Piossasco
Alessandro Cruto 1847 — 1908
l'inventore della lampadina
Alessandro Cruto
Alessandro Cruto
Le solenni onoranze
ad Alessandro Cruto
Piossasco 29 ottobre 1933 - XII
Il figlio del capomastro
Faticosa assai la nascita della lampada elettrica. Il problema
infatti da risolvere era questo: trovare un filamento sottile, da chiudersi
in un’ampolla di vetro, che resistesse alla corrente elettrica che l’avrebbe
attraversato, ma che resistesse tanto da non fondersi.
Cominciò il King. Egli pensò al carbone, ma n’ebbe per
risultato una lampada che faceva poca luce e durava poco. Il De Moleyns al
platino. Per farvela breve, una quantità di studiosi si dette a corpo
morto alla ricerca del magico filamento, ma senza costrutto,
Tuttavia l’idea di sfruttare a scopo di illuminazione l’incandescenza
prodotta dalla corrente elettrica non era abbandonata. La riprendeva, primissimo
fra tutti e con successo, un torinese: Alessandro Cruto.
Figlio d’un modesto capomastro piemontese, Alessandro Cruto amava appassionatamente
le ricerche scientifiche. Si sentiva nato per la scienza.
Nel 1875 gli morì il padre. Gli toccò allora rinunciare spesso
alla sua prediletta occupazione serale, ma un giorno prese un’eroica
soluzione: piantò gli affari da capomastro che gli davano da vivere
e, affrontando sacrifici inauditi, volle darsi tutto alla scienza. Matto per
gli esperimenti, volle anche tentare di risolvere il problema già postosi
da King e compagni. Dopo varie prove, riuscì ad ottenere un filamento
omogeneo e di grande resistenza e luminosità facendo depositare del
carbonio puro sopra un esilissimo filo di platino… e la lampadina elettrica
a incandescenza veniva al mondo. Siamo nel 1876.
Sfortunatamente per Alessandro Cruto i giornali di quell’epoca s’interessavano
di ben altro che di scoperte scientifiche. Alla sua lampada, dunque, non fu
battuta non solo un po’ di grancassa ma nemmeno un volgarissimo paio
di piattini. Ed ecco, tre anni dopo, Tommaso Edison annunciava al colto e
all’inclita del suo paese la scoperta della sua lampada a incandescenza,
ed eccolo trovare fior di capitali per lo sfruttamento della invenzione, mentre
il nostro sfortunato connazionale riceveva complimenti (il magnifico successo
della sua lampada era innegabile) ma niente quattrini. I quali vennero quando
arrivò in Italia la lampada Edison.
Fu necessario, insomma, il così detto pugno a tutt’e due gli
occhi. Evidenti infatti era la superiorità della lampada Cruto a quella
di Edison. Sentite che cosa ne scriveva la “Gazzetta Piemontese”
di quel tempo; “ La luce che manda la lampada Cruto è viva, senza
scosse, uguale, costante… La durata media venne accertata in 800 ore.
Mentre con le lampade Edison per ogni cavallo-vapore si riesce ad alimentarne
appena 8, pari a 120 candele normali, con la stessa forza si alimentano invece
10 lampade Cruto, pari a cento candele… Da alcuni mesi si stanno fabbricando
su vasta scala lampade a sistema Cruto della casa Mildè di Parigi,
concessionaria del brevetto per la Francia”.
Si vuole che a Edison occorressero due anni per venir a capo della sua trovata,
che realizzò compiutamente il 21 ottobre 1879. Convinto che la luce
elettrica per uso di locali chiusi non abbisognasse che di una piccola superficie
irradiante, egli pensò prima di tutto al platino, riuscendo a scoprire
che un filo di platino, nel fondersi all’aria aperta, dava un volume
di luce eguale a 4 candele, però, rinchiuso in un globo diverto fuori
del contatto dell’aria, esso generava una luce di 25 candele.
Ma il platino era troppo costoso; la sua lampada allora sarebbe nata morta,
se non avesse trovato un filamento fatto di materiale a buon mercato, che
però potesse sostenere un’altissima temperatura per un migliaio
di ore all’incirca.
Dopo infiniti esperimenti, durante i quali si provarono una quantità
di sostanze che si dimostrarono impossibili ad usare, vuoi per ragioni di
prezzo e vuoi per altre cause, la lampada elettrica rinchiusa in una ampolla
di vetro in un vuoto quasi perfetto fu completata il 21 ottobre 1879. Il primo
filamento fu un semplice filo di cotone, poi si adottò il carbone e
finalmente, in un periodo di tempo recente, tungsteno.
