panietto interveniente per il Fisco manualmente sottoscritto Ambrosio.
Più esaminata Domenica Panietta di Bruino, la quale mediante suo giuramento
prestato toccate corporalmente le scritture nelle mani di me sudetto, et sottoscritto
in ciò deputato, e Luogotenente predetto, informata ha deposto vero
come segue. Cioè mercore or passato primo giorno del corrente mese,
avendo inteso che Gio Luiggi Ruffinato Abà di Sangano con altri erano
nel prato della vedova Giacoma Previa alla Transazione in coerenza delli Sig.ri
Prevosti del Villar e di Bruino, beni del
Castello, andai veder, ove viddi, che Antonio
Picco, con Steffano Andervetto tagliavano con un’Appia
un Rovere della grossezza di bracciata longo circa
piedi venti quattro, e più, sedoli anche Giovanni Gattino di Sangano
con un tridente alla mano, Antonio Picco con un’appia, Michele et Steffano
fratelli Mora, il Steffano armato con Carabina, Pietro Rosso con una Carabina,
Andrea Bremando con una Forca, et una pistola a fucile, Michele Bertetto con
una pistola alla mano, il detto Ruffinato con un archibugio a fucile, quale
si voltò per dar un’Archibuggiata al Sig. Michele,
avendo detto Ruffinato dato un colpo dell’Archibuggio nelle coste a
detta Giacoma, che la fece quasi cascar a terra, è so esser
andata dal Cerugico di Mocchie a farsi medicare, il quale
ha detto, come la medema mi ha riferito, che le aveva piegato tre coste, e
messoli un cerotto, e fasciata, come è ancor di presente, a grand’istanza
fattali lasciarono il rovere più di mezzo tagliato di detta Giacoma,
e andarono a tagliarne altro nel prato di Signora Brigida Cravota poco discosto
dal detto prato, arbore di rovere di grossezza di bracciata e assai longo,
e portarono via, indi mentre si diceva il vespro a Bruino li sudetti di Sangano
sono andati in un alteno detto alla gran Torna dell’Ill.mo Signor conte
di questo luogo, et fu tagliato un’arbore di ceresa di cresciuta assai
grossa, e longa, e quella tagliata portata via a Sangano
a far la ponta al May, come ho inteso da Andrea di Michele,
e altri, ecciò più volte,et questo è.
Sopra le generali interrogata ha risposto sono nativa di Bruino d’età
d’anni venti figlia nubile, valgono i miei beni lire cento, e più,
e per non saper scrivere, ha fatto il seguente segno, segno di detta Domenica,
segno di Matteo Panietto interveniente e manualmente io sottoscritto Ambrosio.
Altre informazioni
L’anno sudetto mille sei cento
ottanta, et alli diecisette del mese di maggio in Bruino,
giudizialmente avanti me predetto Luogotenente, et in ciò specialmente
deputato dall’ill.mo Real Senato, et con presenza, assistenza, et intervento
del già nominato Matteo Panietto Interveniente per il Fisco, Personalmente
Costituito Gioanni Domenico Armando in Bruino residente.
Il quale mediante suo giuramento prestato, toccate corporalmente le scritture
nelle mani di me sudetto, et sottoscritto Ducal Nodaro, luogotenente, et in
ciò specialmente deputato, ha detto, et deposto novo come segue. Circa
la mattina del primo giorno di questo mese, sendo alla casa Giacoma Prenia
che discoverso con Margarita sua figlia, vense Giovanni figliolo di detta
Giacoma, e fratello di detta Margarita, il quale disse a detta sua madre,
e fratello d’essa Margarita il quale le disse che l’Abà’
di Sangano Gio Luiggi Ruffinatto con molti altri pur di Sangano tagliarono
un suo rovere, et il più bello esistente nel suo prato della Transazione
sotto le coerenze delli Signori Prenosti del Villar, e Bruino, e beni del
Castello per farne un May, immediatamente detta Giacoma madre, e Margarita
figliola, come anche io andassimo al detto prato, ove trovassimo il sudetto
Gio Luiggi Abà’ con un archibuggio
a fucile, Giovanni Gattino con un
tridente alla mano, Antonio Picco
con un un’appia alla mano, e
Giovanni figliuolo di Pietro Gattino, qual Picco, e Gattino con un’appia
alla mano tagliavano il più bello role,
che detta Giacoma avesse in detto prato di grossezza di bracciata d’uomo
molto longo, Michele, et Steffano fratelli Mora, qual Steffano era armato
con carabina alla mano, Pietro Rosso
con carabina a fucile alla mano, Andrea
Bremando da una mano una forca di ferro,
et dall’altra una pistola a fucile,
Michele Berteto con una pistola alla
mano, et Steffano Anderueto, quale si agiuntava a tagliar il rovere, il quale
subito detto, ali detti Picco, et il Gattino continuavano a tagliar, la detta
Giacoma si dolse con detto Ruffinato perché le faceva tagliar detto
rovere avendone lei bisogno per suoi casiamenti, le disse che lo voleva per
far un May, che l’avria pagato, le rispose di no, il detto Ruffinato
come che la gettò quasi a terra inteso diede con la ponta dell’archibuggio,
del quale era armato un buon colpo nelle coste
è detta povera donna, che la gettò quasi
a terra, indi giunsero il Signor Michel Arcangelo Agente dell’Ill.mo
Sig. Conte di questo luogo, Messer Michele Colletto, e dissero al detto Ruffinato,
e li altri di Sangano di lasciar detto rovere a detta povera donna, e lui
le rispose che lo voleva e l’averia pagato, e la medema le disse di
non, che ne aveva bisogno incontinente detto Ruffinato voltà la ponta
di suo archibuggio verso detto Sig.
Radicati, facendo atti di spararlo,
et detto Sig. Radicati li diede di mano alla ponta che quello lo voleva levare,
però seppe tanto ben dire, che glielo lasciarono venendo anche così
richiesto dalli altri di Sangano , qual Ruffinato disse al detto Sig. Michele
che li lasciasse portar via detto rovere che più tosto gli avesse dato
un’archibuggiata, le rispose
che si maravigliava di lui che non era persona di quella qualità, e
che facesse lasciar detto rovere come
indi fece, ma era quasi tutto tagliato, et andarono in un prato di Signora
Brigida Cravota del Villar attiguo a quello di detta Giacoma, et qui fece
tagliar il più bel rovere che le fosse di bracciata, e molto longo,
e quello portarono a Sangano con buoi e carro,
indi vensero in un alteno detto della gran Torna in finaggio di Bruino, proprio
dell’Ill.mo Sig. Conte di questo luogo, nel quale hanno tagliato un
bel e longo ardore di ceresa di crescita
e quello portato a Sangano a far la ponta al May, e questo l’ho inteso
da Andrea di Michella di Bruino, il quale mi ha detto oltre di questo ne pubblicamente
e fama ne altri.
Sopra li generali interrogato
Ha risposto io sono nativo di Riva di Pinerolo residente in Bruino d’età
d’anni venticinque lavoratore di campagna, possedo in beni il valor
di lire cento, e più, et illetterato ha fatto il seguente segno di
croce di detto Gio Domenico Armando, segno di croce del Panieto in fede di
luogotente per il fisco, manualmente sottoscritto Ambrosio.
Più se’ esaminato Giuseppe Mussino di Bruino , il quale mediante
suo giuramento prestato, toccate corporalmente le scritture nelle mani di
me sudetto, et sottoscritto luogotente in ciò deputato, informato ha
deposto vero come segue, e ciò con presenza et intervento di cui sopra
cioè la mattina del primo giorno del corrente mese avendo inteso, che
Gio Luiggi Ruffinato Abà di Sangano con un buon seguito d’altri
particolari di Sangano la maggior parte armati con armi proibite, erano nel
pratop della vedova Giacoma Prenia di questo luogo Regione della Transazione,
in coerenza delli Sig.ri Prevosto del Villar, e presente luogo e beni del
Castello, e tagliavano la più bella pianta di rovere, che aveva in
suo prato di grossezza di bracciata d’uomo di crescita molto longo per
farne un May, andai di compagnia d’altri, massime di Domenico Armando,
detta vedova Margarita sua figliola, e altri due gionti viddi esserli detto
Gio Luiggi Ruffinato Abà armato con archibuggio a fucile, Giovanni
Gattino di Sangano armato di tridente, Antonio Picco con appia, che tagliava,
Steffano Anderueto anche con appia, che tagliavano il detto rovere, Steffano
e Michele Mora, detto Steffano con carabina a fucile, Pietro Rosso con carabina,
Andrea Bremando con forca di ferro, et una pistola, alla mano, Michele Berteto,
qual Ruffinato e li altri scortavano li predetti Picco, Anderueto, che tagliavano
detto rovere, la detta vedova Giacoma si dolse con detto Ruffinato, perché
le faceva tagliar detto arbore, le rispose, che quello l’averia fatto
pagare, intanto faceva animo, che si tagliasse come facevano; Ho inteso che
detto Ruffinato diede dalla bocca di suo archibuggio un buon colpo nelle coste
a detta Giacoma, che quasi la gettò a terra, perché sopponeva
a tal tagliamento, viddi però che detto Ruffinato diede un colpo nella
schiena a Margarita figliuola di detta Giacoma; intanto vense il Sig. Michele
Arcangelo Radicati Agente dell’Ill.mo Signor Conte di questo luogo,
Messer Michele Colletto, e altri, quali dissero al detto Ruffinato di far
desister di tagliar detto rovere e detta povera donna, disse di non, che la
voleva le averia pagato, le replicò tanto al detto Ruffinato, che alli
altri di lasciar star detto rovere, il detto Ruffinato se gli voltò
mettendogli il fucile vicino sua persona, cioè la bocca per darli un’archibuggiata,
ma il Signor Michele glielo pigliò per la cana, e li voleria quello
lenar, ma lo pregò il Ruffinato, e altri di Sangano di lasciarlo, come
fece, dicendo esso Ruffinato, che più tosto non avesse detto rovere,
voleva li dasse un’archibuggiata, qual Signor Michele disse non era
di quella condizione; in tanto faceva continuar a tagliar detto rovere, sendo
quasi tutto tagliato, et il Martino Picco vense per darmi una carabinata,
come anche Pietro Rosso vense anche verso mia persona per darmi una carabinata,
perché io difendevo la Margarita Prenia, acciò il Ruffinato
non le dasse, diede di mano ad un falcetto, che aveva alla cintura, per difendermi,
il Rosso si mise dietro ad una picola muraglia atigua al prato, si mise l’archibuggio
a fucile che aveva al mostasso, e ivi disse ti tiro, replicandolo più
volte. In tanto il detto Sig. Michele, e Colletto, dissero al Ruffinato, e
li altri di Sangano, che lasciassero tal arbore si accontentarono, ma stava
per cader, et andarono nel prato di Signora Brigida Cravotta del Villar poco
discosto dal sudetto, et in quello tagliarono il più bel rovere, che
li fosse di grandezza di bracciata d’uomo molto longo, et arbore di
crescita, quale portarono via a Sangano; et poco dopo mentre li di Bruino
erano al vespro, li sudetti di Sangano si portarono nell’alteno della
gran Torna dell’Ill.mo Sig. Conte di questo luogo, finaggio di Bruino
in coerenza di Filippa Chiellana, et il Sig. Gaspar Bergier, qui tagliavano
un bell’arbore di ceresa di crescita molto longo, e portavano in Sangano,
che ne hanno fatto la ponta del May, avendomelo ciò detto Andrea di
Michella, et Domenico Armando, e altri, e di questo n’è pubblica
voce, cosa a tutti notoria; et due giorni dopo andai a Sangano, ove detto
Ruffinato mi disse, che quando la ceresera averia portato cerese ne voleva
poi dar a quelli di Bruino, per averla pigliata a Bruino, et che erano ben
contenti per aver pigliato la ponta del May. Cioè detto arbore di ceresa
nel finaggio di Bruino, avendone gran soddisfazione; Di più depongo,
chebin detto Sangano il Pietro Rosso disse a Martino Picco se voleva mi dassero
per l’opposito che feci, quando volevano pigliar il rovere di detta
Giacoma, ma il Picco non volle, dicendoli che bisognava pigliar persone da
maridare a far questo, intanto io mi retirai dubitando di pioggia, e questo
sopra le generali interrogato
Ha risposto sono nativo di Bruino d’ettà d’anni venti cinque
lavoratore di campagna, possedo in beni il valor di lire cento e più,
e per non saper scrivere ho fatto il seguente segno.
