Sangano
La fondazione dell’Ospedale San Giuseppe d’Orbassano
Il 16 ottobre 1885 viene aperta una sottoscrizione per la
creazione di un ospedale a Orbassano, l'iniziativa è del parroco don
Stefano Febraro, della Contessa Vittoria Gay di Quarti e del notaio Giambattista
Dovis.
Un gruppo di persone, per lo più appartenenti alla buona borghesia
orbassanese, inizialmente formato da 14 sottoscrittori, il 17 marzo 1887 si
costituisce a Torino in Comitato Promotore per l'impianto dell'ospedale, dandosi
un'iniziale struttura organizzativa: don Febraro è nominato presidente,
vice presidente è il conte Calisto Gay di Quarti, sindaco di Orbassano
dal 1855 al 1866 e illustre membro di una delle famiglie più in vista
del paese, segretario il notaio Dovis, rappresentante della locale congregazione
di carità e successivamente anch'egli sindaco di Orbassano. Le 13.100
lire di capitale iniziale sono il risultato delle offerte degli orbassanesi:
alle consistenti donazioni di una somma pari o superiore alle 1.000 lire,
per lo più provenienti da uomini e donne di nobile lignaggio, si aggiungono
le 3.000 lire del signor Luigi Aimar e le 2.000 donate dal banchiere Pietro
Marone. La stessa cifra offrono il conte Calisto Gay di Quarti e Cesare Casalegno,
che entrerà a far parte del primo consiglio di direzione e diverrà
in seguito presidente dell’ospedale; il parroco contribuisce con 1.000
lire, così come altri benefattori di cui non viene specificata l'occupazione.
Il gruppo dei soci fondatori che versa non meno di 200 lire è naturalmente
molto più numeroso: tra loro compaiono il capomastro Stefano Garzena
e il notaio Dovis, anch'essi membri del primo consiglio di direzione, alcuni
sacerdoti, un avvocato, un esattore, un ufficiale delle poste. Anche la Confraternita
dello Spirito Santo, probabilmente fondata nel XV-XVI secolo, compare nell'elenco
dei soci fondatori.
Nel settembre 1887 l'ospedale muove i primi passi: in una camera concessa
gratuitamente viene ospitata una povera anziana inferma. In questo periodo
c'è dibattito tra i soci promotori: alcuni ritengono opportuno affittare
due o tre camere per avviare il servizio in tempi brevi, altri preferirebbero
procedere nella raccolta di fondi, al fine di raggiungere un capitale sufficiente
a partire con solide basi.
Don Febraro si muove con determinazione e «troncando ogni perplessità
del Comitato Promotore circa la località in cui si dovesse impiantare
l'Ospedale» con atto del 10 novembre 1887 acquista dalla signora Giovanna
Picco una casa «del valore di circa lire 10.000» mediante un vitalizio.
La proprietaria cede poi «a vantaggio dell'Ospedale tutto il corpo di
casa da lei posseduta lungo la via delle scuole, a patto che le si pagasse
una pensione vitalizia di circa lire 200 annue per i sei o sette ambienti».
L'offerta viene considerata da tutti conveniente, sia per la posizione che
per la vastità del fabbricato, che comprende anche un giardino di circa
mezzo ettaro. Il parroco, a proprie spese, dota la casa di un altare, posto
nella camera dove viene collocata anche una lapide con i nomi e i cognomi
dei soci fondatori.
Nell'ottobre 1888 lo stesso don Febraro presenta una relazione positiva sull'andamento
della nuova opera, che viene paragonata al granello di senapa del Vangelo,
il piccolo seme capace di dare origine a un grande albero. Nel settembre dell'anno
precedente era ospitata una sola malata, in una camera prestata dalla signora
Giovanna Picco, si è poi passati a otto letti, tutti regalati e forniti
di lenzuola. Questo ha permesso di ricevere durante l'anno 15 pazienti, dei
quali 3 sono morti e 8 sono rientrati nelle loro case dopo un periodo di convalescenza
e hanno ripreso le loro occupazioni. Alla fine del 1888 l'ospedale accoglie
ancora 4 ricoverati: una cieca, che versa una retta di 12 lire al mese, una
gravemente malata di tisi e due più croniche che inferme, anziane,
senza tetto né parenti.
«Sono le offerte di tutto il paese, senza eccezione, che hanno concorso
con doni di biancherie, di letti, granaglie, denari non solo ad iniziare questa
bell'opera, ma ancora a mantenerla in vita»: il parroco ringrazia per
quanto è stato, ma forse, valutando con maggiore realismo i passi realizzati
con entusiasmo in poco tempo, esprime qualche preoccupazione per il reperimento
delle risorse necessarie a mantenere in vita l'opera e a garantirle un futuro.
L'ospedaletto, fondato sotto il patronato di San Giuseppe, possiede inizialmente
una dote di circa 20.000 lire e la casa, la cui ristrutturazione è
resa possibile grazie al ricavato del banco di beneficenza.
Il 7 novembre 1888 l'assemblea generale dei soci fondatori conferma presidente
don Febraro e segretario il notaio Dovis, approva lo statuto e il 2 giugno
1889 un decreto del re d'Italia Umberto I autorizza l'erezione in corpo morale
dell'ente.
Nella lettera inviata da don Febraro al vescovo di Torino Gaetano Alimonda
agli inizi di ottobre, si percepisce soddisfazione e orgoglio per un'opera
da anni progettata, che ora assume precisi contorni:
Eminenza Reverendissima
Il Priore di Orbassano ha l'onore di rappresentare all'Em. V.Rev.ma che se
nel distretto della Parrocchia vi sono facoltosi, abbondano pure ipoveri,
i quali specialmente quando ammalati più si trovano nel bisogno.
Nell'intento di provvedervi nel miglior modo, ho pensato di aprire un Ospedaletto
in cui poter curare gli ammalati, ed anche ricoverare possibilmente i vecchi
cronici.
Questo pensiero trovò appoggio nel Papa, ed al momento l'Ospedaletto
è già aperto e funziona regolarmente approvato dall'augusta
firma del Re Umberto I.
Chi scrive volendo chiamare la Benedizione del cielo su quest'Opera,
ha messo il nascente Ospedaletto sotto la Protezione di S. Giuseppe, da cui
prende nome, e sarebbe suo desiderio di potervi nel caseggiato dell’Ospedaletto
stesso celebrarvi il Santo Servizio della Messa a comodità dei Ricoverati:
a questo scopo ha destinato una camera ad uso di cappella, che ha adito pubblico,
con altare abbastanza decente ad onore del Patriarca S. Giuseppe.
Ricorre pertanto all'Eminenza Vostra Reverendissima per essere munito delle
necessarie facoltà di poter benedire la nominata cappella e celebrarvi
la Santa Messa ad onore di Dio, di Maria Ssma e di S. Giuseppe, nonché
a vantaggio spirituale dei Ricorrenti.
L'inaugurazione ufficiale avviene il 28 ottobre 1889: in questa occasione viene scoperta la lapide marmorea con i nomi dei soci fondatori. Il priore, con l'aiuto di don Lorenzale, benedice l'altare dedicato a San Giuseppe e celebra la messa, alla quale partecipa buona parte della popolazione orbassanese.
Dal libro:
Il San Giuseppe
Un Ospedale per Orbassano
Collana Orbassano la mia Città
Laura Zanlungo
2009
Elaborazione propria.
Pag 1
Maria Teresa Pasquero Andruetto