La circolare del Presidente del comitato
Piossasco settembre 1933
Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario
della morte del piossaschese Alessandro Cruto, pioniere dell’illuminazione
elettrica, magnifico esempio di studioso che, pur lavorando per guadagnarsi
il pane quotidiano, seppe assurgere ai primi posti delle discipline fisiche
e chimiche, efficacemente contribuendo alla creazione della lampadina elettrica
ad incandescenza e fondando la prima importante fabbrica italiana di lampade
elettriche.
Ad iniziativa del Podestà di Piossasco e colla collaborazione di apposito
Comitato, l’opera di alto valore scientifico e tecnico del grande piossachese,
verrà messa in rilievo con un opuscolo appositamente scritto che verrà
largamente distribuito il 29 ottobre prossimo, giorno in cui si inaugurerà
nella Casa Comunale un ricordo marmoreo con una solenne mani gestazione.
Il comitato è certo che alle doverose onoranze vorranno dare la loro
adesione i piossaschesi tutti, le persone e gli enti che dell’opera
del Cruto sono ammiratori e continuatori.
Le adesioni e le offerte per onorare il Grande dimenticato, onore e vanto
di Piossasco e d’Italia, si ricevono presso la Segreteria Comunale.
Il presidente del comitato
Pietro Bruno
“1000 miglioni di lampadine sono fabbricate ogni anno” ci dichiara il direttore dell’A.N.S.I.
Il Direttore dell’”Associazione Nazionale per
lo sviluppo dell’Illuminazione”, comm. Ing. Carlo Clerici, pregato
da noi di volerci dare qualche dato circa il movimento commerciale della lampadina,
le sue applicazioni e le sue necessità, così ci risponde:
Egr. Direttore,
La produzione attuale di lampadine in tutto il mondo si aggira circa sul miliardo,
cioè 1000 milioni compreso anche le piccole lampadine per usi speciali.
In America naturalmente gli Stati Uniti tengono il primato con circa 500 milioni
di lampadine all’anno tra grandi e piccole, tra cui, cosa meravigliosa,
circa 50 milioni sono piccole lampadine per l’albero di Natale, usanza
molto estesa non solo per la festa familiare ma per onorare anche gli alberi
dei parchi nella ricorrenza del Natale.
In Europa il paese che ne produce di più è ancora la Germania
per quanto anche l’Olanda tenga un posto molto importante per la grande
fabbrica “Philips”. In Europa credo che il maggior consumo di
lampadine per abitante sia rappresentato dalla Svizzera.
In Italia andarono nell’anno scorso al mercato circa 33 milioni di lampadine.
Non tutte andarono al consumo perché vi è stato un po’
di rimpinzamento nei magazzini dei grossisti. Di queste ne vennero fabbricate
in Italia circa la metà; si spera che la proporzione cresca dopo che
la Fabbrica Philips si è decisa di fabbricare in Italia ad Alpignano
anziché importare tutto dall’Olanda.
Sarebbe difficile elencare tutti gli usi ai quali la lampadina si presta.
Si può dire che ovunque occorre della luce la lampadina può
essere applicata.
Certo l’avvenire riserva ancora campi di applicazioni: cito per esempio
l’illuminazione automatica dei campi di atterraggio di fortuna in aviazione
in cui basta il rumore dell’elica di un aeroplano che si abbassa a qualche
centinaia di metri per fare automaticamente accendere centinaia di lampadine
e di fari che illuminano il campo.
Ancora applicazioni nuove sono l’accensione di lampadine elettriche
a mezzo di cellule fotoelettriche in certi fa riabbandonati o fari galleggianti
quando la luce del giorno diminuisce oltre un certo limite.
Altra applicazione è quella per la difesa contro i ladri con fasci
di luce che, se intercettati da un’ombra, danno l’allarme, ecc.
Un punto che va rilevato in italia è che una lampadina di tipo corrente
che è pagata in massimo 4 lire un’imposta di circa 1 lira per
tassa di fabbricazione, e consumando in mille ore 40 Kwh. Paga per tasse governative
e municipali circa 33 lire di tassa sono spremute da questo piccolo apparecchio
che vale si e no quattro lire. In molti casi questo insieme di tasse supera
il costo del sevizio, cioè l’energia elettrica necessaria all’illuminazione.
E quindi molto importante che tutti gli interessati si muovano per spiegare
al Governo che tale tassazione è eccessiva e che realmente può
ostacolare lo sviluppo della illuminazione da cui si possono attendere tanti
benefici.
E noti che non si tratterebbe di chiedere al Governo una rinunzia all’attuale
gettito della tassa.