Segno di croce del Mussino, segno di croce del Panietto
Interveniente manualmente sottoscritto Ambrosio
Altre informazioni
L’anno del Signor Nostro corrente mille sei cento ottanta, et alli dieci nove del mese di maggio in Bruino giudicialmente avanti noi Simone Ambrosio Ducal Nodaro, Luogotente nell’Officio di Podetà del presente luogo per l’Ill.mo Sig. Conte Gio Batta Piosasco procuratore generale dell’Ill.mo Sig. Conte del presente luogo, et in ciò specialmente deputatodall’Ecc.mo Real Senato, come e per avanti già s’è detto, et con presenza, et intervento di Matteo Panietto interveniente per il fisco di questo luogo personalmente constituito Andrea di Michella di Giaveno in Bruino residente, il quale mediante suo giuramento prestato, toccate corporalmente le scritture nelle mani di me suddetto, et sottoscritto luogotenente, et in ciò deputato informato ha deposto vero come segue, cioè il primo giorno del mese di maggio, et di mattina sentii far gran strepito, e rumore verso li prati della transazione informatomi che cosa fosse, questo mi dissero, che quelli di Sangano, cioè Messer Gio. luiggi Ruffinato Aba’ di detto luogo di compagnia di Antonio Picco, Michele e Steffano Mora, Pietro Rosso, Steffano Andervetto, Giovanni figliuolo di Pietro Gattino, et altra gente pur di Sangano erano andati tagliar il più bello arbore di rovere, che la vedova Giacoma Prenia aveva nel suo prato della Transazione di grossezza di bracciata d’uomo, molto longo, et sendoli andati detta donna con alcuni di Bruino, per impedirli di non tagliar, et esportar via detto rovere, e così contrastavano, avendo anche inteso, che la già parte di quelli di Sangano erano armati d’archibuggi, carabine, pistole, e fucili, ove laudo di tagliar Sig. Michele Arcangelo Radicati, et Messer Michele Colletto, esso Sig. Michele Arcangelo Agente dell’Ill.mo Sig. Conte di questo luogo, il quale fece tanto, che li fece lasciar di fornir di tagliar detto rovere, avendolo però quasi tutto tagliato, et che il Ruffinato Abà volse dar un’archibuggiata al detto Signor Michele per l’apposito, che faceva, che lasciassero detto rovere a detta povera donna et vedendo li di Sangano le difficoltà, che incontravano di fornir di tagliar tal rovere, come anche quelle avebbero avuto in portarlo via, desistettero, e andarono in un prato della transazione della signora Brigida Cravotta del Villar poco discosto dal sudetto, et in nesso tagliarono, et asportarono via il più bel rovere, che avesse in detto suo prato, di grossezza di bracciata, molto longo, e di crescita per averlo veduto; et qualche ore dopo si portarono li sudetti nel finaggio di Bruino nella Regione della Gran Torna, et in un proprio alteno dell’Ill.mo Sig. Conte di questo luogo, et ivi li tagliarono, et portarono via un bellissimo arbore di ceresa di crescita di grossezza di fanciullo, della quale vogliono fare la ponta al May, avendone però trovato un pezzo di tal ceresera de bracciata per esser troppo longa, e lasciato tal pezzo per strada finaggio di Bruino; et il medemo giorno primo del corrente andai a Sangano ove viddi tal arbore di ceresa, che ne fecero la ponta al May, e mi fu detto dal detto Gio Luiggi Ruffinato Abà, Steffano Anderuetto, Martino figliolo di Gio Domenico Picco, e Steffano Mora mi dissero, che tal arbore di
ceresa l’avevano pigliato nel finaggio di Bruino, et
in un proprio alteno dell’Ill.mo Sig. Conte del medemo luogo alla gran
Torna, fatto da massaro dalli fratelli Rossi. Detto Abà, fece accomodar
il rovere, e ceresera sudetta.
Indi la fecero piantar nella Piazza
pubblica di Sangano, (in grigio) assendoli messo tal ceresera
per ponta, et questo e quanto.
Sopra le generali interrogato
Ha risposto io sono d’età d’anni
quaranta, lavoratore di campagna, possedo in beni il valor di lire cento,
e più, et illetterato ha fatto il seguente segno di
croce del detto Andrea di Michella, segno di Matteo Panietto interveniente
per i fisco, manualmente sottosto Ambrosio
Altre informazioni
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta, et alli ventuno
del mese di luglio in Bruino giudicialmente avanti noi Simone Anbrosio Ducal
Nodaro, luogotenente nell’Officio di Podestà di Bruino per l’Ill.mo
Sig. Conte Gio Battista Piosasco Procuratore generale dell’Ill.mo Sig.
Conte di Bruino, et in questa parte specialmente deputato dall’Ecc.mo
Senato, personalmente costituito, Francesco Cravotto del Villar di Basse,
il quale mediante suo giuramento prestato, toccate corporalmente le scritture
nelle mani di me sudetto, et sottoscritto Luogotenente, et in ciò deputato,
con presenza, assistenza, et intervuento di Matteo Panietto intervueniente,
per il Fisco Reggio, e di questo luogo, informato ha deposto vero come segue.
Cioè anni quattro circa or passati , sendo in casa mia nel Villar di
Basse, ove anche erano anche Andrea, e Michele miei fratelli, circa mezza
notte, nanse il fu hora Messer Gio Domenico Cravotto di detto Villar marito
della Signora Brigida oggidì vivente, quale ne’ richiedete d’andar
di sua compagnia ad un suo prato, che possede nella regione della transazione
di qua del Torrente Sangone sotto le coerenze della strada pubblica, Sig.
Sterpone, Sig. Castagna, et la Bealera di Bruino, oue aveva inteso trovarsi
molte persone di Sangano, sendo la notte, che veniva soura il primo giorno
di maggio, quali li avevano già tagliato una delle più belle
piante di rovere, che in esso aveva, e portata a Sangano per far un May, e
non contenti di quella gliene volevano tagliar altra, onde io in compagnia
di detti miei fratelli, detto Sig. Gio Domenico Cravotto, e di Giacomo, e
Steffano anche fratelli Chiaudreri pur del Villar di Basse, si portassimo
in detto prato, et ivi in esso prato trovassimo Antonio Picco, e Michele pur
Picco suo fratello, Michele Mora, et altri che non mi ricordo, qual Mora aveva
un’appia alla mano, che tagliava uno de più belli arbori di rovere,
che erano in detto prato, mi feci avanti detto Mora, che tagliava, sendo assistito
dalli sudetti, et altri, de quali non ho ora memoria, le disse di lasciar
detto arbore per non esser suo, esso con li altri mi dissero, che lo tagliavano
per far un may, sendo l’indomani il primo giorno, e lo volevano piantare
a Sangano; le replicò detto Gio Domenico Cravotto patrone del prato,
che non potevano far simili opere di fatto ne’ beni d’altri, e
che lui ne era il patrone, non intendeva lo tagliassero tal rovere, quale
era quasi tutto tagliato, non lasciò il Mora di perficere di quello
tagliare, po le dissi di depor l’appia, come quella mi rimesse dopo
aver tagliato tal arbore di rovere dicendole pure, che ne avevano già
tagliato uno poco avanti dissero di la, e che di uno d’essi ne volevano
fare delle collane al ballo, onde sapiano tanto sopra dirli che li fecero
lasciar il secondo arbore, tagliato, ma per quello, che già avevano
portato a Sangano fu portato, et deto Gio Domenico marito signora Brigida
sua moglie, non ne hanno mai lasciato niente, e lo stimò fosser di
valor di una doppia, e più; di più depongo, che li di Sangano
in quest’anno il primo maggio li di Sangano, il figliolo Messer Ruffinato
Luiggi, il predetto Antonio Picco,
Michele Mora, e altri che hanno tagliato anche uno dei più
belli roveri, che detta Signora Brigida aveva in detto prato, e quello portato
a Sangano per fare un May, come hanno fatto, et esso giudice di valer una
doppia, e tanto la avaria io pagato il quale Gio Luiggi Ruffinato in questo
anno lui e l’Abà, et questo e quanto
Sopra li generali interrogato
Ha risposto io sono d’età d’anni cinquanta circa lavoratore
di campagna nativo del Villar, possedo in beni il valor di lire quattro cento,
e più, et illetterato ha fatto il seguente segno del detto, segno Francesco
Cravetto, segno dell’interveniente, Panietto, manualmente sottoscritto
Ambrosio
Il primo giorno di maggio dell’anno corrente 1680: andarono alcuni particolari
di Sangano nella Regione della Transazione coerenti signor Pranotti di Villar
di Basse, a Bruino in un prato della vedova Giacomina………et
ivi si misero a tagliar la più bella pianta di rovere, che vi fosse,
di che avendo detta vedova andò per 8965 impedirli et ritornò,
che già l’avevano mezza tagliata, et da uno d’essi armato
di fucile li fu dato una posata (spinta) con detto fucile nella coscia daqual
restò ferito come si è concesso testimoniali.
Questi medemi sono andati in un altro… d’un particolar del Villar
di Basse, et hanno tagliata altro arbore per far il May, et in un alteno del
Sig. Conte di Bruino, hanno tagliato un cereso per far la ponta al detto May.
Di questi tagliamenti non né consta per testimoniali, meno depongono
li testimoni denominati
Antonio Picco
Steffano Anderuetto che con appia tagliavano
Testimonio p°
Luiggi Ruffinato armato di fucile, che fu quello, che percosse detta donna
testimonianza p° 3
Steffano Mora armato di carabina
Giovanni Gattino armato di fucile tutti nominati da detti testimoni, che è
la donna offesa il 2° testimonio, che è suo figlio nomina detto
Ruffinato armato di fucile
Pietro Gattino armato di pistola
Pietro Rosso armato d’appia et carabina 5-6
Andrea Bremando con pistola 4-5
Steffano Mora con carabina 3-4-5-6
Steffano Anderuetto
Martino Picco con carabina et 4
Michele Mora
Michele Berteto
Sono dunque nominati
1° Antonio Picco 1-2-3-4-5-6-7
2° Steffano Anderuetto 1-2-3-4-5-6-7
3° Luiggi Ruffinato Abà armato di fucile 1-2-3-4-6-7
4° Steffano Mora con carabina 1-4-5-6-7
6° Pietro Gattino pistola 2-3
7° Pietro Rosso pistola 1-2-3-4-5-6-7
8° Andrea Bernardo pistola 2-3-4-5-6-7-
9° Martino Picco con carabina 2-3-4-7-
Contro quali tutti si conchiude esser luogo di inquisizione et citazione manualmente
sottoscrittoFalcombello
Querela
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta
uno, et alli venti otto del mese di giugno in Bruino giudicialmente avanti
Noi Simone Ambrosio Ducal Nodaro di Piossasco Luogotenente nell’ufficio
di Podestà di Bruino, per l’Illustrissimo Sig. Conte Gio Batta
Piossco Procuratore
Generale del Sig. Conte di Bruino, et in questa specialmente deputato e con
intervento di Matteo Panietto
Personalmente costituita la sig.ra vedova Brigida Cravotta del Villar di basse,
la quale mediante suo giuramento toccate corporalmente le scritture nelle
mani di me sudetto, e sottosto Nodaro Collegiato di Piossasco, Luogotenente
predetto per l’Illustrissimo Sig. Conte del presente luogo, et in ciò
specialmente deputato dal Real Senato, la quale espone querelandosi, e denunzia
vero come segue. Cioè il primo dell’or passato mese di maggio
dell’anno or passato 1680 si sono portati molti particolari del luogo
di Sangano in squadriglia, et armati con carabina, pistole, forche di ferro,
et altre armi in suo prato regione della Transazione, in coerenza della via,
la Bealera, beni della Chiesa di Bruino, et ………… lui
gli hanno tagliato, et asportato nel luogo di Sangano la più bella
pianta di rovere, che avesse in detto suo prato di grossezza di bracciata,
molto longo, per fare un May
Et portato anche via il ramaggio, il tutto del valor di una doppia, e più
e fra quali particolari di Sangano vi erano Gio Luiggi Ruffinato Abà
armato d’archibuggio e fucile, Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Steffano
Mora, Pietro e Giovanni Gattini, Pietro Rosso, Andrea Bremando, Martino Picco,
Michele e fratello Mora, Michele Berteto, e altri, come ho inteso da Giacoma
Prenia, e di molti altri particolari di questo luogo, per esserne pubblica
voce, e fama, onde soura questa opera di fatto, come anche per esser andati
in squadriglia, et con armi proibite in sprezzo dell’ordine di S.A.R.,
fa cio istanza siano castigati, e puniti ad esempio d’altri conforme
a giustizia, et siano miei figlioli risarciti del valor di detto rovere con
li danni per farne li di Sangano un solito ad andarmi tagliar tanto in detto
prato, che altri prati delli miei figlioli, che possedono in detta Regione
della Transazione, per averne già nelli anni antecedenti, tagliato
et asportato via due altre piante grosse, e bellissime di rovere di buon valore
et due altri li erano delli nostri amici del Villar che li servono, non sapendo
io precisamente che fossero li di Sangano, a riserva però di verificarlo
da quelli che li trovarono, e lgnorano, tali arbori onde per esser il loro
suo solito di delinquere et pigliar quello dei miei figlioli, faccio come
soura istanza siano puniti, e castigati ad esempio d’altri. Presente
Matteo Panietto interveniente per le ragioni del fisco, il quale fa istanza
le di quanto sopra concesso testimoniali et procedersi contro li delinquenti
informerà giustizia altrimenti e noi Nodaro Collegiato, Luogotente
predetto, et in ciò specialmente deputato dall’illustrissimo
Real Senato; concesse in prima testimoniali alla sudetta Sig.ra vedova Brigida
della soura per lei data quella, et de suoi detti come anche il sudetto interveniente
per il fisco. Ordiniamo doversi prender maggiori informazioni bisognando per
il soura esposto dalla querelante, indi si procede contro li particolari di
Sangano delinquenti conforme a Decreti Ducali, et porta il dover della giustizia
ad esempio d’altri, et che siano più rilevanti alla medema, et
osservino gli ordini generali di S.A.R. et essa sig. vedova d’anni quarantotto,
vedova sudetta e vogliano miei doti ducatoni mille, e più per non saper
scriver ha fatto il seguente segno
Segno della detta Sig. Brigida segno del Matteo Panietto interveniente per
il fisco, Michele Antonio Radicati testi, Alberto Germano testimonio, manualmente
sottoscritto Ambrosio N.
