Sangano
Don Annibale Vicino
prevosto dal 1960 al 1986
nel 1960 arriva a Sangano
Don Vicino arriva a Sangano accolto dal Sindaco Giovanni Accastello
dalle autorità
dalle mamme, con i bimbi della scuola e dell'asilo
il corteo si avvia verso la Piazza della Chiesa
il discorso del Sindaco Accastello Giovanni
l'ingresso in Chiesa
La Santa Messa
Immagini date ai Parrocchiani in occasione di questo avvenimento
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Sangano ricorda il can. Annibale
Vicino
Fu il pastore della comunità dal 1960 al 1986
Il canonico don Annibale Vicino, "servo buono e fedele" ha raggiunto la pace del Signore, concludendo il 29 marzo la sua vita sublimata da tanta sofferenza. Si è spento a Mathi, al pensionato Chantal, dove ha trascorso gli ultimi anni, assistito dal prevosto don Sergio Savant, dalle suore e personale. Nato a Cavallerleone (Cn) il 15.1.1917, fu ordinato prete dal Card. Fossati il 20 giugno 1941. Le tappe del suo sacerdozio, come vice parroco, furono Cercenasco, poi Torino, nelle parrocchie San Giuseppe Cafasso e San Francesco da Paola. All'inizio del 1960 fece l'ingresso come prevosto a Sangano, raccogliendo l'eredità pastorale dell'anziano prevosto Canonico Gioana, di Giaveno. I 26 anni di cura pastorale -1960 al 1986 sono segnati dal suo zelo. I parrocchiani apprezzarono presto questo prete buono, silenzioso, umile, che infiorava la sua giornata di rosari e di adorazione. Don Vicino con quel suo modo di fare, un po' timido, seppe lavorare costantemente per, il bene delle anime, senza far rumore, attento alle famiglie, ai giovani, agli anziani, alle necessità della sua gente, alla catechesi in chiesa e con le lezioni nelle scuole, rivolgendo la sua attenzione di pastore ai malati che visitava spesso in casa e negli ospedali. Durante gli anni del suo ministero vide la trasformazione del paese, da piccolo centro agricolo di poco più di 500 abitanti, ad alcune migliaia. Per questo tra le prime opere, don Vicino, realizzò per i giovani, l'oratorio, dedicato a Don Bosco, avvalendosi della collaborazione dei salesiani dell'istituto del bivio di Cumiana e, in particolare, di don Gianni Mazzali (ora Ispettore salesiano di Liguria e Toscana) che ha lasciato una profonda traccia del suo apostolato e che ha voluto essere presente ai funerali del caro prevosto. Curò il decoro della chiesa e dell'annessa cappella della Madonna del Soccorso che, nel 1976, restaurò, come pure ristrutturò la casa parrocchiale, dedicando ancora la sua attività come presidente dell'asilo, un tempo diretto dalle suore domenicane. Al suo zelo si deve il restauro dell'organo, lieto della sua cantoria che incoraggiava e sosteneva. Quando le forze vennero meno, lasciò la parrocchia nel 1986 e venne accolto con un gesto di grande carità e fraternità sacerdotale dall'amico don Francarlo Novero a Drubiaglio di Avigliana, che poi seguì nella parrocchia di Mathi Canavese. E qui don Vicino continuò quel cammino della Croce, che poco per volta, lo isolò da tutto e da tutti, fino all'immobilità su una carrozzella. Mentre quel suo fragile corpo diveniva sempre più piccolo, il suo ministero della sofferenza era sempre più luminoso e prezioso. Quanto ha sofferto in questi anni, nel corpo e nello spirito, anche per la morte prematura di don Francarlo, che era diventato il "baculum senectutis suae" il bastone della sua vecchiaia! Era sempre felice delle visite che i suoi parrocchiani di Sangano gli facevano e che ringraziava con il suo sorriso mite e sereno. Ma nulla, credo, è stato più grande in don Vicino che quella sua sofferenza accolta e offerta a Dio per le anime e per la Chiesa. Ormai poteva dire di essere con Cristo, anche lui "crocifisso", abbracciando la sua Croce con amore! La sua gente lo può giustamente ricordare come un prete di "preghiera, di penitenza, di povertà, di carità... la preghiera fu il senso di quest'uomo silenzioso, conscio che senza questo silenzio interiore si può fare solo rumore, ma non si è eco della Parola, per cui possiamo dire che fu pastore esemplare. Sangano non l'ha dimenticato ed è stata molto significativa l'insistenza dei sanganesi perchè i suoi funerali si svolgessero in quella chiesa dove fu prevosto. E alla concelebrazione presieduta dal vescovo ausiliare mons. Micchiardi con alcuni sacerdoti ed il suo successore don Angelo Arisio, i parrocchiani sono accorsi per dirgli grazie e per pregare per lui, con i ragazzi e i giovani del "suo" oratorio, presenti anche l'amministrazione comunale con il sindaco ed associazioni. La cantoria parrocchiale ha voluto accompagnare con i canti più belli la funzione ed i giovani dell'oratorio, al termine hanno pure eseguito due canti. Ora l'indimenticabile, caro prevosto can. Vicino, riposa nel camposanto di Pieve di Scalenghe in attesa della "Risurrezione gloriosa degli eletti" e dal Cielo è ancora per la sua comunità una guida e una benedizione!
La Valsusa (ab)
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Maria Teresa Pasquero Andruetto