Sangano
Don Gioana Gioanni Battista
dal 1916 al 1960
Omaggio dei Sanganesi alla Madonna del Pio Perpetuo Soccorso
Omaggio dei Sanganesi alla Madonna
del Pio Perpetuo Soccorso
Esposte Fin da tempi remoti alla venerazione dei fedeli nella
Chiesa Parrocchiale di Sangano (Torino)
A benefìcio della Chiesa Parrocchiale di Sangano (Prov. di Torino)
– Italia
Per eventuali offerte rivolgersi direttamente al:
Molto Reverendo Parroco Don Gioana Giovanni
La Madonna del Pio Perpetuo Soccorso
Cenni storici
« Beato chi tra queste miserie — scrive S.
Alfonso spesso si volge alla Consolatrice del mondo, al Rifugio dei miseri,
alla gran Madre di Dio, e divoto La chiama e La prega. Beato, dice Maria,
chi ascolta i miei consigli e non lascia d'assistere continuamente accanto
alle porte della mia misericordia, invocando la mia intercessione e soccorso!
»
Tale è il materno ufficio dell'Augusta Regina del Cielo! Gesù
Cristo suo Divin Figliuolo, le affidò la cura delle nostre anime:
ed è perciò ch'Ella pone la sua gloria nel porgere aiuto a
coloro che a Lei ricorrono. Oh, sì! E' continua sollecitudine di
Maria soccorrerli in tutti gli istanti, in ogni loro necessità; sostenerli
e animarli, accorrere al menomo segno del loro cuore o delle loro labbra,
non abbandonarli mai, nemmeno al tribunale di Dio, e introdurli Ella stessa
nella gloria dei Beati. E' dunque ben giusto il caro nome di MADRE DEL PERPETUO
SOCCORSO che la Madonna stessa si è dato; e non deve quindi farci
meraviglia se la sua prodigiosa Immagine ebbe tanto divota accoglienza tra
i fedeli di Roma e di tutto il mondo.
Ecco in breve l'origine della devozione a questa Immagine.
I Turchi, presa Costantinopoli nel 1453, divennero in poco tempo il terrore
di tutta la cristianità. Molti cristiani fuggirono e cercarono riparo
in Italia. Tra gli altri vi fu un pio mercante dell'isola di Creta, di cui
non si conosce il nome: egli, divotissimo di Maria SS., volle porre in salvo
una miracolosa veneratissima immagine della Vergine; presa di nascosto la
sacra Effige, s'imbarcò con essa su d'una nave mercantile alla volta
dell'Italia. La Vergine Santa lavorava in segreto, ed a Roma, centro della
cristianità, preparava la sua stabile e venerata dimora. Mentre la
nave è in mare, la coglie una spaventosa tempesta, tanto che i viaggiatori
temono della propria vita; ma il mercante, conscio di avere con sè
un'ancora di salvezza, presenta la cara Immagine alla venerazione di tutti.
Oh prodigio! La Madonna invocata nell'ora del pericolo dimostrò subito
la sua potenza: il mare si calmò, onde il nostro santo viaggiatore
potè giungere incolume a Roma. Egli pensava di proseguire, dopo una
breve fermata, il suo viaggio; ma la Provvidenza dispose altrimenti. Egli
infatti cadde ammalato, e per un felice presentimento, non raro nelle anime
buone, conoscendo essere prossimo il suo passaggio da questa all'altra vita,
chiamò a sè l'amico che lo ospitava e gli disse: « Ti
consegno una Immagine miracolosa della Vergine: promettimi in questo sacro
momento che, spirato ch'io sia, farai tutto il possibile perchè venga
esposta alla pubblica venerazione in una chiesa di Roma ». L'amico
promise, ed il pio mercante placidamente rese la sua anima a Dio, a ricevere
il premio della sua devozione alla Vergine SS.
L'amico avrebbe voluto tosto adempiere alla promessa fatta al morente; ma
vi si opponeva la moglie, che non voleva disfarsi della sacra Immagine e
che con disprezzo tacciava il marito di visionario quand'egli le parlava
degli incitamenti avuti dalla Madonna in proposito. Ancora una volta apparve
la Vergine al poveretto, per dirgli: « Per ben tre volte t'ho ammonito,
ma inutilmente; è necessario dunque, onde possa uscir io da questa
casa, che tu ne esca pel primo ». E così avvenne, perchè
in pochi giorni l'uomo, che non aveva saputo mantenere la promessa, ammalò
e morì.