Alla Reale
Il Conte Francesco Domenico Silvestro Malines Signor di Bruino
espone, che sendosi comesso qualche eccesso da particolari di Sangano, et
altri sul finaggio di detto luogo di Bruino, et altrove, raccorse, et ottenne
rescritto sotto li sette maggio scorso, per quale fu comesso al Nodaro Simone
Ambrosio prenderne le dovute informazioni, et in fatti esso gli ha tuolte,
et soura queste sono seguite le conclusioni contro li inquisiti, et desiando
il supplicante si procede in causa se ne raccorre da S.A.R.
Umilmente supplicandola si degni mandar all’istesso Commissaro Simone
Ambrosio di proceder in detta causa contro detti particolari inquisiti conforme
a giustizia et conferirli lìopportuna autorità il che Marandono
Vittorio Amedeo per grazia di Dio Duca di Savoia Principe di Piemonte, Re
di Cipro
Il Nodaro Collegiato Simone Ambrosio di Piosasco Commissaro, qual in ciò
specialmente deputiamo tal vista l’alligata supplica sottoscritta dal
Procurator Marandono, et suo tenor considerato, per le presenti si commettano
e mandiamo, che abbiate a procedere nella causa supplicata conformerà
ragione, e giustizia alla forma, e mente del precedente nostro rescritto.
Dandomi l’autorità opportuna, che tal e nostra mente. Dati in
Torino li diciassette gennaio mille sei cento ottan’uno.
Per S.A.R. a relazione
Del senato e sigillate, et sottoste testone
Prima cittazione
Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato di Piosasco, Auditor Generale di Guerra,
et in ciò specialmente deputato dall’Eccelentissimo Real Senato,
come per rescritto ottenuto all’istanza dell’Illustrissimo Sig,
Conte di Bruino delli 17 gennaio or scaduto sigillato, et sottoscritto testore
marcade o incisione a chi.
Il primo usciero serviente generale, a messo giurato richiesto tal vista le
informazioni volte contro Antonio Picco, Steffano Andeueto, Messer Gio Luiggi
Ruffinatto, Steffano Mora, Gio Gattino Pietro Gattino, Pietro Rosso, Andrea
Bremando, Martino Picco, Michele Mora et Michele Berteto tutti di Sangano
inquisiti con le conclusioni fiscali in piede d’essa fatte dall’Illustrissimo
Sig. Conte, et Avvocato fiscale generale Falcombello, il tutto considerato
così istante fiscale Matteo Panietto, per le presenti si commettono
e mandiamo come per queste si cittano e si assignano detti inquisiti a comparir
personalmente avanti noi, et nel Castello
di Bruino fra cinque giorni dopo l’esecuzione di
queste per risponder alli interrogatori fiscali, che li saranno fatti
sotto pena di scudi dieci d’oro per caduno al fisco
di sudetto applicando , altrimenti si citta a comparir avanti noi ove soura
l’indomani di detto termine non feriato in onor di Dio a ora di terza
per veder dichiar dette pene, et contra d’esse conceder maggior provisione
conforme a ragione, e giustizia dichiarando l’esenzione di queste da
farsi per voce di grida, affissione
di copia all’uscio della casa di detti inquisiti ultima abitazione,
et non avendo abitazione certa al suolito pilastro
tanto valer, come se fosse fatta personalmente. Dati in Piosasco li 2 di giugno
1681 manualmente sottosto Ambrosio
Relazione
L’anno del Signore Nostro corrente mille sei cento
ottant’uno, et alli otto del mese di giugno in Piosasco a me sttoscritto
Ducal Nodaro Collegiato ha rifferto Matteo Balbo Messo giurato per aver lui
oggi eseguito copia delle dietro scritte lettere di prima cittazione contro
Steffano Anderuetto, Martino Picco, Andrea Bremando, Messer Gio Luiggi Ruffinato,
et Gio Pietro Gattino in esse nominati personalmente ritrovati in Sangano
cittandoli, et assignandoli in tutto, e per tutto come in quella, dalle quali
in segno di vera esecuzione avergliene caduno d’essi rimessa copia autentica
a Cattero a tutti alla presenza di Pietro Picco, e Balbo esenzione delle sudette
copie testimoni astanti richiesti dati.
Più riferisce detto Matteo Balbo aver detto giorno affisso copia autentica
dalle dietro scritte lettere di prima cittazione alli usci delle case d’abitazione
di Pietro Rosso, Steffano et Michele fratelli Mora, Antonio Picco, Michele
Berteto, Gio Gattino in essa lettera nominati cittandoli et assignandoli in
tutto e per tutto come in esse, de quali ne ha caduno delli usci delli sudetti
affisso copia autentica, alla presenza di Pietro Picco et Bartolomeo Catero
testimoni à tutte esse copie cioè affissioni d’esse a
caduno di loro usci delle case di loro abitazione dati manualmente sottoscritto
Ambrosio
Testimoniali d’absenza
L’anno del Sig. nostro corrente mille sei cento ottant’uno, et
alli quattordici del mese di giugno ad oggi continuato per la feria del giorno
d’ieri festa di S. Antonio di Padova feriato in onor di Dio in Bruino,
e Castello d’esso luogo giudicialmente avanti noi Simone Ambrosio Ducal
Nodaro Collegiato di Piosasco Auditor generale di guerra, et in ciò
specialmente deputato dall’Eccelentissimo Real Senato come per rescritti
uno delli sette maggio 1680 (martedì), et altro alli dieci sette gennaio
(mercoledì) or scaduto in buona forma spediti sigillati, et sottoscritti
uno Freylino, e l’altro testore e comparso
Matteo Panietto fiscale commitale di questo luogo, il quale produce la querela
a noi sposta sotto il quale produce la querela a noi sporta sotto li dodici
maggio 1680: con le informazioni soura essa svoltaltre e sotto detto giorno,
altre sotto li dieci sette di detto mese, altre delli dieci nove detto, altre
delli venti uno luglio medemo anno, con altra querela delli venti otto gennaio
dell’anno corrente Scontro Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Messer
Gio Luiggi Ruffinato, Steffano Mora, Giovanni Gattino, Pietro Gattino, Pietro
Rosso, Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora, et Michele Berteto tutti
di Sangano inquisiti insieme la lettera di prima citazione da noi ottenuta
sotto li due giugno corrente, logisticamente eseguite contro li sudettii Steffano
Anderueto, Antonio Picco, Andrea Bremando, Messer Gio Luiggi Ruffinato, et
Gio Pietro Gattino tutti inquisiti di Sangano Pietro Rosso, Steffano , et
Michele fratelli Mora, Antonio Picco, et quanto al Michele Berteto, et Giovanni
Gattino per non esser state le loro copie legittimamente eseguite, fa istanza
reiterati la prima sudetta cittazione, et quanto alli altri a quali sono state
legalmente eseguite, come dalle relazioni al tergo d’essa citazione
fatte appare ad oggi cadente per la feria d’ieri giorno di Sant’Antonio
da Padova accusa la contumacia di detti inquisiti legittimamente citati,che
non comparano meno hanno risposto, ne rispondono alli interrogatori fiscali
da farseli, come di fare sono stati assignati, chiede darseli di fatto, et
concedersi testimoniali siccome non si trovano nel presente Castello, luogo
statali assegnatoper detta cittazione et di loro absenza credenziali testmoniali
per una parte et per li sudetti Steffano Anderuetto, Martino Picco, Andrea
Bremando, Messe Gio Luiggi Ruffinato, et Gio Pietro Gattino legittimamente
citati nissuno è comparso
Il che udito noi sudetto luogotenente, et in ciòspecialmente deputato,
dato prima diffetto alli sudetti Steffano Anderuetto, Antonio Picco, Andrea
Bremando, Messer Gio Luiggi Ruffinato, et Gio Pietro Gattino inquisiti legitimamente
citati non compaiono abbenchè aspettati conforme al suolito; concediamo
testimoniali al sudetto fiscale presente, et requirente si come detti inquisiti
non si trovano nel presente Castello luogo assignatogli per la detta cittazione,
nel resto ordiniamo contro essi procedersi alla dichiarazione di pena, quali
si continuano alli sedici del corrente a ora di terza, la festa di domenica
giorno di domenica, et quanto alli predetti Pietro Rosso, Steffano et Michele
fratelli Mora, Antonio Picco, Michele Berteto, et Giovanni Gattino anche inquisiti
per non esser state le cittazioni legittimamente eseguite doversi contro li
medesimi reiterarsi, et la nel veste testimoniali concedendo dati
Per noi sudetto luogotenente, in ciò specialmente deputato manualmente
sottoscritto Ambrosio
Testimoniali di dichiarazione di pene
L’anno del Sig. nostro corrente mille
sei cento ottant’uno, et alli sedici del mese di giugno a ora di terza
ad oggi continuato per la festa d’ieri giorno di domenica in Bruino
giudicialmente avanti noi prefato Luogotenente, ed in ciò specialmente
deputato è comparso Matteo Panietto fiscale comitale di questo luogo,
il quale produce, et realmente presenta la lettera di prima cittazione da
noi ottenuta sotto li due del corrente giugno, et legittimamente eseguite
contro Steffano Anderueto, Martino Picco, Andrea Bremando, Messer Gio Luiggi
Ruffinato, et Gio Pietro Gattino inquisiti legitimamente citatinon comparenti,
insieme le testimoniali d’absenza del giorno avanti ieri quatordici
del corrente, con la continuazione ad oggi fatta per la feste d’ieri
giorno di domenica a quest’ora di terza per la dichiarazione di pene,
accusa di contumacia nuovamente d’essi inquisiti citati per la prima
volta non comparenti, reputarsi contumace, e loro absensa, et contumacia nonostante
li aveva dichiarati, e dichiarano le pene in detta prima cittazione imposteli,
et ove si far altrimenti protesta di giustizia denegata, raccorso testimoniali
per una parte et per Steffano Anderueto, Martino Picco, Andrea Bremando, Messer
Gio Luiggi Ruffinato, et Gio Pietro Gattino inquisiti legittimamente citati
nessuno e comparso.