Basterebbe che tale gettito venisse consolidato in modo che con lo sperato
incremento del consumo venisse gradualmente a diminuire l’incidenza
unitaria di tale tassa.
Distinti saluti.
Ing. Comm. Carlo Clerici
Il comitato per le onoranze
Il comitato per le onoranze ad Alessandro Cruto è così composto:
Presidente Bruno comm. Rag. Pietro regio Podestà e Segretario Politico di Piossasco
Segretario: Baldanza Andrea, Segretario Comunale di Piossasco
Membri: Vallauri S. E. grand’uff. dott. ing. prof. Gian Carlo, Vice-Presidente Accademia d’Italia, Torino
Chiesa on. dott. Pietro Terenzio, Deputato al Parlamento, Torino
Ferracini on. comm. Silvio, Deputato al Parlamento, Torino
Motta on. dott. ing. prof. Giacinto, Deputato al Parlamento, Milano
Ponti on. dott. ing. prof. Gian Giacomo, Deputato al Parlamento, Torino
Andreoni dott. ing. Carlo, Torino
Audiberti dott. ing. Carlo, Torino
Bisassa dott. ing. comm. Giuseppe, Torino
Clerici dott. ing. comm. Carlo, Milano
Collino dott. ing. Enrico, Torino
Dellaverde dott. ing. prof. Agostino, Torino
Emanueli dott. ing. comm. Luigi, Milano
Ferraris dott. ing. prof. comm. Lorenzo, Torino
Marietti dott. ing. Silvio, Alpignano
Morelli dott. ing. prof. comm. Ettore, Torino
Palestrino dott. ing. Carlo, Torino
Peri dott. ing. cav. Guido, Torino
Soleri dott. ing. prof. comm. Elvio, Torino
Alfano dott. Francesco, Ufficiale Sanitario di Piossasco
Balbo Giovanni Conciliatore di Piossasco
Balbo Renato, Fiduciario dei Commercianti, Piossasco
Bessone cav. uff. Giuseppe, Presidente Congregazione di Carità di Piossasco
Bottallo Giovanni, Fiduciario Sindacato dell’Agricoltura di Piossasco
Carbonero Costanzo, Presidente Società Mutuo Soccorso “A. Cruto” di Piossasco
Crescio dott. Attilio, Farmacista di Piossasco
Cruto geom. Valter, Capo Gruppo Associazione Nazionale Alpini di Piossasco
Fenoglio C. M. Aldo, Comandante Fascio Giovanile di Piossasco
Fenoglio Leandro, Fiduciario degli Artigiani di Piossasco
Fornelli Don Giuseppe, Vicario Foraneo di San Vito Piossasco
Franceschini maestro Carlo, Fiduciario Sindacato Industria di Piossasco
Frigeris Anselmo, Fiduciario degli Agricoltori di Piossasco
Gianoglio teol. dott. Carlo, Prevosto San Francesco di Piossasco
Lantelme maestro Eugenio, Presidente Opera Nazionale Balilla di Piossasco
Mallè dott. Alfredo, Presidente Associazione Nazionale Combattenti di Piossasco
Massimo Costanzo, Presidente Società Mutua Piossaschese
Silvani dott. Silvio, Medico Condotto di Piossasco
Valfrè Isidoro, Presidente Società Operaia di Piossasco
Vittani Pognante Piera, Fiduciaria del Fascio Femminile di Piossasco
Una dichiarazione che è un ammonimento
“Noi italiani non dobbiamo dimenticare che Cruto ai suoi tempi era stato un emulo di Edison in quest’invenzione, ma il grande inventore americano ha saputo dare all’invenzione quella praticità che di solito gli Italiani non sanno ottenere”.
Ing. Comm.
Carlo Clerici
L’Esposizione torinese del 1884 è stata illuminata con le lampade Cruto
Ricordiamo che nel pratiche immediate, ma in essa erano già
contenuti gli elementi che servivano poi a Edison 1868, il prof. Brusotti
di Pavia tentò la prima lampada con una bacchettina di carbone nel
vuoto. Fu un’esperienza da laboratorio, d’accordo, che non ebbe
applicazioni pratiche immediate, ma in essa erano già contenuti gli
elementi che serviranno poi a Edison per la sua lampada a filamento di carbone.
“Lampada al cui perfezionamento si applicò con tenacia particolare
il torinese Cruto, il quale riuscì a fare un filamento sintetico di
carbone accendendo un sottilissimo filo di platino in un gas ricco di idro-carburo
ed ottenendo per volatilizzazione del platino stesso un tubetto di grafite
che serviva come filamento”.