La punizione era terribile e la morte del marito avrebbe dovuto scuotere
il cuore della donna e farla rinsavire. Ma non fu così. Maria SS.
allora comparve alla sua figliuola più piccola, una bimba di cinque
anni, rinnovando a questa le sue raccomandazioni e precisandole che così
voleva la «Madonna del Perpetuo Soccorso». La bimba, trasformata
in volto, riferì alla madre che una Signora risplendente le aveva
detto: «Di' alla madre ed al nonno che la Madonna del Perpetuo Soccorso
vuol essere esposta in qualche chiesa». In una successiva visione
Maria SS. si degnò precisare in quale chiesa la sua Immagine doveva
essere portata: «Fra la mia diletta chiesa di S. Maria Maggiore e
quella del mio diletto figlio adottivo S. Giovanni in Laterano, voglio essere».
Come si vede, fu Maria stessa a scegliere il titolo con il quale desiderava
essere venerata, titolo ricco di significato.
In via Merulana, fra S. Maria Maggiore e S. Giovanni in Laterano, sorgeva
allora la chiesa di S. Matteo ufficiata dai Padri Agostiniani; ad essi la
ravveduta vedova consegnò l'Immagine sacra, che venne solennemente
esposta al culto del popolo il 27 Marzo 1499. Alla vista della prodigiosa
Effige tutte le anime veramente cristiane furono tosto comprese di profonda
venerazione e di viva confidenza. Vennero altre anime ad implorare soccorso:
anime colpevoli ad implorare la grazia della conversione, anime desolate
a chiedere consolazione, infermi a chiedere la guarigione: e tutte queste
anime, facendo eco alle generazioni passate, proclamarono che Maria è
veramente la Madre del Perpetuo Soccorso.
La chiesa di S. Matteo in via Merulana fu per tre secoli la gelosa custode
della devota Immagine; in seguito però alla soppressione dei piccoli
conventi la chiesa venne abbandonata e sul principio del 1800 totalmente
distrutta. Il prodigioso quadro, riposto in un privato Oratorio, vi rimase
dimenticato e sconosciuto sin oltre la metà del secolo scorso, quando
piacque alla Divina Bontà, per mezzo del religioso Agostino Orsetti,
di farlo ritrovare e riesporlo alla pubblica venerazione in un'altra chiesa
posta, come quella di S. Matteo, tra S. Maria Maggiore e S. Giovanni in
Laterano : la chiesa di S. Alfonso Maria de' Liguori officiata dai Padri
Redentoristi.
Era il 26 Aprile 1866. Le vie del Rione dei Monti erano sparse di fiori,
di lauro e di mirto, le finestre delle case erano ornate a festa, ed una
folla immensa di popolo accorreva da ogni parte della città, alla
volta dell’Equilino. Le campane di Roma suonavano a distesa, tuonava
il cannone di Castel Sant'Angelo, mentre l'Immagine di Maria veniva con
solenne processione portata alla sua nuova dimora. Non mancò la pietosa
Madre del Soccorso dare in quel giorno prova del suo gradimento con due
grandi prodigi: un bambino di quattro anni colpito da forti convulsioni
sta per morire, ma alle invocazioni della madre ottiene la guarigione; una
fanciulla di otto anni priva da lungo tempo dell'uso delle gambe è
risanata, per aver rivolto un pensiero a Maria che trionfalmente passava
per le vie della città.
Maria con tali mirabili avvenimenti faceva la sua seconda comparsa in mezzo
al popolo romano. Ella diceva: «O voi che soffrite, voi che avete
bisogno di soccorso, venite a me, ch'io vi solleverò e darò
aiuto perchè io sono la Madre del Perpetuo Soccorso».
Oh, sii mille volte benedetta, o Vergine pietosa del Soccorso! Laudi siano
rese a Te, alla bontà tua e misericordia, abbi onore e gloria nel
più alto dei Cieli e quaggiù in tutta quanta la terra!