Il che udito noi sudetto Luogotenente, et in ciò specialmente deputato
visti gli atti soura prodotti e dato diffetto alli sudetti Steffano Anderuetto,
Martino Picco, Andrea Bremando, Messer Gio Luiggi Ruffinato, et Gio Pietro
Gattino, inquisiti citati per la prima volta non comparenti abbenche aspettati
conforme al suolito, contro essi li avevano dichiarato, e dichiariamo incorsi
nelle pene in detta cittazione imposteli, et contro essi concesso lettere
di seconda cicittazione come per le lettere, quali a parte infrascritte con
le rispettive testimoniali concediamo dati
Per noi sudetto luogotenente et in ciò deputato manualmente sottoscritto
Ambrosio
In causa
Bruino fisco e particolari di Sangano consignato ad A.L.
in ingressu Senatus 7 aprile 1683
In presenti causa Durandus
Memoriale con ordinanza
L’anno del Signore mille sei cento ottantatre
et alli nove del mese d’aprile in Torino
giudicialmente avanti L’Eccellentissimo Senato sono comparsi
Il Sig. Gio Batta Ambrosio da Signori Consindici Collegiati nell’Eccellentissimo
Senato Prcurator, et al nome dell’
Ill.mo Sig. Conte Silvestro Francesco
Domenico De Mallines Sig. di Bruino come fa fede per procura
generale in lui fatta sotto li vintisette ottobre mille sei cento ottant’uno
sottoscritto manualmente Cossoli qual produce, et accetta quanto à
questa causa, et istanza solamente salve che altrimenti all’avvuenire
si disponghi, esibisce la rellazione della cittazione alla parte accettante
fatta ad oggi, et a quest’ora cadente, della qual accusa la contumacia
che non compare, insta darsegli diffetto, revocarsi l’inibizione, et
comparendo, o non esibisce la copia al Procurator fiscale di detto luogo eseguita
con animo d’impugnarla, della cui nullità protestando essa sempre
salvuo, oppone contro la parte avversante il mancamento di ragione et azione,
d’obbligazione, et inibizione per la medema ottenuta, non esser tal
qual si fa et contro suoi detti, et prodotti di nullità, et scrittura
privata cose fatte fra altri non facienti fede in giudizio, ne fuori, de quali
abbondantemente ne chieda copia communicazione con tempo a termine competente
a potergli opponer, et deliberar, nel resto nega competter alla parte avversante
ragione, ne azione alcuna nel territorio Regione , et beni in quali è
se, de quali si tratta, guita l’incisione delli alberi, delli quali
si tratta, et ove intenda averne qualche d’una, quella interpella a
farne fede fra breve termine sotto pena d’impostazione di perpetuo silenzio
con le spese, et giustizia per una parte, et i Sig. Durando Procurator come
ha detto delli particolari di Sangano per quali ha asserito di dar una comparizione,
la qual non ha data. Il che udito il sudetto Eccellentissimo Senato, salvo
che per li primi pali del Sig. Durando l’esibischino le prove soura
il territorio fra un mese prossimo con la legitimazione del giudicio, sin
ora per allora ha ordinato, e manda al Sig. Senator Torini, che riferisce
la causa la qual ordinanza è stata intimata al Sig. Durando per l’usciero
Bonafide dati
Per detto Eccellentissimo Senato
Memoriale con ordinanza
L’anno del Sig. mille sei cento ottanta tre, et alli venti uno del mese
di maggio in Torino giudicialmente avanti l’Eccellentissimo Senato sono
comparsi
Il Sig. Ambrosio Procurator di cui agli atti dietro agitati, quali produce,
e reproduce, con ogni cosa in essi per sua parte detta dedotta, prodotta,
et allegata negli utili solamente, accusa la contumacia dalla parte, che non
compare legittimamente, né tan poco fa delle prove e ragioni, che suppone
competergli nel territorio, e beni de quali si tratta per far cessare la causa
criminale mossa alli particolari delinquenti, come far è stata assignata,
chiede gli sia chiusa la via, revocarsi l’inibizione avversariamente,
susseguite et mandarsi contro detti particolari proceder al proseguimento
dell’atti, contro di loro principiati con le spese, et giustizia per
una parte nessun per l’altra
Il che udito il sudetto Eccellentissimo Senato atteso che il Sig. Durando
fra il termine di giorni otto pre fissati non è comparso legittimamente,
meno ha esibito le prove alla mente dell’ordinanza delli nove aprile
prossimo passato perciò ha revocato, et revoca l’inibizione,
et ha ordinato la presente causa per l’attuario Bonafide, et la presente
ordinanza intimarsi al detto Sig. Durando, al quale stata intimata per l’usciero
Moschino dati
Per detto Eccellentissimo Senato
Memoriale con ordinanza
L’anno del Sig. mille sei cento ottanta tre, et alli
venti nove del mese di maggio in Torino giudicialmente avanti l’Eccellentissimo
Senato sono comparsi
Il Sig. Ambrosio Procurator di cui negli atti dietro agitati, quali produce,
e reproduce con ogni cosa in essi per sua parte detta, dedotta, prodotta,
opposta, et allegata negli utili solamente, accusa la contumacia della parte,
che non compare, ma ne fa fede delle sue ragioni, che pretende aver sopra
il territorio, e beni, de quali si tratta conforme è stata assignata,
fa istanza chiudersi la via, recarsi l’ubicazione dalla parte arrestante
surre pita, et inibirsi a favore di suo principale nel possesso di detto territorio,
e de beni, li quali si tratta con le spese, et giustizia per una parte
Et il Sig. Durando Procurator, come ha detto li Monsignor
Illustrissimo e Reverendissimo Vescovo, et Abate Ripa Signore di Sangano,
per quale ha asserito di dar una comparizione con Procura, la qual non ha
data.
Il che udito il sudetto Eccellentissimo Senato, attesa la controversia della
giurisdizione, senza pregiudicio delli emolumenti, e porzione spettante a
Sig. Vassalli, ha ordinato e manda proseguirsi la causa criminale principiata
contro li particolari inquisiti avanti l’Eccellentissimo Senato et nella
causa civile atteso che il Sig. Durando fra il termine d’un mese prefissogli
non è comparso legittimamente per Monsignor Illustrissimo, e Reverendissimo
Vescovo, et Abate Ripa Signore del luogo di Sangano,
perciò ha revocato, e revoca l’inibizione da essa ottenuta, et
ha inibito, et inibisce a favor del Sig. Pricipale del Sig. Ambrosio molestia
nel possesso della Giurisdizione de beni, de quali si tratta dati
Per detto Eccellentissimo Senato
E seguita ordinanza sanatoria, che disse doversi proceder contro li inquisiti
nominati in mie antecedenti conclusioni d’ordine dell’Eccellentissimo
Senato attesa la controversia da li Vassalli si dovette perciò proceder
et ita concludo die 13 agosto 1683
Falcombello
Prima cittazione
Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato di Piosasco, Luogotenente nell’ufficio di Podestà di Bruino, et in questa parte specialmente deputato dall’Eccellentissimo Real Senato per rescritto uno delli sette maggio mille sei cento ottanta, in buona forma spedito sigillato, et sottoscritto Fraylino, ottenuto all’istanza dell’Illustrissimo Sig. Conte di Bruino insieme all’informazioni svolte contro l’infrascritti inquisiti con le conclusioni fiscali in piede d’esse fatte dall’Illustrissimo Sig. Avvocato fiscale generale Falcombello, più altro rescritto pur sanatorio delli dieci sette gennaio mille sei cento ottanta uno, sigillato, et sottoscritto testore per il quale ne’ vien commesso di proceder in causa contro l’infrascritti inquisiti conforme a’ ragione, e giustizia, et altri atti indi seguiti, e rescritto sanatorio di citazione con inibizione a noi stato eseguito, insieme l’ordinanze proferte dal detto Eccellentissimo Real Senato, una delli nove aprile, venti uno di maggio, et altra delli venti nove detto maggio or scorsi, che manda procedersi in detta causa revocato l’inibizione, et finalmente le nove conclusioni fiscali fatte dal predetto Sig. Avvocato fiscale Generale Falcombello delli tredici del corrente il tutto considerato così instante il fiscale Comitale Matteo Panietto al primo Messo di Corte giurato richiesto di citar et assignar, come pur queste si citano et assignano Antonio Picco, Steffano Anderueto, Messer Gio Luiggi Ruffinato, Pietro Gattino, Gio Gattino, Pietro Rosso, Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora, et Michele Berteto tutti di Sangano inquisiti a comparer personalmente avanti noi, et nel Castello di Bruino fra giorni tre dopo l’esecuzione di queste per risponder all’interrogatori fiscali, che li saranno fatti, sotto pena di scudi dieci d’oro per caduno al fisco applicandi altrimenti li cittano a comparer avanti noi ove soura l’indomani di detto termine non feriati in onor di Dio a’ ora di terza per veder dichiarar dette pene, et contro d’essi conceder maggior provisione conforme a ragione, e giustizia. Dichiarando l’esecuzione di queste da farsi per voce di grida et affissione di copia all’uscio della casa di detti inquisiti ultima abitazione, e non avendo abitazione certa al suolito pilastro, tanto valer come se fosse fatta personalmente dati in Bruino alli diciotto agosto mille sei cento ottanta tre manualmente sottoscritto Ambrosio
Relazione
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta
tre, et alli venti del mese d’agosto in Sangano a’ me sottoscritto
Ducal Nodaro Ha riferto Matteo Balbo Messo giurato aver lui oggi eseguito
copia delle dietro scritte lettere di prima cittazione contro Steffano Anderuetto,
Michele Berteto, Antonio e Martino de Pichi, in esse nominati personalmente
ritrovati cittandoli, e rassignandoli in tutto, e per tutto come in essa,
delle quali in segno di vera esecuzione gliene ha a caduno de medemi dato
copia, autentica alla presenza di Battista Borino, Michele Picco, Gio Gaspare
Cristallino et Tomaso Prato testimoni astanti e richiesti dati manualmente
sottoscritto Ambrosio Nodaro
Più riferisce detto Monetto Balbo Messo sudetto , aver detto giorno,
et sotto nostro dettato pubblicato ad altra, et intelleggibile voce di grida
avanti l’uscio delle case d’abitazione di Andrea Bremando, Michele
Mora, et Gio Luiggi Ruffinato, Pietro Rosso, Gio Pietro Gattino, et Giovanni
Gattino tutti di Sangano le dietro scritte lettere di prima cittazione cittandoli,
et assignandoli in tutto, e per tutto come in quelle, delle quali in segno
di vera pubblicazione ne ho a caduno delli usci delle case de sudetti affisso
copia autentica, alla presenza quanto alli Gattini di Tomaso Prato, et Battista
Borino, e in quanto alli Rosso et Ruffinato di Steffano Anderuetto, et Gio
Gaspare Cristallino, et finalmente in quanto a Andrea Bremando, et il Mora
di Gio Gaspare Cristallino, et di Tomaso Prato testimoni astanti, e richiesti
dati, manualmente sottosto Ambrosio Nodaro
Testimoniali d’absenza
L’anno del Sig. nostro mille sei cento ottanta tre,
et alli venti tre del mese d’agosto in Brruino, et Castello d’esso
luogo, giudicialmente avanti noi Simone Ambrosio Nodaro Collegiato di Piosasco,
luogotenente nell’officio dè Podestà di detto luogo, et
in ciò specialmente deputato dell’Eccellentissimo Real Senato,
come di nostra autorità se n’è gia fatto fede e di nuovo
si asserisce a chi la vorrà e comparso
Matteo Panietto, Fiscale Comitale di questo luogo, il quale esibisce la querela
à noi sporta sotto li dodeci maggio mille sei
cento ottanta, con le informazioni soura essa tuolte sotto
il medemo giorno, oltre delli dieci nove detto, altre delli venti uno luglio
medemo anno, insieme altra querela delli venti otto gennaio mille sei cento
ottant’uno contro Antonio Picco, Steffano Anderueto, Messer Gio Luiggi
Ruffinato, Steffano Mora, Giovanni Gattino, Pietro Gattino, Pietro Rosso,
Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora, et Michele Berteto tutti di
Sangano inquisiti, insieme la lettere di prima cittazione da noi ottenute
sotto li dieci otto del corrente, legittimamente eseguite contro li medemi
eccetto il Steffano Mora, il quale è passato a miglior vita, et ad
oggi cadente accusa la contumacia delli sudetti Antonio Picco, Steffano Anderueto,
Messer Gio Luiggi Ruffinato, Giovanni Gattino, Pietro Gattino, Andrea Bremando,
Martino Picco, Michele Mora et Michele Berteto, che legittimamente citati
non comparono, meno hanno risposto ne rispondono alli interrogatori fiscali
da farseli, come di far sono stati assignati, chiede darseli di fatto, et
concederseli testimoniali siccome non si ritrovano nel presente Castello luogo
assignatoli per detta cittazione e di loro absenza concederseli testimoniali
per una parte.