“Le lampade Cruto, per la loro fragilità, non ebbero grande diffusione
nella pratica, pure esse furono impiegate largamente e con ottimi risultati
durante la Esposizione di Torino del 1884”.
Ing. Ludovico De Amicis
L’Informazione industriale
Anno XVII Torino 20 ottobre 1933
Periodico settimanale n. 40
23 marzo 1933
Chiari. Signor Podestà di Piossasco
Mentre stavo partendo per un viaggio di affari in spagna, ho ricevuto la sua
pregiata lettera che mi ha arrecato un grande piacere.
Nessuna notizia mi sarebbe stata più gradita di quella di sapere che
lei, con nobilissimo sentimento , ha pensato di onorare la memoria di mio
Padre, in occasione del 25° anniversario della sua morte.
Le esprimo la mia più profonda riconoscenza e mi auguro di avere presto
il piacere di fare la Sua personale conoscenza è di esprimerle a viva
voce tutta la mia gratitudine.
Mi dispiace che questo viaggio debba ritardare l’invio delle fotografie
che lei mi richiede.
Verso il 10 aprile sarò di ritorno a Roma e sarà mia premura
spedirle quel materiale (purtroppo scarso) che posseggo.
Circa l’organizzazione della commemorazione mi rimetto completamente
a lei, colla certezza che quei sentimenti che le hanno ispirata l’iniziativa,
sapranno suggerirle la forma migliore.
La prego soltanto considerarmi a sua disposizione per tutto quanto mi sarà
possibile fare per una buona riuscita dei suoi progetti, e se Piossasco volesse
erigere un ricordo, prego volermi anche considerare come piossaschese.
Voglia gradire i miei distinti ossequi coi più vivi ringraziamenti
della mamma, di mia sorella e i miei.
Suo dev. Alfonso Cruto
Roma 12 aprile 1933
Chiari. Signor Podestà di Piossasco
Spero avrà ricevuta la mia prima lettera, colla quale giustificavo
e pregavo scusare il ritardo col quale rispondo ora pregiatissima Sua del
16 marzo.
Appena ritornato dal mio viaggio mi affretto ad inviarle i ritratti di mio
Padre. Non so se le due copie che ora spedisco corrisponderanno allo scopo.
Sono semplici fotografie che si adattano per trarne un clichè da stampa,
ma qualora lei desiderasse invece un ritratto da mettere in cornice mi riservo
di inviagliene una copia migliore.
Le spedisco insieme una pubblicazione dell’On Serano e la copia di due
articoli di giornali, dai quali potrà avere dati e notizie sulla vita
di mio Padre.
Queste cose io le invio ora affrettatamente, per non protrarre ancora il mio
ritardo, ma, vorrei fare di più ed essenzialmente vorrei meglio interpretare
i suoi desideri e per questo, qualora Lei lo ritenga necessario, io verrei
molto volentieri un giorno a Piossasco per prendere accordi.
La prego considerarmi a Sua disposizione e dirmi francamente quanto dovrò
fare per contribuire nel miglior modo alla attuazione dei suoi progetti.
Ho ritenuto interessante inviarle anche due fotocopie dello stabilimento che
fu costruito in Alpignano nell’anno1886, quando la prima fabbrica di
Piossasco era già divenuta insufficiente alla produzione della lampada
Cruto, perché queste fotografie possono attestare che l’invenzione
di mio Padre ebbe un grande valore pratico, e dopo un ottimo inizio industriale
avrebbe certamente avuto un prospero sviluppo se non fosse caduta nelle mani
di inetti speculatori che costrinsero, dopo pochi anni, mio Padre ad abbandonare
il frutto delle sue fatiche.
La prego scusare il mio involontario ritardo a gradire i più distinti
saluti dal suo obbligatissimo
Alfonso Cruto
Roma 7 maggio 1933
Durante questa settimana, da più parti mi sono state
comunicate notizie della simpatica festa che i piossaschesi hanno organizzato
in suo onore.
Desidero esprimerle anch’io le più vivissime congratulazioni
per l’ambita onorificenza che le è stata conferita a riconoscimento
e premio di una vita di lavoro e poi desidero ringraziarla di aver voluto
in una così bella occasione parlare ai piossaschesi delle onoranze
che Lei sta organizzando per mio Padre, Il fatto che da più parti mi
sia stata comunicata questa notizia attesta già da solo che la Sua
iniziativa è stata accolta favorevolmente. E questo mi fa molto piacere.
Il progetto che lei giustamente ha voluto comunicarmi è molto bello
ed io auguro che Lei possa avere tutti gli aiuti necessari per la Sua realizzazione.
