Collezione di vecchie cartoline
Villarbasse ed il suo territorio
Veduta generale
Panorama
Saluti da Villarbasse (viaggiata 1921)
Panorama (viaggiata 1947)
Ingresso al paese
Corbiglia - Stradale di Villarbasse
Panorama di Roncaglia
Municipio
Entrata al paese
Scorcio panoramico e veduta delle Alpi
Panorama (viaggiata 1956)
Panorama
Veduta generale (viaggiata 1965)
La Parrocchia- Villa Barbara del Villaggio Primo sole
Panorama - Villa Ersilia
Panorama - Villa Ersilia dei fratelli Calcagni (viaggiata 1960)
Panorama
Villar di Basse
Siamo andati per
le strade a intervistare i nostri vecchi perché ciò che è
ormai passato non sia tutto cancellato.
Abbiam cercato senza sosta documenti e tradizioni ed abbiamo ritrovato…..
Gruppo di lavoro della scuola Media di Villarbasse
Le tradizioni religiose a Villarbasse
Fino al secolo scorso la vita a Villarbasse come in tutti gli altri paesi era tutta incorporata sulle feste religiose, le processioni e le cerimonie religiose. Queste erano numerose: il parroco ci ha ricordato quella del Corpus Domini, quella di San Nazario e quella in onore della Madonna delle candele (3° domenica di maggio), quella della Addolorata (3° domenica di settembre)e del Rosario (1° domenica di ottobre). Si facevano anche le processioni delle “rogazioni” nei tre giorni precedenti l’Ascensione, alle cappelle di San Rocco , San Martino e della cascina Carignano per la benedizione della campagna.
Le antiche confraternite
Negli archivi parrocchiali abbiamo trovato che nel 1600-1700
circa a Villarbasse c’erano 4 confraternite religiose chiamate compagnie:
compagnia del SS. Sacramento la compagnia del Santo Rosario, la compagnia
del Suffragio e la compagnia delle Orsoline.
La compagnia più degna era quella del SS. Sacramento. In questa compagnia
il parroco nominava 2 priori a vita. I compiti di questi priori erano: il
giorno della purificazione, dovevano portare le candele benedette alla festa
del Corpus Domini, dovevano distribuire la cera ai fedeli, nella processione
dovevano avere un posto ben preciso, cioè subito dopo il clero, il
giorno della processione mangiavano col parroco.
La 2° compagnia è quella del S. Rosario, anche qui venivano nominate
2 priore a vita. I loro compiti erano fare la colletta del filo, poi darlo
alle donne affinchè lo filassero nella processione della Vergine dovevano
essere le più vicine alla statua della Madonna: dovevano trovare 4
ragazze che portassero la statua e per avere questo onore dovevano pagare
10 soldi.
La 3° compagnia e quella del Suffragio. Anche in questa compagnia si nominava
un priore; questa compagnia si occupava principalmente di ottenere suffragi
per i defunti.
La 4° compagnia è quella delle Orsoline o figlie di Maria che comprendeva
ragazze non sposate. Tutte queste compagnie avevano norme precise e possedevano
delle proprietà. Molte persone del paese si ricordano di queste congregazioni
religiose chiamate “i Batù” perché “si battevano”
cioè facevano penitenze e soprattutto seguivano i funerali per ottenere
suffragi per le anime dei defunti. La loro origine risale addirittura ai flagellanti,
una confessione eretica della Provenza del XIII secolo. A Villarbasse i membri
di queste compagnie vestivano un lungo camice bianco con cappuccio gli uomini
e giallo le donne.
Il carnevale e la quaresima
Il carnevale, come tutti sappiamo, nelle nostre tradizioni
era quella festa che concedeva momenti di festa e di allegria prima del lungo
periodo di penitenza quaresimale, era il “tempus ridendi e saltandi”
che precedeva il “tempus flendi et plangendi”. Qualche vecchio
del paese ci ha raccontato che “si andava in giro a cantare e suonare
nelle stalle l’armonica e il clarino” si festeggiavano le maschere
tradizionali (Gianduia e Giacometta) e che il divertimento finiva spesso in
solenni ubriacature. Forse si raccontavano quelle antiche leggende sul diavolo,
gli angeli e le streghe che siamo riusciti a conoscere dai nostri anziani.
In ogni caso la festa finiva inesorabilmente la mezzanotte del martedì
grasso e la campana della chiesa dava il segnale che la mezzanotte si avvicinava
e “cessava il tempo delle gozzoviglie”. (Archivio parrocchiale)
Abbiamo trovato delle copie di molte lettere dei vescovi torinesi del 700
e dell’800: tutte insistevano molto sulla Quaresima e richiamavano i
fedeli all’osservanza scrupolosa dell’astinenza della carne ed
al digiuno, per tutti i 40 giorni, escluse le domeniche perché “alla
profana allegrezza e succeduto il tempo della penitenza e della compunzione”.
Durante la Quaresima gli abitanti cercavano un predicatore che venisse da
fuori ed avevano il dovere di procurargli “cibaria et alloggio”.
Era anche il periodo in cui si raccoglievano “le limosine” per
i poveri.
La Quaresima, inoltre…..non è solo la bocca quella che deve digiunare,
ma la lingua, gli occhi, le orecchie e tutti infine i sentimenti del corpo…..
Ringraziamo in modo particolare il prevosto Don Campi, che
ci ha aperto gli archivi
A Villarbasse era usanza che a carnevale si facessero alcune gare. Una di
queste era di uccidere un tacchino e appenderlo per le zampe in un viale.
Poi gli uomini in maschera e a cavallo passavano da un lato all’altro
della strada al galoppo e dovevano cercare di tagliare la testa al tacchino
con una sciabola.
Un‘altra gara o gioco, era svolto dai ragazzi di 18 anni i quali dovevano
cercare di sovrapporre più carri possibili: il record fu raggiunto
con 6 carri più una capretta con del fieno posati sopra i carri.
Maria Teresa Pasquero Andruetto