Et per li sudetti Antonio Picco, Steffano Anderueto, Messer
Gio Luiggi Ruffinato, Giovanni Gattino, Pietro Gattino, Andrea Bremando, Martino
Picco, Michele Mora, et Michele Berteto, citati nessuno è comparso.
Il che udito noi sudetto Luogotenente, et in ciò specialmente deputato,
dato prima diffetto alli sudetti Antonio Picco, Steffano Anderueto,Messer.
Gio luiggi Ruffinato, Gioanni Gattino, Pietro Gattino, Pietro Gattino, Andrea
Bremando, Martino Picco, Michele Mora, et Michele Berteto inquisiti legittimamente
cittati non comparono abbenchè aspettati conforme al suolito,
Concediamo testimoniali al sudetto fiscale, presente et reverente siccome
detti inquisiti non si ritrovano nel presente Castello luogo assignatoli per
detta cittazione, nel resto ordiniamo contro essi procedersi alla dichiarazione
di pene, quali si continuano alli venti cinque del corrente a ora di terza
per la festa di dimani giorno di San Bartolomeo, et le richieste testimoniali
concedendo dati Per noi sudetto Luogotenente et in cio deputato
Testimoniali di dichiarazione di parte
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta
tre, et alli venti cinque del mese d’agosto a ora terza ad oggi continuato
per la festa d’ieri giorno di San Bartolomeo in Bruino, e Castello d’esso
luogo, giudicialmente avanti noi prefato Luogotenente, et in ciò specialmente
deputato è comparso Matteo Panietto fiscale Comitale di questo luogo,
il quale produce, et realmente presenta le lettere di prima cittazione da
noi ottenute sotto li diciotto del corrente, et legittimamente eseguite contro
Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Messer Gio Luiggi Ruffinato, Gio Gattino,
Pietro Gattino, Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora Michele Berteto
inquisiti, legittimamente citati non comparenti, insieme le testimoniali d’absenza
delli venti tre detto mese, con la continuazione ad oggi fatta per la festa
d’ieri, giorno di San Bartolomeo à quest’ora di terza per
la dichiarazione di pene, accusa la contumacia nuovamente d’essi inquisiti
cittati per la prima volta non comparenti, chiede darseli diffetto, reputarsi
contumaci, e loro absenza, e contumacia non ostante li avemo dichiarati e
dichiariamo le pene in detta prima cittazione imposteli et ove si faci altrimente
protesta di giustizia denegata aver raccorso, et testimonio per una parte
Et per Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Messer Gio Luiggi Ruffinato, Giovanni
Gattino, Pietro Gattino, Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora, et
michele Berteto legittimamente cittati, nessuno e comparso.
Il udito noi sudetto Luogotenente, et in ciò specialmente deputato
dall’Eccellentissimo Real Senato, visti gli atti soura prodotti, e dato
di diffetto alli sudetti Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Messer Gio Luiggi
Ruffinato, Giovanni Gattino, Pietro Gattino, Andrea Bremando, Martino Picco,
Michele Mora, e Michele Berteto cittati per la prima volta non comparenti,
abbenchè aspettati conforme al suolito, contro essi li abbiamo dichiarato,
e dichiariamo incorsi nelle pene in detta cittazione imposteli, et contro
essi concesso, e concediamo lettere di seconda cittazione, come per le infrascritte
si vede, nel resto le richieste testimoniali concediamo dati
Per noi sudetto Luogotenente, in ciò deputato.
Seconda cittazione
Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato di Piosasco, Luogotenente nell’officio di Podestà di Bruino et in questa parte specialmente deputato dall’Eccellentissimo Real Senato, come di nostra autorità se ne di già fatto fede, e di nuovo, e al primo serviente generale, o messo giurato richiesto salvo viste le informazioni tuole contro li descritti al piede delle presenti inquisiti, con le lettere di prima cittazione debitamente eseguite, testimoniali d’accusata contumacia, con altra di dichiarazione di pena in odio di detti inquisiti seguita, il tutto considerato, così instante il fiscal Matteo Panietto, vi commettono, e mandiamo di cittar, et assignar come per le presenti si citano, et assignano per le presenti si citano, et assignano per la seconda volta detti inquisiti a comparer personalmente avanti noi, et nel Castello di Bruino fra giorni cinque dopo l’esecuzione di queste per risponder agl’interrogatori fiscali, che gli saranno fatti sotto pena di scudi quindeci d’oro per cadun al Fisco sudetto applicandi, altrimenti si assignano salvo feriato in onor di Dio a copmparer avanti noi predetto deputato, et Castello di Bruino à ora di terza per veder far la dichiarazione di dette pene, et conceder contra essi più forte provisione come sarà di ragione dichiarando l’esecuzione delle presenti fatta per voce di grida, et affissione di copia all’uscio della casa di detti, et infrascritti inquisiti ultima abitazione, tanto valer come se fosse fatta personalmente dati in Bruino li venticinque agosto alle ore venti 1683: nome de cittandi Antonio Picco, Messer Gio Luiggi Ruffinato, Steffano Andervuetto, Michele Berteto, Andrea Bremando, Pietro Rosso, Martino Picco, Michele Mora, Pietro Gattino Giovanni Gattino tutti di Sangano manualmente sottoscritto Ambrosio.
Relazione
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta
tre, et alli venti cinque del mese d’agosto et alle ore venti una in
Sangano à me sottosto Ducal Nodaro Collegiato ha rifferto Monetto Balbo
Messo giurato aver lui oggi eseguito copia delle dietro scritte lettere di
sconda cittazione contro Messer Gio Luiggi Ruffinato, Martino Picco, Antonio
Picco, et Giovanni Gattino in esse nominati personalmente ritrovati in Sangano
cittandoli, et assignandoli in tutto, e per tutto come in esse, delle quali
in segno di vera esecuzione gli verà à caduno d’essi dato
copia autentica alla presenza di Tomaso Prato, Francesco Bremando, et Lorenzo
Rosso testimoni astanti, richiesti dati
Più detto giorno riferisce detto Monetto Balbo Messo aver sotto il
nostro dettato pubblicato ad altra, et intelleggibil voce di grida le sudette
lettere di seconda cittazione di Andrea Bremando, Michele Mora, Michele Berteto,
Pietro Gattino, Pietro Rosso, et di Steffano Andeuetto tutti di Sangano inquisiti
in esse nominati cittandoli, et assignandoli in tutto, e per tutto come in
quelle, delle quali in segno di vera esecuzione averne affissa copia autentica
a caduno delli usci delle sudette case alla presenza di Lorenzo Rosso, Francesco
Bremando, et Gio Domenico Micheletto testimoni astanti richiesti dati manualmente
sottoscritto Ambrosio Nodaro
Testimoniali d’absenza
L’anno del Sig. Nostro corrente mille sei cento ottanta
tre, et alli trenta del mese di agosto in Bruino, et Castello d’esso
luogo, giudicialmente avanti noi Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato di
Piossasco, Luogotenente, nell’officio di Podestà d’esso
luogo, et in questa parte specialmente deputato dall’Eccellentissimo
Real Senato è comparso
Matteo Panietto fiscal Comitale di questo luogo di Bruino, il quale produce
gli atti dietro agitati con ogni cosa, de quali in essi nelle parti a lui
utili, favorevoli solamente, e non altrimente massimale lettere di seconda
cittazione ottenuta sotto il giorno venticinque del corrente alle ore venti,
et legittimamente eseguite contro Messer Gio Luiggi
Ruffinato, Martino Picco, Antonio Picco Giovanni Gattino, Andrea Bremando,
Michele Mora, Michele Berteto, Pietro Rosso, Pietro Gattino, et Steffano Anderuetto
tutti di Sangano inquisiti, come dalla relazione al tergo
d’essa fatta apare ad oggi cadente, delle quali accusa la contumacia
che non comparono, meno a quella ubbidiscono, né hanno risposto, ne
rispondono alli interrogatori fiscali ga farseli, come di fare sono stati
assignati, insta la si chiusa la via, darseli diffetto e concedersi testimoniali
siccome essi non si ritrovano nel presente luogo assegnatoli per detta seconda
cittazione, indi dichiararsi le pene contro li medesimi imposte, et del tutto
concederseli testimoniali per una parte et per l’altra nissuno è
comparso.
Il che udito noi sudetto luogotenente, et in ciò dall’Eccellentissimo
Real Senato deputato, dato prima diffetto alli sudetti messer Gio Luiggi Ruffinato,
Martino Picco, Antonio Picco, Giovanni Gattino, Andrea Bremando, Michele Mora,
Michele Berteto, Pietro Rosso, Pietro Gattino et Steffano Anderueto, inquisiti
citati per la seconda volta non comparenti, benchè aspettati conforme
al suolito, in contumacia da quali concediamo testimoniali al detto fiscale
Panietto presente, et requirente siccome detti inquisiti non si ritrovano
nel presente Castello, luogo assignatoli ordinando contro essi procedersi
alla dichiarazione di pene à dimani à ora di terza, nel resto
le testimoniali soura richieste concedendo dati
Per noi Sudetto Luogotenente, et in ciò specialmente deputato
Testimoniali di dichiarazioni di pena
L’anno del Sig. Nostro corrente mille se cento ottanta
tre, et alli trent’uno del mese d’agosto à ora di terza
in Bruino, e Castello d’esso luogo giudicialmente avanti noi Simone
Ambrosio Nodaro Collegiato Luogotenente nell’Officio di Podestà
d’esso luogo, et in questa parte deputato dell’Eccellentissimo
Real Senato e composto
Matteo Panietto fiscale Comitale di questo luogo, il quale produce le testimoniali
d’absenza da V.S. ottenute il giorno d’ieri, et odio di Messer
Gio Luiggi Ruffinato, Martino Picco, Antonio Picco, Giovanni Gattino, Andrea
Bremando, Michele Mora, Michele Berteto, Pietro Gattino, Pietro Rosso, et
Steffano Anderuetto tutti di Sangano inquisiti citati per la seconda volta
non comparenti, de quali accusa la contumacia che non comparono, meno à
quella obbidiscano, come di fare sono stati assignati, insta darseli diffetto,
reputarvi contumace, et loro absenza, e contumacia non ostante dichiararsi
le pene in quella imposteli, come disubbidienti alla giustizia, et contro
essi concederseli la terza citazione, altrimenti facendosi protesta di giustizia
delegata, aver raccorso, et testimoniali per una parte e per lì altra
nessuno è comparso.
Il che udito io sudetto Luogotenente, et in ciò deputato come soura,
dato prima a diffetto alli sudetti Messer Gio Luiggi Ruffinato, Martino Picco,
Antonio Picco, Giovanni Gattino, Andrea, Bremando, Michele Mora, Michele Berteto,
Pietro Gattino, Pietro Rosso, et Steffano Anderuetto inquisiti di Sangano
citatati per la seconda volta non comparenti, abbenchè aspettati conforme
al suolito, avendo contro essi dichiarato, et dichiariamo le pene impoteli,
et contro li medemi concediamo le lettere di terza cittazione come per la
lettere, quali a parte infrascritte concediamo, con le richieste testimoniali
dati.