Io spero di venire quanto prima a Piossasco ed in quell’occasione di
poter avere il piacere di fare la sua conoscenza, esprimerle a viva voce la
mia riconoscenza e di vedere in quale modo io possa contribuire al compimento
di questa Sua nobile iniziativa.
Coi miei più distinti saluti
Suo dev. Alfonso Cruto
Roma 2 giugno 1933
Chiari. Signor Podestà di Piossasco
Nei primi giorni dell’entrante settimana verrò a Piossasco e
porterò con me le fotografie che occorrono allo scultore prof. Orsolini.
Qualora Lei non fosse quel giorno a Piossasco, mi permetterei venirla a trovare
a casa colla speranza di non arrecarle disturbo.
Col piacere di poter presto fare la sua conoscenza Le invio : più distinti
saluti.
Suo obbligatissimo Alfonso Cruto
Roma 12 luglio 1933
Chiar. Signor Podestà di Piossasco
Sono lieto di sapere che l’opera dello scultore sia già tanto
avanti nell’esecuzione e sia riuscita bene.
Desideravo venire in questi primi giorni di luglio a Piossasco, ma non mi
è ancora stato possibile, e temo di non potervi venire tanto presto.
Verrà invece fra pochi giorni la mamma ed in qualche modo procurerò
allora di avere la fotografia di quell’apparecchio, come le avevo promessomi
sono occupato per sapere se fosse possibile ottenere l’interessamento
di qualche accademico. Finora non ho ottenuto che parole molto vaghe che,
a dire il vero, mi lasciano poche speranze.
Ritengo che forse si potrà meglio raggiungere lo scopo dopo che le
onoranze che lei organizza avranno dato il buon esempio, specialmente se queste
potranno avere una buona stampa.
Coi più distinti saluti
Dev. Alfonso Cruto
6 agosto 1933
Chiar. Comm. Bruno
Dal geometra valter ho saputo che lei attende da me una fotografia della lampada
Cruto. Forse io glie la avevo promessa quando venni a Piossasco, ma, me ne
scordai completamente e perciò non la unii a quella precedentemente
inviatale. Le mando ora queste fotografie e la prego scusare il mio ritardo.
Ho anche fatto fare da un fotografo di Orbassano, la fotografia di quella
pompa (compressore gas) di cui la avevo scritto, ma ne è venuto fuori
un pasticcio, inutilizzabile per la stampa, che io le mando solamente per
dimostrarle la mia buona volontà.
Nella prossima settimana io verrò a Piossasco e se sarò in tempo
rifarò questa fotografia. Però, se lei credesse meglio, si può
anche fare a meno di inserirla nella Sua pubblicazione, tanto più che
le illustrazioni risultano già numerose.
Col piacere di poter presto rivederla, Le invio distinti saluti.
Dev. Alfonso Cruto
Nel venticinquesimo anniversario
18 marzo 1847 — 15 dicembre 1908
22 ottobre 1933
Nell'autunno dello scorso anno da una conversazione colla
signora Liberata Camandona, la vedova, la confortatrice di Alessandro Cruto,
ho appreso con viva commozione la vita e l'opera di questo tenace studioso
che tanto ha contribuito alla risoluzione del difficile problema dell'illuminazione
elettrica ad incandescenza colla sua lampada a filamento di carbone, di questo
eroe di tutta un'esistenza, in lotta colle sue condizioni di famiglia che
gli contrastavano il desiderio, il bisogno di studiare, in lotta colla volontà
paterna che lo voleva ad ogni costo capomastro e coll'incomprensione dei suoi
concittadini che lo beffavano giudicandolo squilibrato.
E poi la ricerca affannosa di capitali per applicare industrialmente il frutto
dei suoi studi, e l'incredulità non più dei suoi concittadini,
ma di uomini dell'industria e della scienza, e dopo sacrifizi inauditi e lotte
sfibranti contro interessati e malevoli, un contrastato trionfo.
Infine a sessantun'anni, ignorato, sfinito dal nobile travaglio di tutta la
vita, la morte.
Ecco Alessandro Cruto!
Pompa per gaz compressi usata da Alessandro Cruto nelle esperienze sulla cristalizzazione del carbonio
Lampade Alessandro Cruto
Stabilimento per la produzione delle lampade elettriche Alessandro Cruto in Alpignano
Maestranze dello Stabilimento Alessandro Cruto di Alpignano
Archivio Comune Piossasco
ff. 6 - 3/1 onoranze ad Alessandro Cruto - 1931-1966
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