Innumerevoli sono i casi in cui si verificò, attraverso lo spazio
ed il tempo, l'alta protezione della Madonna del Pio Perpetuo Soccorso.
Per quanto riguarda Sangano, (a parte le grazie testimoniate dai numerosi
«ex voto»), ci limitiamo ad accennare alcune vicende della seconda
guerra mondiale.
1940 — 1945
La storia della popolazione di Val Sangone sotto l'oppressione
nazista è una storia di terrore e di sangue ininterrotto. Gli eccidi
cominciarono nel settembre del 1943 da parte delle S.S. tedesche a Giaveno,
e proseguirono per tutta la vallata. Presso Cumiana, nell'aprile 1944 mentre
erano in corso trattative per lo scambio di 36 prigionieri tedeschi contro
150 ostaggi civili, un maresciallo, di nome Rokita, ne trucidò 57,
per ordine del generale Hansen. Nel maggio vennero assassinate a Forno 24
persone, e sepolte quindi in una fossa comune ancora semivive e ricoperte
di pesanti pietre per affrettarne la fine. Altri 4 subirono la stessa sorte,
e a Coazze 10 abitanti vennero fucilati in piazza. Altre 41 esecuzioni avevano
luogo nei paesi vicini, e si giunse anche a bombardare il famoso Santuario
del Selvaggio, distruggendo 70 case. Nell'agosto i nazisti procedevano all'impiccagione
di 4 patrioti nella piazza di Giaveno e iniziavano quindi una potentissima
azione di rastrellamento, nella quale si manifestò tutta la loro
sadica ferocia nello sterminio, nell'incendio e nel saccheggio. Il martirio
della popolazione culminò nell'eccidio del novembre 1944 a Giaveno:
qui 17 persone, arrestate in un caffè, vennero, dopo infinite sevizie,
massacrate con raffiche di armi automatiche.
Ma veniamo agli episodi che riguardano particolarmente Sangano, e per i
quali si attribuisce all'intercessione della Madonna del Pio Perpetuo Soccorso
la felice risoluzione dei fatti.
1941 — Salvataggio dalla fucilazione dell'alpino Borello Ernesto.
Sul fronte greco-albanese nel 1941 le truppe italiane passarono
un momento tragico per una situazione militare sconcertante. L'apino Borello
Ernesto, dopo aver vagabondato attraverso la zona, ritrovò il suo
reparto dopo il limite fissato per essere dichiarato disperso o disertore.
Denunciato al Tribunale Militare per la condanna a morte, per interessamento
del commilitone sanganese alpino Aghemo Oreste trova in un ufficiale di
Sangano il suo salvatore. Non soltanto venne assolto dalla grave accusa
di diserzione, ma gli vennero pagati tutti gli arretrati.
Riportiamo fedelmente la lettera dall'alpino Borello indirizzata all'ufficiale
sanganese:
St.mo Colonnello, «Non ho parole sufficienti per ringraziarvi quanto
meritate. Oh se non fosse stato di Voi, a quest'ora chissà cosa sarebbe
di me. Quanto siete buono e generoso. In tutta l'Italia non avrei potuto
trovare un'altra persona gentile come Voi. Comprendo tutto il lavoro che
avete fatto per il bene mio e della mia famiglia, e come subito volete,
ancora una volta curarmi per la mia salute “come il medico cura i
suoi infermi” L'alpino Aghemo Oreste mi ha fatto capire che, rivolgendomi
a Voi, è quasi come mi fossi rivolto alla Real Casa, siccome un membro
di questa è vostro collega.
Io non sono degno neanche di guardarvi, un misero camerata come me, eppure
mi avete preso così fortemente fra le vostre braccia paterne, come
il figliol "prodigo". Ci vorrebbe un uomo come Voi per paese.
Se tutta l'Italia prendesse l'esempio di Sangano, tutte le mete, sarebbero
presto raggiunte; e se i Capi delle Nazioni ragionassero come Voi il mondo
avrebbe quella pace tanto desiderata.