Per noi sudetto luogotenente, et in ciò deputato manualmente sottoscritto
Ambrosio
Terza Cittazione
Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato di Piosasco Luogotenente nell’Officio di Podestà di Bruino, et in ciò specialmente deputato dell’Eccellentissimo Real Senato. Al primo servente generale, è messo giurato richiesto; Viste le informazioni, tuolte contro Messer Gio Luiggi Ruffinato, Antonio Picco, Steffano Anderuetto, Michele Berteto, Andrea Bremando, Pietro Rosso, Martino Picco, Michele Mora, Pietro Gattino, et Giovanni Gattino tutti inquisiti di Sangano, con le conclusioni dell’Illustrissimo Sig. Conte, et Avvocato fiscale generale Falcombello in piede d’esse fatte, insieme li atti contumaciali avanti noi seguiti, et istanza nuovamente fattaci il tutto considerato, così istante il fiscale comitale di questo luogo Matteo Panietto si commettono, e mandiamo di cittar, et assignar, come per queste si cittano, et assignano detti inquisiti per la terza, et ultima volta à comparer personalmente avanti noi fra tre giorni dopo l’esecuzione delle presenti per risponder alli interrogatori fiscali, che li saranno fatti sotto pena delle pronuncia delli delitti,
de quali sono inquisiti per ueri, et confessi, confiscazione de loro beni, e bandimento da statui di S.A.R., e ciò per esser andati essi tutti in squadriglia et armati ogn’uno come infra in sprezzo delli ordini generali di detta R.A. il primo giorno del mese di maggio dell’anno or scaduto mille sei cento ottanta, cioè detto Messer Gio luigi Ruffinato come Abà con archibuggio a fucile, Antonio Picco, e Steffano Anderuetto con un’appia alla mano per caduno, Pietro Gattino con pistola, e fucile alla mano, Giovanni Gattino con archibuggio a fucile, Pietro Rosso con pistola a fucile, et appia, Andrea Bremando con pistola a fucile, Martino Picco con carabina a fucile, Michele Mora con appia, Michele Berteto con pistola alla mano, et essi tutti si portarono nel prato della povera vedova Giacoma Prenia di Bruino nella Regione della Transazione in coerenza delli Signori Prevosti di Bruino e Villar di Basse, et l’Illustrissimo Sig. Conte di Bruino, et in esso li detti Antonio Picco, e Steffano Anderuetto scortati dalli altri, si misero a tagliare con loro appie il più bel, e grosso, et longo rovere, che si trovava in detto prato di grossezza di bracciata d’uomo per far un May, e mentre essi tagliavano, gionse in detto prato la detta vedova Giacoma patrona dolendosi di tal opera di fatto, e tagliamento di suo rovere, il detto Messer Ruffinato Abà, e Antonio Picco le dissero di pagaglielo, et essa le rispose che ne aveva bisogno per suoi casiamenti, di tagliarlo, e volendoli detta Giacoma impedirgli, il Ruffinato se gli voltò, e con la ponta di suo archibuggio gli diede un colpo nelle coste dal canto destro, che manco poco la gettasse per terra, rendendola quasi immobile, con qual colpo le piegò due coste avendoli convenuto andare dal cirugico di Mocchie a farsi medicare, e le messe un cirotto, indi arrivò il Sig. Michele Arcangelo Radicati di detto Signor Conte di Bruino, et altrui, quali l’impedirono che non fornirono di tagliar detto arbore, avendolo però tagliato più della metà, al quale Sig. Radicati detto Ruffinato li voltò la bocca di suo archibuggio in atto di spararglielo, e vedendo che non potevano aver loro intento, essi tutti soura nominati, in squadriglia, et armati ogn’uno nel modo soura detto andarono nel prato della Signora vedova Brigida Cravotta, ò sii de suoi figliuoli del Villar di Basse poco discosto da quello della Giacoma, in coerenza dilla Via, li beni della Chiesa di Bruino, et in esso tagliarono il più bello, e grande rovere che trovarono di grossezza di bracciata d’uomo è per farne un May, come ne facevo, conducendo con carro, e buoi a detto luogo di Sangano, e non contenti di questo si portarono il medemo giorno nell’alteno dell’Illustrissimo Conte di Bruino sudetto finaggio di Bruino, regione detta alla gran torna, in coerenza de beni di detto Sig.re a due parti, et Filippo Chiallone, et in esso tagliarono, et portarono à detto Sangano un bel, e longo arbore di ceresa di crescita di mezza bracciata o circa, del quale né facevo la ponta al May, e meglio come né risulta dalle informazioni, altrimenti si cittano all’indomani di detto termine, saluo feriato in onor di Dio à comparer ove sopra à ora di terza, per veder far la pronunzia di detti delitti per ueri, et confessi, insieme la confiscazione de beni, e bandimento da stati di S.A.R., indi nella causa, et a tutti suoi atti necessari, et opportuni sin al suo debito fine inclusivamente proceder, et in esso veder conceder, et far più opportuna provisione converà per giustizia, et a dir causa perché le pene entro li medemi dichiarate non debbano eseguirsi contro loro, dichiarando l’esecuzione delle presenti, qual si farà per voce di grida, et affissione di copia all’uscio della casa di detti inquisiti ultima abitazione, valer come se fosse personalmente fatta, dati in Bruino alli sedici di settembre mille sei cento ottantatre e manualmente sottoscritto Ambrosio
Relazione
L’anno del Sig. nostro corrente mille
sei cento ottantatre, et alli sedici del mese di settembre in Sangano
à me sottoscritto Ducal Nodaro ha riferto Monetto Balbo Messo giurato
aver lui oggi eseguito copia delle dietro scritte lettere di terza cittazione
contro Antonio, et Martino de Pichi, et Pietro Gattino in esse nominati, personalmente
ritrovati cittandoli, et essignandoli in tutto, e per tutto come in quelle,
delle quali in segno di vera esecuzione gli e ne ha rimesso copia autentica
à caduno de medemi presenti Sig. Gio Battista Castelli, et Gio Batta
Borino testimoni astanti, e richiesti dati manualmente sottoscritto Ambrosio
Più detto giorno riferisce detto messo, aver pubblicato le dietro scritte
lettere di terza cittazione ad altra, et intelleggibil voce di grida me dettante
Martino Crota, Gio Anto Storero avanti l’uscio delle case di Messer
Gio Luiggi Ruffinato, Michel Mora, Pietro Rosso, Andrea Bremando, Michele
Berteto, et Steffano Anderuetto in esse nominati cittandoli, et assignandoli
in tutto, e per tutto come in esse, delle quali in segno di vera pubblicazione
averne affisso copia autentica à caduno delli usci delle case di detti
soura nominati, alla presenza, quanto al Berteto, et Steffano Anderuetto di
Gio Lorenzo Anio, et Martino Crota, et quando alli altri del detto Martino
Crota, et di Gio Antonio Storero testimoni astanti e richiesti dati manualmente
sottoscritto Ambrosio Nodaro
Terza cittazione
Simone Ambrosio Ducal Nodaro Collegiato
di Piosasco Luogotenente nell’Ufficio di Podestà di Bruino, et
in ciò specialmente deputato dall’Eccellentissimo Real Senato,
al primo serviente generale, e Messo giurato richiesto, viste le informazioni
svolte contro Messer Gio Luiggi Ruffinato, Antonio Picco, Steffano Anderuetto,
Michele Berteto, Andrea Bremando, Martino Picco, Michele Mora, Pietro Gattino,
Giovanni Gattino, et Pietro Rosso di Sangano inquisiticon le conclusioni fiscali
fatte dall’Illustrissimo Sig. Conte, et Avvocato fiscale Generale Falcombello
in piede d’esse fatte, insieme li atti contumaciali avanti noi seguiti,
a massima il rescritto per detti inquisiti ottenuto da S.A.R. in datta delli
dieci settembre 1683, sigillato, et sottosto Bronsino a noi stato eseguito
per il quale n’è stato commandato di soura sedere, in tal causa
durante tre mesi, con inibizione di molestia esso tempo durante, li quali
sono spirati, et nuova istanza fattaci il tutto considerato, così istante,
e richiedente il fiscale comitale di questo luogo Matteo Panietto, si commettemo,
e mandiamo di cittar, et assignar, come per queste si cittano, et assignano
detti inquisiti per la terza, et ultima volta volta a comparer personalmente
avanti noi, e Castello di Bruino fra tre giorni dopo l’esecuzione delle
presenti per risponder alli interrogatori fiscali, che li saranno fatti, sotto
pena della pronuncia delli delitti, de quali sono inquisiti per ueri, et confessi,
confiscazione de loro beni, e bandimento da Stati di S.A.R., et ciò
per esser andati essi tutti in squadriglia armati ogn’uno come infra,
in sprezzo degli ordini generali di detta Real Altezza il
primo giorno del mese di maggio dell’anno or scorso mille sei cento
ottanta. Cioè detto Messer GIo Luiggi Ruffinatto in qualità
d’Abà armato d’archibuggio o fucile, Antonio Picco è
Steffano Anderuetto con un’appia alla mano per caduno, Michele Berteto
con pistola alla mano, Andrea Bremando con pistola a fucile, Martino Picco
con carabina a fucile, Michele Mora con appia, Pietro Gattino con pistola
a fucile alla mano, Giovanni Gattino con archibuggio a fucile, et Pietro Rosso
con pistola a fucile et appia, et essi tutti si portarono nel prato della
povera vedova Giacoma Prenia di Bruino nella Regione della
Transazione in coerenza delli Signori Prevosti di Bruino, e Villar di Basse,
et l’Illustrissimo Signor Conte di Bruino, et in esso li detti Antonio
Picco, et Steffano Anderuetto, scortati dalli altri si misero a tagliar con
loro appia il più bello, e grosso rovere, che trovarono in detto prato
di grossezza di bracciata d’uomo per farne un
May, e mentre esso tagliavano gionse in detto prato la detta
vedova Giacoma patrona, la quale dolendosi di tal’opera di fatto, e
tagliamento, il detto Messer Ruffinato Abà, et detto Antonio Picco
le dissero di pagarglielo, et essa le rispose, che né aveva di bisogno
per suoi casiamenti, li detti Ruffinato, e Picco le dissero, che lo volevano
pigliarlo continuando di tagliarlo, e volendoli detta Giacoma impedirli, il
Ruffinato se gli voltò con la bocca del suo archibuggio li diede un
colpo nelle coste dal canto destro, che manco poco la gettasse per terra con
renderla quasi immobile, con qual colpo le piegò due coste avendoli
convenuto andar dal Cirugico di Mocchie
a farsi medicar, quale le mise un cerotto, indi arrivò in detto prato
il Sig. Michel Arcangelo Radicati Agente di detto Signor Conte di Bruino,
et altri, quali impedisero, che non fornirono di togliar detto arbore, avendolo
però tagliato più di metà, al qual Sig. Radicati detto
Messer Riuffinato li voltò la bocca dell’archibuggio, del quale
era armato in atto di spararglielo, e vedendo, che non potevano aver loro
intento essi tutti soura nominati in squadriglia, et armati come soura s’è
detto andarono al prato della Signora vedova Grigida Cravotta, o sii de suoi
figliuoli del villar di Basse poco al di sotto di quello della Vedova Giacoma,
Regione della Transazione, coerenti la via, li beni della Chiesa di Bruino,
et in esso tagliarono il più bello, e grosso rovere che trovarono di
grossezza di bracciata d’uomo per farne un May, conducendolo via con
carro, e buoi al luogo di Sangano, e ne fecero un May, e non contenti di quanto
sopra, si portarono il medemo giorno nell’alteno di detto Illustrissimo
Signor Conte di Bruino finaggio d’esso luogo, Regione della gran Torna,
coerenti li beni di detto Signore a due parti, et Filippo Chiellone (oggi
Cellone), et in esso tagliarono, e portarono al detto
luogo di Sangano un bel et longo arbore di ceresa, di crescita di mezza bracciata
d’uomo, del quale ne fecero la ponta al May, e meglio come risulta dalle
informazioni
Altrimenti si cittano all’indomani di detto termine salvuo feriato in
onor di Dio a comparer, come sopra a ora di terza per veder far la pronuncia
di detti deliti per ueri, et confessi, insieme la confiscazione de beni loro,
e bandimento da Stati di S.A.R., indi nella causa et a tutti suoi atti necessari,
et opportuni, sino al suo debito fine, inclusivamente proceder, et in essa
veder conceder, a far più opportuna promissione, come converrà
per giustizia, et a dir causa, perché le pene contro di loro medemi
dichiarante non debbano eseguirli contro di loro.
Dichiarando l’esecuzione delle presenti, qual si farà per voce
di grida, et affissione di copia all’uscio delle case di detti inquisiti
ultima abitazione. Valer come se fosse personalmente fatta, dati in Bruino
alli venti uno di gennaio mille sei cento ottanta quattro manualmente sottoscritto
Ambrosio.
Testimoniali di richiesta con presentazione d’atti, et concessione di
prima cittazione
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque,
et alli dieciotto del mese d’agosto in Bruino giudicialmente
avanti noi Francesco Maria Bugni Ducal Nodaro Collegiato, e Podestà
di questo luogo per l’Illustrissimo Sig. Conte del medemo luogo, precedente
l’approvazione et omissione dell’Eccellentissimo Senato come per
lettere in data delli diecisette maggio mille sei cento ottanta quattro debitamente
spedite, sigillate, e sottoscritte Blanchietti, e comparso Emanuel Ponso Procurator
Fiscale della presente corte il quale
Prima cittazione
Francesco Maria Bugni Ducal Nodaro Collegiato Segretaro della
Comunità di Piossasco, et Podestà di Bruino per l’Illustrissimo
Signor Conte d’esso luogo. Al primo serviente generale, o Messo giurato
richiesto sal.
Viste le informazioni svolte contro Michele Mora, Antonio Picco, Steffano
Mora, et Steffano Anderuetto tutti di Sangano inquisiti, insieme la conclusioni
fiscali sottoscritte Falcombello, il tutto considerato così instante,
il Fiscal Emanuel Ponso. Per le Presenti vi commettamo, e mandiamo di cittar,
et assignar, come per queste si citano, et assignano detti inquisiti a comparer
personalmente avanti noi, et nel castello di questo luogo fra tre giorni dopo
l’esecuzione di queste per risponder alli interrogatori fiscali, che
le saranno fatti, sotto pena di per veder dichiarar dette pene, scudi dieci
d’oro per caduno al fisco di questo luogo applicandi altrimente si cittano
a comparer avanti noi l’indomani di detto termine non feriato in onor
di Dio a ora terza per veder dichiarar dette pene, et contro essi conceder
maggior provisione conforme a ragione, e giustizia dichiarando l’esecuzione
di queste da farsi per voci di grida, et affissione
di copia all’uscio della casa di loro ultima abitazione, e non avendo
abitazione certa al suolito pilastro, tanto valer, come se
fosse personalmente fatta dati in Bruino li 18 agosto
1685 manualmente sottoscritto Bugni podestà
Relazione
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque et
alli due del mese di settembre in Bruino a me sottoscritto Podestà
ha rifferto Matteo Panietto Messo Giurato di questo luogo aver lui oggi eseguite
le dietro scritte lettere contro Steffano Anderuetto di Sangano in esse nominato
personalmente ritrovato, citandolo, et assignandolo in tutto, e per tutto
come in esse, avendogliene rimessa copia, et Francesco Ferrero del medemo
luogo testimoni richiesti, et astanti dati manualmente sottoscritto Bugni
Podestà
L’anno, mese, e giorno sudetti in Bruino a me sudetto Podestà
ha riferto detto Messo aver lui oggi eseguita le dietro scritte lettere contro
Michele Mora del sudetto luogo di Sangano in esse nominato personalmente ritrovato,
citandolo, et assignandolo in tutto, e per tutto come in esse avendogliene
rimesso copia autentica alla presenza di Gio Domenico Prato, et Gio Luiggi
Ruffinato del medemo luogo testimoni richiesti et astanti dati e manualmente
sottoscritto Bugni Podestà
Testimoniali d’absenza
L’anno del Signore mille sei
cento ottanta cinque, et alli sei di settembre in Bruino,
giudicialmente avanti noi Francesco Maria Bugni Ducal Nodaro Collegiato, et
Podestà del presente luogo per l’Illustrissimo Sig. Conte d’esso
luogo è comparso
E’ comparso Emanuel Ponso Procurator fiscale della presente Corte, il
quale produce gli atti criminali in questa Corte vertenti avanti il fu Signor
Simone Ambrosio già Podestà di questo luogo ad instanza del
fiscale d’esso luogo contro Steffano Anderuetto, et Michele Mora di
Sangano, et altri inquisiti pricipiati per querela delli dodeci maggio mille
sei cento ottanta, et continuati sin alla terza cittazione delli venti uno
di gennaio dell’anno or scorso mille sei cento ottanta quattro, insieme
le testimoniali di presentazione d’atti sudetti, con concessione di
lettere, prima cittazione delli dieci otto agosto or scaduto, con dette lettere
di prima cittazione sotto detto giorno d’ordine nostro concessa lassate,
a debitamente contro detti Anderuetto, e Mora eseguite, come per la relazione
al tergo fatta appare, il tutto nelle parti al Fisco utili, e favorevoli,
accusando la contumacia delli sudetti inquisiti, che non comparono, intra
le sia dato diffetto reputati contumaci, e di loro absenza, e contumacia concedergliene
pubbliche testimoniali per una parte.
Testimoniali per una parte
Et per detti inquisiti nessuno è comparso.
Il che udito noi sudetto, et sottoscritto Podestà, dato diffetto alli
sudetti Anderuetto, e Mora inquisiti citati non comparenti abbenche aspettati
conforme al suolito, reputandoli contumaci, né abbiamo di tal loro
absenza, et contumacia concesse al sudetto Fiscale così richiedente
pubbliche testimoniali dati continuando la dichiarazione delle pene alli nove,
manualmente sottoscritte Bugni Podestà.
Testimoniali di dichiarazione di pena, con concessione di seconda cittazione.
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque, et alli nove del
mese di settembre ad oggi continuato per le Ferie di San Grato, et natività
della Santissima Vergine in Bruino giudicialmente avanti noi predetto, et
sottoscritto Podestà, è comparso
Emanuel Ponso Procurator fiscale del presente luogo, il quale producendo,
e reproducendo gli atti criminali avanti il predetto fu Signor Podestà
Ambrosio fatti, con ogni cosa de qual in essi, insieme le testimoniali di
richiesta con presentazione d’atti avanti noi fatta sotto li dieciotto
agosto or scaduto lettere di prima cittazione d’ordine nostro lassate,
sotto detto giorno debitamente, e personalmente contro Steffano Anderuetto,
et Michele Mora inquisiti eseguite, come per la relazione fatta apparte, e
finalmente le testimoniali d’absenza, et accusata contumacia delli sei
del corrente, il tutto nelle parti al fisco utili, e favorevoli, accusa la
contumacia delli sudetti Anderuetto, e Mora inquisiti, che non comparono,
insta le sia dato diffetto, reputarsi contumaci, et loro contumacia, et absenza
non astanti procedersi, e dichiarsi incorsi nelle pene in detta prima cittazione
impostali, et cittarsi per la seconda volta, et testimoniali per sua parte.
Et per detti inquisiti nessuno è comparso.
Il che udito noi sudetto, et sottoscritto Podestà, dato di nuovo diffetto
alli sudetti Anderuetto, e Mora inquisiti cittati non comparenti, benche aspettati,
rappresentandoli contumaci, in sua contumacia gli abbiamo dichiarati incorsi
nelle pene in detta cittazione imposteli, ordinando citarsi per la seconda
volta, come si richiede, et in tutto come nelle seguenti lettere, et le richieste
testimoniali concedendo dati et manualmente sottoscritte Bugni Podestà
Seconda cittazione
Francesco Maria Bugni Ducal Nodaro Collegiato et Podestà di Bruino per l’Illustrissimo Conte d’esso luogo al primo usciere Serviente generale, o Messo giurato richiesto dal viste le informazioni svolte, con le lettere di prima cittazione debitamente eseguite testimoniali d’accusata contumacia, con altre di dichiarazione di pena seguite in odio di Steffano Anderuetto, et Michele Mora di Sangano inquisiti. Il tutto considerato, così instante il fiscal Emanuel Ponso si commettono, e mandiamo di cittar, et assignar, come per le presenti si cittano, et assignano per la seconda volta detti inquisiti a comparer personalmente avanti noi, e Castello di questo luogo fra tre giorni dopo l’esecuzione di questo per risponder alli interrogatori fiscali, che li saranno fatti, sotto pena di scudi venti d’oro per caduno al fisco di questo luogo applicandi, altrimenti si assignano a comparer avanti noi l’indomani di detto termine non feriato in onor di Dio a ora di terza per veder dichiarata a detta pena, contro d’essi conceder maggior provisione conforme a ragione, e giustizia . Dichiarando l’esecuzione di questa da farsi per voce di grida, et affissione di copia all’uscio della casa di loro ultima abitazione, et non avendo abitazione certa al suolito Pilastro, tanto valer, come se fosse fatte fatta personalmente dati in Bruino li nove di settembre mille sei cento ottanta cinque manualmente sottoscritto Bugni Podestà
Relazione
L’anno del signore mille sei cento ottanta cinque,
et alli sedici di settembre in Bruino à me sottoscritto Podestà
ha rifferto Matteo Panietto messo giurato di questo luogo aver lui oggi eseguite
le dietro scritte lettere contro Steffano Anderuetto di Sangano inquisito
in essa nominato personalmente ritrovato, citandolo, et assignandolo in tutto,
e per tutto come in essa, de quali gli ne ha rimesso copia autentica alla
presenza di Michele Para, et Francesco Ferrero ambi d’esso luogo testimoni
richiesti, et astanti dati e manualmente sottosto Bugni Podestà
L’anno, mese e giorno sudetti à me sudetto, et sottoscritto podestà
ha rifferto detto Panietto Messo aver lui oggi eseguite le dietro scritte
lettere contro Michele Mora di Sangano inquisito in esse nominato, personalmente
ritrovato cittandolo, et assignandolo in tutto, e per tutto come in esse,
de quali gli ne ha rimesso copia autentica alla presenza di Michele Berteto,
et del sudetto Michele Para ambi testimoni richiesti, et astanti dati manualmente
sottosto Bugni Podestà Testimoniali d’absenza
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque,
et alli venti di settembre in Bruino giudicialmente avanti noi predetto, et
sottoscritto Podestà, è comparso
Emanuel Ponso Procurator fiscale di questa corte, il quale producendo, e reproducendo
gli atti criminali avanti noi il predetto fu Signor Ambrosio Podestà
fatti, et avanti designati, con ogni cosa de quali in esso, massime le testimoniali
di richiesta, con presentazione d’essi delli dieci otto agosto or scorso,
lettere di prima cittazione d’ordine nostro sotto detto giorno la nota
et contro Steffano Anderuetto, e Michele Mora inquisiti debitamente, e personalmente
eseguita, come per le relazioni fatte apparono, testimoniali d’absenza
delli sei testimoniali di dichiarazione di pena delli nove d’esso giorno
continuati, e finalmente le lettere di seconda cittazione delli nove detto
mese lassati, et contro detti Anderuetto, e Mora debitamente eseguite, come
dalle relazioni fatte li uedono, accusa la contumacia delli sudetti inquisiti,
che non comparono, insta le sia dato diffetto, reputati contumaci, et loro
absenza, et contumacia non ostante procedersi, e dichiararsi incorsi nelle
pene in detta seconda cittazione impostali, et cittati indi per la forza,
et ultima volta, e del tutto concedergli pubbliche testimoniali per sua parte.
Et per detti inquisiti nessuno è comparso benchè il che udito
noi sudetto, et sottoscritto Podestà dato diffetto alli Anderuetto,
e Mora inquisiti citati non comparenti, benchè aspettati, conforme
al suolito, reputandoli contumaci, ne abbiamo di tal loro contumacia, et absenza
concessa al sudetto fiscale richiedente pubbliche testimoniali dati et continuando
la dichiarazione di pene a dimani e manualmente sottoscritto Bugni Podestà
Testimoniali di dichiarazione di pena con concessione di terza cittazione.