Ringraziandovi di vivo cuore mi firmo
Camerata BORELLO ERNESTO
Quando l'alpino Borello Ernesto viene col padre a Sangano per offrire un
regalo ai suoi salvatori, sente questo consiglio: « Fate un'offerta
alla Madonna del Pio e Perpetuo Soccorso di Sangano».
Notte 18-19 Novembre 1942 — Bombardamento di una casa,
Un colpo d'artiglieria colpisce in pieno la casa di Via S. Rocco n. 14.
Il proiettile, perforato il tetto e le volte, scoppia fragorosamente in
una camera al piano terreno. Nessuna vittima e neppure alcun ferito.
15 Settembre 1943 — Salvataggio da sicura morte di 8 prigionieri inglesi
fuggiti da un campo di concentramento.
Riportiamo copia della dichiarazione inviata a suo tempo al Comando Militare
Alleato di Torino: I sottoscritti, ciascuno per la parte che lo interessa,
in ottemperanza alle disposizioni comparse sui giornali, espongono qui appresso
i fatti relativi all'aiuto prestato ai prigionieri Inglesi, premettendo
che sia ben chiaramente inteso ch'essi non intendono gli sia offerto alcun
premio o segno tangibile di riconoscenza materiale. I sottoscritti sono
paghi e soddisfatti di aver operato secondo i dettami della loro coscienza
e dei loro sentimenti e saranno lieti se giungerà loro un semplice
riconoscimento morale.
Ecco i fatti:
Dopo l'8 settembre 1943,otto prigionieri di guerra inglesi fuggiti dai campi
di concentramento, raggiungevano il territorio di Sangano, trovando asilo
ed aiuto presso i vari abitanti. Il giorno 15 settembre 1943 il benemerito
Commissario Profettizio, allora in carica, veniva informato essere imminente
un rastrellamento nella zona di Sangano dei prigionieri fuggiaschi inglesi
da parte dei tedeschi.
Sceglieva il Commissario Prefettizio immediatamente due individui di sua
assoluta fiducia perchè provvedessero per avvertire del pericolo
i prigionieri inglesi e a dar loro tutte le indicazioni necessarie per la
fuga ed il trasferimento in località più sicura. Infatti gli
incaricati del Commissario Prefettizio svolsero con rapidità ed intelligenza
e con alto spirito di fraternità l'incarico assunto tantoché
in poche ore i prigionieri inglesi furono bene instradati e poterono così
salvarsi da sicura morte, mentre sopraggiungevano i tedeschi inferociti
che eseguivano scrupolosi sopraluoghi obbligando ad accompagnarli di giorno
e di notte, per varie riprese, negli stessi sopraluoghi.
E' da segnalare in modo particolare il comportamento, nelle circostanze
suesposte, del signor Filippi Giuseppe (vecchio pioniere della Cinematografia
Mondiale), unico fra tutti a conoscenza della lingua « inglese, il
quale, vecchio ottantacinquenne e molto male andato in salute, affrontò
una faticosa marcia in terreno accidentato per raggiungere i prigionieri
inglesi e si prodigò con tutte le sue forze.
Ecco le generalità degli otto prigionieri inglesi « salvati
:
Driver Latter Eric N. 922365, Age 23, Captured Gazala 1-6-42, Camp. n. 66
53 133 VI 112 IX L 1/2 Service.
Gunner Smith George n. 975865, Age 23, Captured Cazala 6-6-42, Camp. n.
66 53 133 XIII 112 IX 3 YRS.
Ptr. ThGRPE Bruce n. 4975832, Age 21, Captured Knightabridge 6-6-42, Camp.
23 53 133 XIV 112 IX L YRS.
Rfm. Semmonde Alfred n. 619302, Captured Cazala 1-6-42, Camp. 66 53 133
XIII 113 IX 10 YRS.
Gunner Miller Frank n. 860692, Captured El Adam 16-6-42, Age 25, Camp. 66
53 133 XIII 112 IX YRS.
Gnr. Richards Norman n. 945875, Captured El Adam 15-6-42, Age 24, Camp.
66 53 133 XVI XI 112 IX4 YRS.
Gnr. Pearche n.928608, Captured El Adam 14-6-42, Age 23, CC. 66 43 133 XVI
XI 112 IX 3 YRS.
Gnr. Silberts Richars n. 981080, Captured Cazala 5-6-42, Age 33, CC. 66
53 133 XIII 112 IX 4 YRS.
Sangano (Provincia di Torino) 31 maggio 1945
24 Gennaio 1944 — Salvataggio da sicura impiccagione.
Nel profondo della notte in una grande villa che ospitava
una ventina di Famiglie sfollate per la guerra, manca improvvisamente la
luce e contemporaneamente tacciono le radio. Un numeroso gruppo di armati
con mitra e bombe a mano bloccano tutti i cancelli del grandioso parco.
Il Comandante seguito da una diecina di militi mascherati, pretende l'immediata
consegna di un distinto professionista padre di quattro bambini, segnalato
{erroneamente, come più tardi riconosciuto) quale corresponsabile
di un eccidio nella zona viciniore e per corrispondente rappresaglia “impiccagione”.
Li affronta da solo, con un cappotto sul pigiama, il proprietario che, dopo
un lungo, concitato colloquio col Comandante, offrendosi personalmente quale
ostaggio della Persona ricercata, ottiene lo sgombro del Castello e l'abbandono
dell'impresa.
Aprile 1944 — Bombardamento Campo S. Giorgio.
Nell'aprile 1944 velivoli nemici sganciarono alcune bombe
su Sangano. Due caddero sul Campo S. Giorgio (una pietraia che era stata
dissodata e preparata con lavoro gratuito dei Sanganesi e poi donata alla
Congregazione di Carità del Comune a favore dei poveri e delle istituzioni
locali) a circa 200 metri dalla chiesa parrocchiale, dove molti fedeli erano
raccolti nella preghiera dei 15 Sabati.
La targa di ferro massiccio che segnalava detto Campo venne letteralmente
contorta e bucherellata in più punti. Nessuna vittima e neppure alcun
ferito.
26 Giugno 1944 — Attacco di Partigiani alla Polveriera di Sangano presidiata dai tedeschi.
Il comandante partigiano De Vitis raggiunge l'obbiettivo
e se ne impadronisce, ma è a sua volta attaccato da forze molto superiori.
La difesa è accanita. Con le mitragliette devono sparare contro autoblinde.
Sergio De Vitis cade da eroe, così come aveva quasi predetto ai compagni
prima di partire : «Se debbo morire chiedo di morire con una pallottola
in fronte». Con lui cadono sette partigiani.
Rappresaglia tedesca: oltre 50 sanganesi vengono portati al muro nei pressi
del Cimitero di Sangano. Tra essi un Colonnello, che chiede di parlamentare
col Comando. Ma l'ufficiale tedesco è atteso, e nel contempo un ordine
secco mette i rastrellati «con la faccia al muro». Un autocarro
sceso dalla polveriera con le salme dei caduti svolta sulla strada provinciale,
mentre i soldati tedeschi presentano le armi.
Ecco l'arrivo del Comandante tedesco che riceve il Colonnello con questa
frase: «Voi siete un ufficiale superiore dell'Esercito italiano. Cosa
fareste voi al mio posto?» « Tenente — dice il Colonnello
— io rispondo con una domanda. Quei disgraziati innocenti che sono
con me al muro, se fossero colpevoli dell'eccidio li avreste trovati sereni
e tranquilli nelle loro case?» «Ja — borbotta il tedesco
— ja...». Poi, dopo aver nervosamente passeggiato in lungo ed
in largo, si volta di scatto ed ordina la pronta liberazione di tutti quanti.
1° luglio 1944 — Lettera del Commissario Prefettizio.
In data 1° luglio 1944 il Commissario Prefettizio scrive:
Il comando Germanico di questa Zona ordina di comunicare alla popolazione:
In conseguenza dei dolorosi avvenimenti del 26 giugno 1944 si avverte che
se si verificasse ancora il minimo incidente del genere, il paese di Sangano
e tutte le frazioni minori, subirebbero le seguenti rappresaglie: Distruzione
di tutte le case con il cannone e con «incendio, salvo provvedimenti
più gravi».
1944 — Salvataggio da mitragliamento.