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque
e alli venti uno del mese di settembre in Bruino giudicialmente
avanti noi predetto e sottoscritto Podestà, è comparso Emanuel
Ponzo Procurator fiscale dalla presente communità, il qual producendo,
e reproducendo, gli atti criminali fatti avanti il presente fu Sig. Ambrosio
già podestà avanti designati, con ogni altra cosa, de quali
in essi, insieme li testomoniali di richiesta con concessione di prima cittazione
sotto li dieciotto agosto or scorso, con le lettere di prima cittazione sotto
detto giorno d’ordine nostro lassate, et eseguite contro Steffano Anderuetto,
et Michele Mora inquisiti, come dalle relazioni fatte sin vedono testimoniali
d’absenza delli sei, testimoniali di dichiarazione di pene delli nove
e tal giorno continuata, la lettera di seconda cittazione sotto detto giorno
nono, e finalmente le testimoniali d’absenza del giorno d’ieri,
il tutto nelle parti al fisco utili, e favorevoli, accusa la contumacia delli
sudetti Anderuetto, et Mora inquisiti, e legittimamente, e personalmente citati,
che non comparono, insta le sia dato diffetto, reputati contumaci, et loro
contumacia, et absenza non ostanti procedersi, e dichiararsi incorsi nelle
pene in detta seconda cittazione impostali, et citarsi per la terza, ultima
e peremptoria volta, chiudendone del tutto testimoniali per una parte.
E per detti inquisiti nessuno è comparso, benchè il che udito
noi sudetto, et sottoscritto Podestà, dato di nuovo diffetto alli sudetti
Anderuetto, et Mora inquisiti, che se ben citati non comparono, reputandoli
contumaci in sua absenza, et contumacia gli abbiamo dichiarati incorsi nelle
pene in detta seconda cittazione imposteli, ordinando cittarsi per la terza,
et ultima volta, et in tutto come nelle seguenti lettere, quali con le richieste
testimoniali avemo concesso dati manualmente sottoscritto Bugni Francesco
Maria Ducal Nodaro Collegiato, et Podestà di Bruino per l’Illustrissimo
Sig. Conte del medemo luogo e al primo usciero serviente generale, e Messo
giurato richiesto salvo viste le informazioni svolte contro Steffano Anderuetto,
et Michele Mora ambi di Sangano inquisiti, con lettere di prima, et seconda
cittazione debitamente eseguite testimoniali d’accusa contumacia con
altra dichiarazione di pene in odio di detti inquisiti seguita, il tutto considerato,
così instante il fiscale di questa corte Emanuel Ponso in commettamo,
et mandiamo, che visti, et assigni come per le presenti si citta et assigna
detti inquisiti per terza, et ultima volta à comparer personalmente
avanti noi nel Castello di Bruino fra quattro giorni dopo l’esecuzione
dalle presenti per risponder alli interrogatori fiscali, che lifatti sotto
pena di pronuncia delli deliti, de quali inquisiti per veri, confiscazione
de suoi beni, bandimento delli stati di S.A.R., et ciò per esser andati
il primo giorno di maggio dell’anno mille sei cento ottanta in squadriglia
armati con appia di compagnia di Messer Gio Luiggi Ruffinato Abà di
Sangano, Michele Berteto, Andrea Bremando, Martino Picco, Giovanni Gattino,
Pietro Rosso, Pietro Gattino, et Antonio Picco, tutti d’esso luogo di
Sangano, questi armati con fucili, e pistole eccetto detto Picco armato parimente
con appia, et portatisi in un prato della povera vedova Giacoma Prenia Tonda
di questo luogo, Regione detta della Transazione sotto le coerenze dell’Illustrissimo
Signor Conte di questo luogo, e delli Signori Prevosti di Bruino, e Villar
di Basse, quali si miseroà tagliar con loro appie un’arbore di
rore in detto prato di grossazza di bracciata d’uomo per farne un May,
e sendovi gionta in quel mentre la sudetta vedova, dolendosi di simil opera
di fatto, detti Ruffinato, et Antonio Picco, gli dissero di pagarglielo, et
essa rispondendogli che ne aveva bisogno per suoi casiamenti, fu la medema
da detto Ruffinato maltrattata con un colpo di fucile nel fianco destro, e
continuando al tagliamento sudetto souragiungendovi il Signor
Michel Arcangelo Radicati Agente di detto Signor Conte, et
altri impedirono, che non fornirono di metterlo à basso, sendo però
già tagliato più della metà. Al qual Signor Radicati
gli fu dal sudetto Ruffinato rivoltato la bocca dell’archibuggio in
atto di sparaglielo contro la sua persona, che essi tutti vedendo, che non
potevano aver loro intento si portarono parimenti in squadriglia, et armati
come soura in un altro prato della Signora vedova Brigida Cravotta del Villar
di Basse poco distante dal sudetto primo, e regione sudetta sotto le coerenze
della Via, e de beni della Chiesa di Bruino, et ivi tagliarono altro rovere
pur della grossezza di bracciata d’uomo, e quello condussero via con
carro e buoi e non contenti di questo soura, il medemo giorno portandosi in
un alteno del sudetto Illustrissimo Signor Conte di Bruino, regione
detta della gran torna, sotto le coerenze di detto signore
a due parti, e Filippo Chiellone
(oggi Cellone) , et ivi tagliarono, et esportarono via una
pianta longa di ceresera di grossezza di mezza bracciata circa, della quale
né facevo la ponta al sudetto May, e meglio come dalle informazioni
ne risulta, manualmente sottoscritto Bugni Podestà.
Relazione
L’anno del Signore mille sei cento ottanta cinque,
et alli venti cinque di settembre in Bruino a me sottoscritto Podestà
Ha rifferto Matteo Panietto Messo giurato di questo luogo aver lui oggi eseguito
le dietroscritte lettere contro Steffano Anderuetto di Sangano in esse nominate
personalmente ritrovato cittandolo, et assoignandolo in tutto e per tutto
come in esse, de quali gli ne ha rimesso copia autentica alla presenza di
Michele Ferrero, et Antonio Cugno ambi d’esso luogo di Sangano testimoni
astanti dati manualmente sottoscritto Bugni Podestà.
L’anno, mese, e giorno sudetti a me detto Podestà ha rifferto
detto Panietto Messo aver lui parimente detto giorno vigesimo quinto eseguite
le dietroscritte lettere contro Michele Mora di detto Sangano in esso nominato,
personalmente ritrovato, cittandolo, et assignandolo in tutto, e per tutto
come in esse, avendogliene anche rimesso copia autentica alla presenza di
Gio Domenico Rosso, et Michele Piccoambi d’essop luogo testimoni richiesti,
et astanti dati manualmente sottoscritto Bugni Podestà supplica A.R.
Esponeno Steffano Anderuetto, et Michele Mora del luogo di Sangano venirli
formata inquisizione pretesto il primo di maggio 1680: siano stati ritrovati
con un appia caduno di compagnia di Gio Luiggi Ruffinato Abà in quel
tempo di detto luogo, et altri particolari a tagliar un’arbore di rovere
nel prato di Giovanna Tonda per far un May, qual però stante le opposizioni
della medema non fu ascoltata, quantunque s’offersero di pagarglielo,
indi stanti portati in altro prato di Brigida Cravotta ivi poco distante abbino
aiutato a tagliar altro arbore, come pure la ponta d’un arbore di ceresa
in un alteno del Conte di Bruino per compire detto May, et meglio come leggasi
per la qui gionta terza cittazione eseguitali d’ordine del Podestà
di detto Conte di Bruino, e perché l’assicurano non potervi esser
contro loro per tal fatto luogo ed inquisizione, stante che erano operari,
che dipendevano da detto Abà Ruffinato, contro quale in tal caso devono
indirizzarsi, et non contro detti poveri esponenti desiderando per tanto proveder
a loro indennità hanno pensato aver raccorso da S.A.R.
Supplicandola verosimilmente si degni mandar ingiungersi il fiscale di detto
luogo di Bruino Emanuel Ponso a dover trasmettere le supposte informazioni,
che intende aver fatto tuoglier contro detti supplicanti per il sudetto fatto
nelle mani d’uno delli Senatori criminalità, acciò quelle
riferisca al suo Sacro Senato con le giustificazioni che si presentavano per
parte di detti supplicanti si dichiari se vi possa esser luogo ad inquisizione
o non, et intanto, et finchè altrimenti venghi da detto suo Sacro Senato
dichiarato inibirli dal detto Podestà di Bruino, fiscale Ponso, et
ogni altro che sia spediente ogni molestia sotto gravi pene con dichiarar
l’esecuzione delle presenti da farsi in persona domestica voler e Gallo
Vittorio Amedeo Duca di Savoia Principe di Piemonte Re di Cipro.
Al primo Usciero Serviente generale, o Messo Giurato richieste salvo vista
l’alligata supplica sottoscritta dal Procuratore Gallo, et suo tenor
considerato per le presenti si commettemo, et mandiamo, che faci commandamento,
et ingiunzione, come noi con queste commandiamo, et ingiungano alla parte
supplicata, et a chi si sia di dover fra giorni cinque dopo eseguite le presenti
trasmettano, et aver nelle mani del Magnifico Consigliere Senatore, et Rellatore
delle suppliche criminali nostro il Conte Bartolomeo Rolando trasmesso gli
atti informazioni de quali si supplica per l’effetto supplicato, et
in tanto durante giorni quindeci prossimi avemo inibito, et inibiamo alli
supplicanti da detta parte supplicata, et ogni altro, che sia spediente per
conto del fatto narrato, et dependenti ogni real, e personal molestia sotto
pena di scudi cento d’oro al fisco nostro applicandi, et nullità
di quanto seguisse in contrario dichiarando l’esecuzione di questa da
farsi al modo supplicato. Valer, che tal è nostra mente dati, in Torino
li 26 settembre 1685, per S.A.R.à rellazione del Senato sigillate,
et sottoscritte Tastone manualmente sottosto Michiardi e
Altrimenti si citta l’indomani di detto termine salvuo sii feriato in
onor di Dio à comparer avanti noi di terza per vedere, e far la pronuncia
di detti delitti per, e confessi insieme la cconfiscazione de beni, a bandimento,
et indi nella causa, e a tutti suoi atti necessari e opportuni sino al suo
debito fine inclusivamente proceder, ed in essa veder conceder, e far più
appra provisione come si converrà per Giustizia, e a dir causa perché
le pene contro detti inquisiti dichiarate non debbano eseguirsi contro d’essi.
Dichiarando l’esecuzione delle presenti, qual si farà per voce
di grida, e affissione di copia all’uscio della casa di loro ultima
solita abitazione, e non avendo abitazione resta al pilastro solito, tanto
valer come se personalmente fosse fatta. Dati in Bruino li 24 del mese di
7bre 1685
La soura scritta copia d’atti criminali prodotti dall’Illustrissimo Sig. Conte Giuseppe Eustachio Malines di Bruino nella causa vertente avanti l’Eccellentissimo Real Senato tra esso Sig. Conte, e la Comunità di detto luogo convenuti da una parte et in cedola cominciante sono tanti, e tali gli atti sottoscritti dal Sig. Avvocato Belgrano, et l’illustrissimo e Sig. Abate sotto il titolo de Santi Solutore Avventore et Ottavio di Sangano Carlo Francesco Boggio attore dall’altra cominciata essa causa per rescritto Senatorio delli 27 luglio et fattoli di remissione di comparsa delli 13 agosto 1730: e io Gio Matteo Mancardi pubblico Regio Nodaro Collegiato da mano à me fido fatta levare dal suo proprio originale prodotto nella causa suddetta da detto Sig. Conte di Bruino con cui originale consta concorda in fede del che mi sono qui manualmente sottoscritto G.M. Mancardi Real Nodaro
May = albero di maggio,
che si piantava il primo maggio in piazza a festeggiare la bella stagione
Abà = Figura principale di
certe feste folcloristiche. Abàte e abbate. Nome di antica dignità
popolare. Tale denominazione equivale a capo della danza, della festa o simile.
Archibuggio= Antica arma da fuoco portatile composta di una canna di ferro, che si carica con polvere e pallottola di piombo, fissata ad un'armatura di legno, detta cassa, e munita di un dispositivo, molto vario a seconda dei tempi, destinato a dar fuoco alla carica. Probabilmente il nome deriva dal basso tedesco haakbuse "canna con dispositivo a uncino per l'accensione", che si modificò in Francia in harquebusche e poi harquebuse; l'italiano archibugio, che deriva dal francese, ha subito l'influenza delle parole arco e bugio "perforato".
Archibugio
Trascritto come da originale, 100 pagine manoscritte
Maria Teresa Pasquero Andruetto