Un mattino del lontano 1944 verso mezzogiorno, mentre i
Sanganesi : Ferro Luigi, Fratelli Artero col cugino Carlo Artero, Viretto
Giuseppe, rincasavano lungo la strada provinciale Trana-Sangano, con quattro
carri stracarichi di legname, furono sorpresi dal rombo potente di velivoli
nascosti tra le nuvole.
Con prontezza di spirito, portati i carri sul margine della strada, staccarono
prontamente i cavalli lasciandoli liberi attraverso i campi.
Gli uomini raggiungevano di corsa una folta siepe, inseguiti da un fitto
mitragliamento dei velivoli nemici, che erano scesi in picchiata sul bersaglio.
Il Molto Reverendo Parroco Don Gioana Giovanni, portatosi subito sul posto,
in seguito a notizie allarmanti giunte in paese, con Sua somma meraviglia,
vide i quattro cavalli che pascolavano tranquilli, mentre i suoi devoti
parrocchiani incolumi, consideravano il pericolo scampato, dalle numerose
pallottole che avevano colpito a segno i loro carri.
I loro occhi seguirono alti nel cielo i velivoli nemici che si dirigevano
verso Torino, alla quale avevano riservato il grosso delle loro bombe.
Luigi Ferro, glorioso ferito della prima guerra mondiale, si limitò
a dire: anche questa volta l'ho scampata bella!
Nell'autunno 1944, verso l'imbrunire, una colonna di oltre
200 (duecento) Austriaci-Tedeschi diretta sulla strada di Avigliana, sta
per cadere in una grande imboscata.
Un Sanganese ferma la Colonna e l'ospita nel suo castello per tutta la notte
col rischio di trasformare la Sua tenuta in un campo di battaglia. All'indomani
l'intera colonna abbandona la Valle del Sangone.
30 luglio 1944 — Eccidio militari tedeschi.
La domenica 30 luglio 1944, poco dopo il mezzogiorno, due
partigiani non conosciuti dai sanganesi si appostarono con una mitragliatrice
poco distante dal fabbricato del paese, vicino alla strada Sangano-Villarbasse,
all'altezza del ripiegamento della bealera che dalla strada di Villarbasse
si dirige verso la regione Braida. Attendevano il passaggio di due soldati
tedeschi. Giunto il momento spararono contro di loro a mitraglia: uno non
colpito riuscì a fuggire verso Sangano, l'altro fu colpito a morte,
e la salma, caricata sull'automobile dei partigiani fu trasportata a Giaveno.
Subito truppe tedesche autotrasportate giungono a Sangano sparando all'impazzata.
Cade il Cancelliere Caselli ed altri sono feriti.
Più tardi verso sera, si sparse in paese la voce che il Comando dei
tedeschi della Polveriera di Sangano aveva chiesto d'urgenza al Comando
tedesco di questa zona, di stanza a Scalenghe, un'azione di rappresaglia
contro Sangano, e che fra poco il paese verrebbe distrutto col cannone e
con l'incendio. La folla atterrita affollò la Cappella della Madonna
del Perpetuo Soccorso... per tutta la sera si elevarono continue suppliche...
mentre altri si affannavano a trasportare masserizie di casa nella campagna
per salvarle dall'incendio... In quel frattempo la spedizione di rappresaglia
tedesca era veramente partita da Scalenghe.
Ecco il prodigio :
All'altezza di Airasca, l'automobile tedesca si rovescia. Un morto, due
feriti gravi, molti altri tutti sanguinanti. Il comandante tedesco, deprecando
l'azione, dice : « Essere partiti per uccidere e noi caput ».
L'azione di rappresaglia viene rimandata ed in un secondo tempo sospesa.
Trascriviamo la lettera indirizzata dal Rev. Prevosto di Airasca al Prevosto
di Sangano, testimoniante il fatto:
Airasca, 14 maggio 1945.
Molto reverendo e indimenticabile Signor Prevosto,
Rispondo ben volentieri sull'argomento che la interessa, di cui sono anch'io,
almeno in parte, testimonio oculare.
La sera del 30 luglio 1944, poco dopo le funzioni vespertine, giungevano
ad Airasca, provenienti da Scalenghe, i camions di soldati, in parte tedeschi
ed in parte italiani, una macchina con il Comando e per ultimo un'autoblinda.
Il camion, per la velocità fantastica, pareva dovesse andar a finire
nella svolta contro la chiesa, ma passò oltre; la macchina del Comando
nell'entrare in paese si arrestò alle grida, che si elevarono d'intorno.
La blinda che sopraggiungeva a velocità pazza, cozzò contro
un palo del telefono, lo divise in due e ruzzolò capovolta nell'orto
della famiglia di Carena Giovanni. Tra i primi accorsi vi fui anch'io, con
l'Olio Santo, e trovai un tedesco morto nell'orto, colla testa staccata
a un metro di distanza, due feriti gravi, altri tutti sanguinanti. Il comandante,
austriaco, che parlava italiano, tra le prime cose che disse deprecò
la velocità esagerata, e poi: Andavamo per uccidere e invece noi
kaput (fummo uccisi)!
Quella sera sapemmo che dovevano andare in un paese verso Giaveno, più
tardi si disse: Sangano, per rappresaglia.
Scriva pure adunque a caratteri d'oro nella storia della sua parrocchia
che fu il DITO DI DIO AD ARESTARE IL PREPOTENTE, che furono le preghiere,
barriera insormontabile, ad urtare e capovolgere i messaggeri della morte.
Aggiungo che anche Airasca passò qualche ora di sbigottimento per
timore di quella gente, che, in numero stragrande, di lì a poco invase
il paese e finalmente, con molta fatica, riuscì a portarsi via morto,
feriti e blinda senza altre complicazioni.
Avevamo anche noi poco prima pregato tanto in un'ora di adorazione; ne potevamo
proprio nulla; essi erano i soli colpevoli, pieni di alcool, sitibondi di
sangue.
Stamane mi recai sul posto e dal signor Carena proprietario ebbi riconfermate
le suddette notizie e per comprova mi fece vedere il suo orto, e una zolla
tuttora sterile, è il posto preciso dove precipitò la blinda.
Ricordandola sempre, rievocando i tempi belli di Mons. Corio, per me grande
maestro di vita sacerdotale, con tutto il cuore e distintamente la saluto,
dicendomi felici se potrò averla ospite qui, a dirci tante e tante
cose, sopratutto della protezione che la Madonna ebbe per noi in questi
tristi tempi di guerra.
In Gesù Cristo suo dev.mo F.to Sac. Romano Grosso, Prevosto.
Il sottoscritto Rebola Ermenegildo abitante in Airasca, avente la casa confinante
con quella del signor Carena, sulla cui proprietà avvenne il disastro,
testimonio oculare di tutta la scena della catastrofe, conferma la verità
di quanto è sopra testimoniato dal Rev. Signor Teol. Romano Grosso
Prevosto di Airasca, Sangano, 15 agosto 1947 – F.to Rebola Ermenegildo
La Madonna del Pio Perpetuo Soccorso
Aveva pregato con noi.
Dio ha salvato Sangano
Suor Bonaventura al secolo Gioana Germana C. S. all'ospedale Mauriziano
Torino,
sorella di Don Gioana Gioan Battista
Illustr.mo Sig.re
Commissario Prefettizio a Bruino,
Il sottoscritto parroco di Sangano, essendogli stato comunicata
la decisione presa in seduta 6 dicembre 1928 dall’Onorevole Giunta
Amministrativa Provinciale, colla quale viene rinviata la deliberazione
della S.V.I. affidante al sottoscritto quale Parroco di Sangano l’incarico
di provvedere per il disimpegno degli obblighi del Comune relativi al suono
delle campane e disponendo per tal fine un corrispettivo di lire 500 annue;
Umilmente ricorre presso la S.V.I. pregandola a voler trasmettere il ricorso
a chi di spettanza.
Osserva per ciò:
1° l’obbligo del Comune apparisce evidentemente dallo strumento
di convenzione del 9 agosto 1750, dicendosi in esso:” Si è
altresì convenuto e accordato di comune consenso delle parti che
sia a carico della Comunità, come altrove si pratica, il far suonare
le campane, sia per avvisare il popolo, che per le messe basse e cantate,
vespri, benedizioni e altre funzioni parrocchiali, ed anche il segno per
l’Ave Maria alla mattina, a mezzo giorno e alla sera“
E non si può credere che, passato alquanto di tempo, una convenzione
stipulata regolarmente, con tutte le debite autorizzazioni, possa perdere
il suo valore.
Le leggi susseguenti hanno mutato disposizioni circa le spese di culto,
ma ciò riguarda unicamente le nuove erogazioni, o se si vuole anche
le vecchie non regolate da atto contrattuali tra Comune e Parrocchia, restando
intatti gli obblighi risultanti da stipulazioni, contratti, concordati,
convenzioni ecc., come per esempio, essendo state abolite le decime, permangono
tuttora gli obblighi che i comuni, in forza di contratti particolari si
erano prima assunti per decime transatte.
2° Il Comune dal 1750 ha sempre provveduto al mantenimento dell’oblazione
risultante dallo strumento di convenzione, ed coll’aumento proposto
non ha altro che continuare nella soddisfazione di tale obbligazione, essendo
affatto impossibile nelle mutate condizioni di vita dei nostri giorni trovare
chi questo l’opera richiesta dallo strumento collo stipendio fin’ora
bonariamente accettato dal vecchio campanaro dimissionario.
Basta dare uno sguardo alle obbligazioni portate dallo strumento per conchiudere
ad evenienza che il lavoro gli incomodi risultanti è affatto sproporzionato
anche alla somma di lire 500 ora proposta.
Se poi si aggiunge l’obbligo che, unitamente al suono delle campane,
si fa per parte del Comune al campanaro, di provvedere al mantenimento del
pubblico orologio, per il quale egli dovrà ogni giorno salire sul
campanile per il caricamento, tale somma diventa veramente miserabile.
3° Qualora venisse rigettata la deliberazione il Parroco per forza sarebbe
costretto a sostenere in proprio la maggiore spesa e forz’anche ad
abbandonare il suo ministero parrocchiale non potendo ora che essendo l’ufficio
di competenza necessaria.
L’illustrissimo Signor commissario Prefettizio conosce ristrettezze
del Beneficio Parrocchiale di Sangano: non ha possessioni di terre, non
può contare su redditi incerti essendo esiguo il numero della popolazione
della Parrocchia, e per soprappiù essendo i parrocchiani poveri in
massima parte; in modo che tutto l’entrata è rappresentata
unicamente dalla somma stabilita per la legge della congrua, cioè
in lire 3.500 annue. Il sottoscritto, non ostante le sue gravissime ristrettezze
finanziarie, mettendo in opera tutte le possibili industrie, si è
sempre adoprato per il bene anche materiale della sua popolazione: durante
il tempo di guerra ha ritenuto aperto, quale presidente l’asilo infantile,
che allora possedeva il reddito di sole lire 668,50 annue, ed ebbe per ciò
un diploma di benemerenza per assistenza civile.
Avendo la popolazione necessità di una seconda messa festiva, egli
dal giorno del suo ingresso, cioè da tredici anni vi provvide senza
alcun sussidio ne dal Comune ne da altro ente, contrariamente a quanto avviene
per le altre parrocchie, la coscienza di avere sempre lavorato alla educazione
non solo religiosa, ma anche civile della sua popolazione; di avere atteso
con tutte le forze alla formazione patriottica delle coscienze, al rispetto
e all’ossequio della civile potestà; e crede di non meritare
che, contrariamente a quanto viene praticato per le altre parrocchie sia
onerate dal peso grave per lui, lasciando a suo carico il mantenimento del
campanaro, mentre esiste un atto di regolare convenzione che fa obbligo
al Comune di provvedere a sue spese.
Nutre perciò viva fiducia che la S.V.I. vorrà concedergli
tutto il suo benigno interessamento e che l’On.le Giunta Provinciale
Amministrativa vorrà approvare la sua giusta deliberazione.
Bruino-Sangano 31 dicembre 1928
Can. Gioana G. B. Prevosto
Riconosciute le buone ragioni,si approva l’aumento
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Maria Teresa Pasquero Andruetto